Skip to main content

Il 1° gennaio Kazakistan, Malaysia, Cuba, Bolivia, Uganda e altri Paesi sono diventati partner dei Brics; il 6 gennaio, l’Indonesia è diventata membro ufficiale dei Brics e per la prima volta i Brics si sono espansi nel Sud-est asiatico. Il 16 gennaio, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha affermato che l’Indonesia è molto onorata di diventarne membro.

La prima espansione dei Brics nel Sud-est asiatico non è solo un’estensione georegionale, ma anche un’interpretazione di apertura e un’innovazione nella promozione della globalizzazione e dell’integrazione economica. Le prospettive di cooperazione economica tra i Paesi Brics sono ampie. Questi Paesi hanno forti dotazioni di risorse, grande potenziale di sviluppo e forte volontà di partecipare alla governance globale. Otterranno più risultati nella cooperazione economica, inclusi ma non limitati a cooperazione finanziaria, all’economia digitale, allo sviluppo verde, agli investimenti, all’industria, ecc.

L’Indonesia è il Paese in cui fu proposta per la prima volta la Via della seta marittima del XXI secolo. Negli ultimi anni, la costruzione congiunta di alta qualità della Belt and Road tra Repubblica Popolare della Cina e India è diventata sempre più approfondita e pratica, e la cooperazione commerciale e di investimento tra i due Paesi è stata costantemente migliorata e potenziata con molti punti salienti. La cooperazione in infrastrutture, produzione, parchi industriali, energia e estrazione mineraria, agricoltura e pesca, finanza e altri settori ha continuato ad approfondirsi. Sono stati implementati uno dopo l’altro numerosi progetti epocali e progetti di sostentamento popolare, e la cooperazione in settori emergenti come lo sviluppo verde, l’economia digitale e l’economia blu sono in pieno svolgimento.

Oltre all’adesione dell’Indonesia alla famiglia Brics, le economie emergenti sono sempre più interessate ad aderire al meccanismo di cooperazione Brics. Il meccanismo di cooperazione dei Brics continua ad attrarre l’adesione del “Sud del mondo” e la struttura del potere globale sta subendo una trasformazione più ampia.

I Brics sono un’organizzazione internazionale composta da Paesi emergenti. I suoi membri fondatori sono Brasile, Repubblica Popolare della Cina, India e Russia. Nel 2011, la Repubblica Sudafricana è entrata ufficialmente a far parte del meccanismo Brics. La composizione attuale dei Brics è la seguente: oltre ai primi cinque: Egitto (2024), Etiopia (2024), Iran (2024), Emirati Arabi Uniti (2024), Indonesia (2025); Stati partner: Bielorussia (2023), Bolivia (2023), Cuba (2023), Kazakistan (2024), Malaysia (2024), Nigeria (2024), Thailandia (2024), Uganda (2024), Uzbekistan (2024); Paesi che hanno richiesto l’adesione: Bangladesh (2023), Senegal (2023), Azerbaigian (2024), Myanmar (Birmania) (2024), Pakistan (2024), Sri Lanka (2024), Siria 2024 (ma non è nota l’intenzione dell’attuale governo), Venezuela (2024); osservatori: Algeria, Turchia, Vietnam.

Il 6 gennaio, il ministero degli Affari Esteri brasiliano ha emesso un comunicato in cui si afferma che i Paesi Brics hanno concordato all’unanimità che l’Indonesia aderirà al meccanismo di cooperazione Brics in conformità con i principi guida, gli standard e le procedure per il processo di espansione concordati durante il 15° incontro dei leader Brics tenutosi a Johannesburg, in Sudafrica, il 22-24 agosto 2023.

