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La sede del Parlamento Europeo di Strasburgo ha ospitato la scorsa settimana una sessione di commento del Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace nel mondo e la convivenza comune celebrando il sesto anniversario della firma tra Papa Francesco e il grande imam Ahmad al-Tayyeb.

“Nei prossimi decenni, il panorama religioso globale subirà profondi cambiamenti e l’Europa deve adattarsi di conseguenza. Mentre continuiamo a esplorare l’intersezione tra religione e politica, è essenziale costruire partenariati più profondi con le Chiese e le organizzazioni religiose, sia all’interno che all’esterno dell’Ue, per promuovere la pace, la solidarietà e la comprensione condivisa. Siamo tutti d’accordo sul fatto che i principi fondamentali del Documento sono, in primo luogo, il rifiuto della violenza in nome della religione: nessuna fede religiosa dovrebbe giustificare la guerra, il terrorismo o gli atti di odio. In secondo luogo, assumendo la fratellanza umana come un valore fondamentale, è un impegno condiviso per la giustizia, la pace e la dignità umana, essenziale per il futuro dell’umanità. In terzo luogo, esprimendo l’impegno per il dialogo interreligioso, i leader religiosi devono promuovere la cooperazione e la comprensione per rafforzare la coesistenza pacifica”. Questo un estratto del commento espresso nel comunicato del Gruppo Ppe per il Dialogo Religioso a seguito dell’evento.

Željana Zovko, co-presidente del Gruppo di lavoro del Ppe, ha dichiarato: “Tenendo conto delle implicazioni politiche per l’Ue e gli attori internazionali, possiamo stabilire che le decisioni dovrebbero basarsi su valori condivisi e sul bene comune, piuttosto che su interessi nazionali o economici a breve termine. Inoltre, i principi della fratellanza umana devono essere integrati nelle politiche contro la tratta di esseri umani, negli aiuti umanitari e nello sviluppo. È importante che le istituzioni internazionali continuino a promuovere e difendere la libertà religiosa e i diritti umani. Infine, il rafforzamento del dialogo interreligioso è fondamentale per costruire un mondo più inclusivo. Nella nostra tavola rotonda di Strasburgo i partecipanti hanno affrontato sfide come il concetto di piena cittadinanza che dovrebbe garantire uguali diritti per tutti nella società. Con ciò è fondamentale difendere la dignità umana e la giustizia sociale: i diritti delle minoranze, degli anziani, dei disabili e degli oppressi devono essere garantiti attraverso la legislazione. Un forte impegno per la famiglia e i valori etici è essenziale per costruire società stabili e giuste. Ultimo, ma non meno importante, il dialogo tra i leader delle religioni deve andare oltre le parole e concentrarsi sulla cooperazione pratica negli sforzi umanitari, di sviluppo e di diritti umani. Le comunità di fede devono lavorare insieme per respingere la manipolazione della religione a scopo di lucro politico ed economico. Sono necessari rinnovati sforzi per contrastare l’estremismo, il fanatismo religioso, la polarizzazione e l’intolleranza. Il Gruppo Ppe ha sempre creduto nel potere del dialogo, un dialogo che favorisce la cooperazione, la comprensione e il rispetto. Per più di due decenni, siamo stati l’unico gruppo politico del Parlamento europeo dedicato al dialogo interculturale e interreligioso, un impegno radicato nella tradizione cristiano-democratica. Le lezioni della Dichiarazione di Abu Dhabi sono in linea con i nostri valori fondamentali e offrono un quadro di riferimento per rafforzare l’impegno dell’Europa con le organizzazioni religiose su questioni critiche come il cambiamento climatico, gli aiuti umanitari e la risoluzione dei conflitti”.

Mons. Marco Ganci, Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, ha ricordato le visite del Papa nel 2014 a Strasburgo e al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa, dove ha espresso il bisogno universale del dialogo e, anche, di pensare alla presenza della religione nella società. P. Manuel Barrios Prieto, Segretario Generale della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece), ha affermato che il 4 febbraio è diventata la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 21 dicembre 2020.

Invitato come presidente di Eulema, il Consiglio Europeo dei leader musulmani, ho voluto ricordare la mia partecipazione nel 2019 ad Abu Dhabi alla firma del documento sulla Fratellanza, presentando l’opportunità di un nuovo sviluppo nelle relazioni inter-istituzionali delle piattaforme di collaborazione interreligiosa. Il riconoscimento del valore delle autorità religiose non può seguire criteri di faziosità politica e tantomeno di opposizione al sistema. I rappresentanti religiosi devono essere al servizio delle comunità e di richiamo valoriale alle Istituzioni nel rispetto della laicità dei rispettivi governi, devono salvaguardare la loro autonomia di consiglieri e di interpreti di una saggezza spirituale, non devono essere burattini e neppure essere confusi o strumentalizzati come rivoluzionari di qualche movimento di liberazione antidemocratica. Papa Giovanni Paolo II è stato profetico nell’invitare i rappresentanti religiosi per pregare per la Pace nel 1986 mentre da decenni le iniziative interreligiose sembrano svolgere il ruolo di prevenzione del radicalismo e pacificazione dai crimini del terrorismo. Una nuova fase ciclica sembra richiedere alle autorità religiose di collaborare insieme per costruire un argine a sostegno della dignità e della libertà del pluralismo religioso evitando pericolose asimmetrie e ingiustizie sociali. Questo argine potrà essere efficace solo se si affronta insieme l’analfabetismo religioso e l’indifferenza spirituale con una sensibilità che rispetto il sacro.

Per i partecipanti all’evento al Parlamento Europeo, la Dichiarazione di Abu Dhabi rimane più attuale, offrendo un’opportunità unica per riflettere sul dialogo interreligioso e sul suo ruolo essenziale nel lavoro politico. Mentre l’Ue continua a impegnarsi con le Chiese, le organizzazioni religiose e le altre comunità di fede, è imperativo approfondire la nostra comprensione del loro ruolo nel plasmare il nostro mondo.

 

Perché la Dichiarazione di Abu Dhabi rimane attuale a sei anni di distanza. Scrive Pallavicini

In occasione del sesto anniversario del documento firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam Ahmad al-Tayyeb si è riunita una tavola rotonda sul tema Fratellanza umana per la pace nel mondo e la convivenza comune. Insieme al Gruppo di lavoro del Ppe sul Dialogo Interculturale e Religioso, presente anche l’imam Yahya Pallavicini che racconta a Formiche.net l’incontro

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