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“Mi stupisce che alcuni si stupiscano”, dice Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in merito alle attività della Wagner in Africa.

Ieri Guido Crosetto, ministro della Difesa, aveva spiegato che “l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane” è “anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi Africani”. Ha risposto a stretto giro con un audio su Telegram lo stesso capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin: “Non abbiamo idea di cosa stia accadendo in merito alla crisi dei migranti, ma noi non ce ne occupiamo”, dice. Per poi usare a proposito di Crosetto l’insulto russo mudak (stronzo).

Oggi Urso, intervenendo alla conferenza “Il soft power dell’Italia”, ha ricordato il suo lavoro negli anni passati come presidente del Copasir. “Il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che ho presieduto negli ultimi anni, aveva già evidenziato al Parlamento come ci fosse una politica di potenza da parte della Russia, anche attraverso i mercenari della Wagner, che hanno via via preso in mano una parte dei Paesi del Sahel accerchiando sostanzialmente l’Europa e sono presenti in gran misura anche in Libia si è anche per certi versi della Cina attraverso la sua potenza economica”. Per quanto riguarda il ruolo della Wagner il ministro ha fatto riferimento alla relazione annuale 2021 presentata nelle prime settimane del 2022, “che evidenziava in modo chiaro come vi era una strategia specifica di potenza della Russia tesa a controllare i Paesi in cui vi era il flusso di immigrazione che poi si realizzava nel nostro Mediterraneo”.

In quel documento si evidenziava come “la Russia, considerata la principale minaccia verso Est, ha intrapreso ormai da qualche anno diverse iniziative assertive da Sud”. Il tutto con: “una presenza con forze navali nel Mediterraneo; una presenza con truppe e l’occupazione di basi in Siria; interventi in Libia, Repubblica Centrafricana, Mali di forze militari proprie o ad esse collegate, come la compagnia Wagner”. Nella Sahel queste attività “hanno l’obiettivo di contrastare e porsi come alternativa alle operazioni dei Paesi occidentali in un’area delicatissima, considerata come il confine meridionale d’Europa da cui originano alcune grandi minacce quali l’enorme instabilità degli Stati saheliani, il terrorismo di stampo jihadista e l’immigrazione clandestina”, continuava il testo. E ancora: “Tali elementi entrano a far parte della guerra ibrida che minaccia l’Unione europea e la sua coesione”.

Intanto, la questione Wagner sembra destinata a tornare in cima alle priorità del Copasir. “Se il ministro della Difesa dice una cosa è perché ha degli elementi per poterlo dire. Ci sarà sicuramente, la prossima settimana, una riunione del Copasir in merito”, ha affermato Claudio Borghi, senatore della Lega e membro del Copasir, all’Adnkronos. “Mi sembra evidente che una cosa del genere debba essere approfondita in sede di Copasir”, ha aggiunto.

Migranti e Wagner. Il Copasir lanciava l’allarme un anno fa

“La Russia, considerata la principale minaccia verso Est, ha intrapreso ormai da qualche anno diverse iniziative assertive da Sud”, si legge nella relazione pubblicata a inizio 2022 (sotto la presidenza di Urso). Intanto, Borghi (Lega) promette che, dopo le parole di Crosetto, il Comitato ne parlerà la prossima settimana

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