Il meccanismo di cooperazione Brics ha un forte fascino e influenza. Questo cartello sta diventando come una calamita, con una forte attrazione e forza centripeta, che attrae un gran numero di Paesi ad unirsi. In secondo luogo, questa è una manifestazione della multipolarizzazione del mondo. Attualmente, i Paesi in via di sviluppo sono più propensi a migliorare la governance globale e molti fra essi sperano di realizzare le loro ambizioni unendosi al meccanismo di cooperazione Brics. Inoltre, l’apertura, il multilateralismo e l’umanesimo dimostrati dai Paesi Brics hanno spinto Paesi da tutto il mondo ad aderire e stanno dando vita a una nuova tendenza che si distingue dalle altre organizzazioni internazionali. Infine, il “Sud del mondo” è unito e spera di raccogliere forza attraverso i Paesi Brics.

L’Indonesia è il quarto Paese più popoloso al mondo, il più grande del Sud-est asiatico e l’unico membro del Sud-est asiatico del G20. L’adesione dell’Indonesia al meccanismo di cooperazione Brics è di grande importanza.

L’Indonesia ha buone basi per la cooperazione con gli altri Paesi Brics. Nel 2023, il volume degli scambi bilaterali tra Indonesia e Paesi Brics ha raggiunto 173,29 miliardi di dollari, coprendo il 36,1% del commercio estero dell’Indonesia. Tra questi, la Repubblica Popolare della Cina è sempre rimasta il principale partner commerciale dell’Indonesia dal 2011 e le strutture economiche dei due Paesi sono fortemente complementari. L’Indonesia è ricca di risorse. Nei settori del legno e dei prodotti tali, dei prodotti minerali, della polpa di cellulosa (di carta), le esportazioni indonesiane e le importazioni dei Paesi Brics dall’Indonesia sono altamente complementari nei settori tessile e delle materie prime, dei prodotti in pelle e da viaggio, della plastica e della gomma.

Inoltre, la strategia di sviluppo economico del governo indonesiano può essere efficacemente collegata al meccanismo di cooperazione Brics. Il nuovo presidente indonesiano Prabowo Subianto (dal 2024) si è impegnato a continuare la direzione politica dell’era di Joko Widodo (2014-2024). Aree chiave come energia, economia verde, economia blu e sviluppo dell’economia digitale sono tutte in linea con l’area “Greater Brics Cooperation”, che può espandere lo spazio di sviluppo per le aziende indonesiane e promuovere il reciproco vantaggio tra l’Indonesia e gli altri membri Brics Essendo la più grande economia dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean), l’adesione dell’Indonesia aiuterà il meccanismo di cooperazione dei Brics a consolidare ulteriormente le basi della cooperazione economica, a meglio diffondere la regione del Sud-Est asiatico e a migliorare la rappresentatività del Gruppo. L’espansione dei Brics riflette il fatto che sempre più economie emergenti desiderano integrarsi nel sistema di “circolazione economica interna” delle economie emergenti e cercare iniziative per apportare cambiamenti nel panorama politico ed economico internazionale.

Il meccanismo di cooperazione Brics è nato nel contesto storico dell’ascesa collettiva dei Paesi emergenti e dei Paesi in via di sviluppo ed è in linea con le aspettative della comunità internazionale di mantenere la pace nel mondo, promuovere uno sviluppo comune e migliorare la governance globale. Nei quindici anni dalla loro fondazione, i Paesi Brics hanno rappresentato quasi la metà della popolazione mondiale, più del 30% della produzione economica mondiale e il loro contributo alla crescita economica mondiale ha superato il 50%. La rappresentatività, l’attrattiva e l’influenza del meccanismo di cooperazione Brics sono state costantemente migliorate. Il Gruppo è diventato un’importante piattaforma per promuovere l’unità e la cooperazione nel “Sud globale” e una forza importante nel promuovere cambiamenti nell’ordine politico ed economico mondiale.

Al momento la situazione politica ed economica internazionale ha subìto grandi cambiamenti. Le principali economie sviluppate stanno promuovendo attivamente il “rimpatrio della catena industriale” e la reindustrializzazione e hanno adottato misure restrittive nei confronti di Repubblica Popolare della Cina, Russia e altri Paesi nei principali settori dell’alta tecnologia, il che ha avuto un impatto importante sullo sviluppo economico e sulla sicurezza industriale dei Paesi Brics. I Paesi Brics condividono un destino comune. Per raggiungere uno sviluppo e una pace e stabilità a lungo termine, è imperativo approfondire ulteriormente la costruzione del sistema di cooperazione economica.

Nello specifico, in settori tradizionali come minerali, energia, agricoltura, infrastrutture, automobili e tessili, i Paesi Brics hanno diverse condizioni di dotazione di base e differenti focus nelle loro strutture economiche. Mostrano caratteristiche bilanciate in termini di vitalità del mercato, struttura industriale, capitale umano e vantaggi delle risorse. Soddisfano i prerequisiti per la cooperazione di capacità, ottengono vantaggi complementari e forniscono maggiore spazio per lo sviluppo industriale. Nei settori emergenti come la nuova energia, i nuovi materiali, la biomedicina, l’economia verde, l’aerospaziale, ecc., i Paesi Brics attribuiscono grande importanza allo sviluppo economico a basse emissioni di carbonio e alle questioni di protezione ambientale. Si prevede che i Paesi rafforzeranno la cooperazione nell’innovazione scientifica e tecnologica e promuoveranno le innovazioni tecnologiche nei settori emergenti.

Negli ultimi anni il baricentro dell’economia mondiale ha accelerato il suo spostamento dalle economie sviluppate al “Sud del mondo”. Dal 2000 al 2023, il Pil del “Sud del mondo” è aumentato da 5,6 trilioni di dollari a 40,0 trilioni di dollari, contribuendo al 56,4% alla crescita economica globale e superando il contributo del 46,6% delle economie sviluppate.

I Paesi del “Sud del mondo” presentano grandi differenze e diversità in termini di fase di sviluppo economico, struttura industriale, dotazione di risorse, ecc. Queste differenze forniscono una solida base ai Paesi del “Sud del mondo” per rompere l’attuale modello di divisione internazionale del lavoro “centro-periferia” e approfondire la cooperazione economica regionale. Esiste un enorme potenziale di cooperazione tra economie ad alta intensità di risorse e Paesi produttori industriali, e tra Paesi in fase di decollo industriale e Paesi produttori industriali maturi, nonché tra Paesi in transizione economica e altri tipi di Paesi del “Sud globale”. I Paesi del “Sud del mondo” possono realizzare una cooperazione economica e commerciale approfondita basandosi sui loro vantaggi in termini di dotazione e costruire un sistema di cooperazione economica reciprocamente vantaggioso per tutti i molteplici settori quali commercio, investimenti, tecnologia e finanza.

In questo processo il meccanismo di cooperazione dei Brics è in grado di dare pieno sfogo alla sua efficacia nel guidare il “Sud del mondo” e plasmare il modello globale, promuovere ulteriormente l’approfondimento delle relazioni e ricercare la convergenza di interessi tra il meccanismo Brics e le regioni chiave.

Durante il mandato del Brasile come presidenza di turno dei Brics nel 2025, i lavori si concentreranno su due linee principali: il rafforzamento della cooperazione nel “Sud del mondo” e la promozione della riforma della governance globale. Quest’anno si prevede che la “Greater Brics Cooperation” verrà ulteriormente approfondita.

Secondo un comunicato del Palazzo presidenziale brasiliano, i temi di lavoro prioritari del Brasile durante il suo mandato di presidenza di turno dei Brics includono: lo sviluppo di un sistema di pagamento più efficiente per promuovere il commercio e gli investimenti tra i Paesi Brics; l’incoraggiamento di una governance dell’intelligenza artificiale inclusiva e responsabile per promuovere lo sviluppo; la collaborazione con le parti interessate alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2025 che si terrà in Brasile, convocata per migliorare la struttura di finanziamento onde affrontare i cambiamenti climatici; il rafforzamento dei progetti di cooperazione tra gli Stati membri, concentrandosi sul miglioramento del sistema sanitario pubblico, ecc.

Ci sono molti punti salienti nella prossima “cooperazione Brics”. Il ruolo del Brasile come presidenza di turno dei Brics, avrà un ruolo di enorme supporto nella “Greater Brics Cooperation”, e questo potrebbe consentire l’adesione di altri Paesi latinoamericani, accrescere notevolmente l’influenza del “Sud del mondo” nella politica internazionale e conferire maggiore forza alla governance globale. I punti salienti della “Greater Brics Cooperation” sono l’approfondimento della cooperazione economica e del sistema commerciale multilaterale. I Paesi Brics hanno compiuto nuovi progressi nella promozione del libero scambio, dei flussi di investimento, della cooperazione energetica e di altri aspetti.

In più vi saranno progetti e studi sullo sviluppo sostenibile e l’economia verde. Poiché la questione del cambiamento climatico sta diventando sempre più importante, i Paesi Brics potrebbero aumentare la collaborazione e svolgere un ruolo importante nell’affrontare il cambiamento climatico. Inoltre, il rafforzamento degli investimenti verdi e della cooperazione tecnologica e la promozione dell’innovazione nei settori dell’economia a basse emissioni di carbonio e dell’energia pulita potrebbero diventare uno dei temi chiave della “Greater Brics Cooperation”.

Ulteriore punto riguarda la riforma e l’innovazione del sistema finanziario. Negli ultimi anni, i Paesi Brics hanno compiuto sforzi costanti per promuovere la diversificazione del sistema finanziario globale e riformare la struttura di voto di istituzioni come il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca mondiale. In futuro, potrà anche svolgere un ruolo attivo nella promozione dello sviluppo delle istituzioni finanziarie dei Paesi Brics (come la Nuova Banca di Sviluppo), nell’espansione degli aiuti esteri e dei progetti di cooperazione, ecc.
Quarto punto è il rafforzarzamento della cooperazione nell’innovazione tecnologica e nell’economia digitale. L’economia digitale sta diventando una forza chiave che guida lo sviluppo economico a livello globale. In settori quali la sicurezza informatica, l’intelligenza artificiale, la valuta digitale e il flusso di dati, i Paesi Brics possono realizzare una cooperazione più ampia, rafforzare la condivisione e l’innovazione tecnologica, promuovere lo sviluppo scientifico e tecnologico nei Paesi dei mercati emergenti e ridurre il divario tecnologico globale.

Quinto: rafforzare la cooperazione nello sviluppo sociale e nella riduzione della povertà. Il “Sud globale” affronta generalmente sfide di povertà, disuguaglianza e sviluppo sociale. I Paesi Brics collaborano per migliorare le condizioni di vita delle persone e promuovere una crescita socialmente inclusiva attraverso la condivisione di esperienze, il sostegno finanziario e l’assistenza tecnica.

Guardando al futuro, ci sono anche attese per la liquidazione della valuta locale e la cooperazione monetaria tra i Paesi Brics. C’è speranza che il “Sud globale” svolga un ruolo maggiore nel nuovo ordine mondiale, promuova la riforma delle istituzioni internazionali e favorisca uno sviluppo globale più equo, inclusivo e sostenibile. Il “Sud globale” può realizzare una cooperazione più stretta in più settori, rafforzare la cooperazione nell’energia tradizionale e nelle nuove energie, nella filiera industriale e nella filiera di fornitura, nello sviluppo verde, nell’innovazione scientifica e tecnologica, negli scambi culturali e in altri campi, e promuovere il progresso economico, sociale e culturale del “Sud del mondo”.

Il valore della Greater Brics Corporation a favore dei Paesi del Sud del mondo

Il “Sud globale” può realizzare una cooperazione più stretta in più settori, rafforzare la cooperazione nell’energia tradizionale e nelle nuove energie, nella filiera industriale e nella filiera di fornitura, nello sviluppo verde, nell’innovazione scientifica e tecnologica, negli scambi culturali e in altri campi, e promuovere il progresso economico, sociale e culturale del “Sud del mondo”. L’opinione di Giancarlo Elia Valori

La sfida della Cavaliera. L'intervista-manifesto di Marina Berlusconi letta da D'Anna

Non un planetario di riflessioni, ma una sfida politica quella dell’intervista di Marina Berlusconi. Il messaggio a Giorgia Meloni e alla maggioranza di governo è subliminale, ma diretto: difendere l’Europa contro le dittature, essere al passo con l’evoluzione culturale della società, cavalcare l’emancipazione e la difesa dei diritti. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Fuga da Pechino. Così i mercati abbandonano la nave cinese

Lo scorso anno gli investimenti esteri diretti in Cina sono crollati di quasi 170 miliardi, facendo registrare il peggior esodo dal 1990 ad oggi. E con la nuova guerra commerciale le cose potrebbero andare anche peggio

Vi spiego il piano della Cdu per il futuro della Germania. Scrive il deputato Hirte

Di Christian Hirte

In vista delle elezioni tedesche della prossima settimana, Christian Hirte, deputato della Cdu al Bundestag, spiega l’importanza di rilanciare la collaborazione con Paesi chiave come Francia, Polonia e Italia, per rafforzare il ruolo tedesco a livello europeo

L’Europa auto esclusa dalla pace di Trump per assenza di realpolitik? L’opinione di Guandalini

Il presidente degli Stati Uniti ha un suo piano per chiudere la guerra in Ucraina. Il Vecchio Continente non è stato consultato e reclama un ruolo da protagonista. L’azione di The Donald è mirata a scavalcare tutti gli ostacoli che potrebbero frenare un rapido negoziato di pace. Guerra per guerra, l’Europa doveva dimostrare coraggio, senza mezze misure. Sei in guerra? Devi entrare in guerra. Impegnare uomini ed eserciti, senza la tiritera invio armi, non le invio, ma le invio per la pace. L’opinione di Maurizio Guandalini

L’Europa al bivio tra autonomia e dipendenza. L’analisi del gen. Caruso

Di Ivan Caruso

La storica telefonata tra Trump e Putin e il controverso discorso del vicepresidente Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco segnano l’inizio di una nuova era nelle relazioni transatlantiche. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi

Italia e Golfo, l’occasione da non perdere. Parla l’ambasciatore del Bahrain

L’ambasciatore del Bahrain in Italia, Ausamah A. Alabsi, evidenzia il crescente ruolo dell’Italia nel Golfo grazie all’impegno diplomatico del governo Meloni. Ecco le opportunità strategiche in sicurezza, economia e connettività  che rafforzano la cooperazione tra Italia e Bahrain

Ecco il soft power italiano nelle infrastrutture idriche del Mediterraneo

Di Pietro Stilo e Gaetano Mauro Potenza

L’innovazione nelle infrastrutture idriche rappresenta una risposta strategica alla scarsità d’acqua e alla gestione inefficiente delle risorse. L’Italia punta a creare un modello replicabile per affrontare crisi idriche come quelle della Sicilia e del Mediterraneo meridionale. L’intervento di Pietro Stilo (RTT Dipartimento Management ed Economia, Università Telematica Pegaso) e Gaetano Mauro Potenza (Security Advisor)

Per il caccia del futuro serve un nuovo ecosistema civile-militare. L’analisi del gen. Bianchi

Il Global combat air programme (Gcap) rappresenta una svolta epocale per la difesa e l’industria aerospaziale. Il caccia di sesta generazione si baserà su intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche, capacità stealth avanzate e cooperazione con droni, ridefinendo le strategie militari. Il programma introduce nuovi modelli di governance per massimizzare efficienza e ritorni industriali, rappresentando un’opportunità per rilanciare la tecnologia e l’economia nazionale

Poste e Cdp al turn over su Tim. Il ruolo dello Stato e il fattore mercato

Completato lo scambio di quote tra le due società. Ora Poste ha un piede ben saldo nel gruppo telefonico, mentre Cassa ha aumentato il peso in Nexi. Ora restano da vedere le eventuali mosse di Iliad. Ma il governo vigilerà

×

Iscriviti alla newsletter