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Il D-day della controffensiva ucraina è al centro dell’analisi preventiva degli esperti di strategie militari. Con quali forze e dove attaccherà Kiev ? Tutti concordano che la scelta del fronte d’attacco e la fase iniziale della controffensiva saranno decisive.

Le forze armate ucraine hanno ultimato da settimane la costituzione di una dozzina di brigate di truppe fresche, addestrate in Occidente e dotate di mezzi ed equipaggiamenti di ultima generazione, dai tank Leopard 2 tedeschi, agli Abrahams americani, ai Challenger inglesi. Ogni brigata dispone della copertura dei lanciamissili di precisione Himars e dei sistemi di difesa Patriot Usa e Samp-T italo francesi.

Esaurita nella trappola di Bakhmut la temuta offensiva russa, che secondo le autoillusorie ambizioni del Cremlino in coincidenza con l’anniversario dell’inizio dell’invasione avrebbe dovuto dilagare in Ucraina da Nord, Est e da Sud, l’armata russa ha assunto un assetto difensivo in attesa del completamento dell’arruolamento e addestramento delle nuove truppe mobilitate per ricostituire i reparti decimati dalle terribili perdite iniziali subite in seguito a quelle che vengono considerate le sconfitte più catastrofiche dalla Seconda Guerra Mondiale.

Dopo quelle di Kiev e Mykolaiv, di Izyum, Lyman e Kherson, lo stato maggiore ucraino si appresta a lanciare la sua terza controffensiva prima dell’estate. Le opzioni delle direttrici d’attacco sono diverse ed ognuna viene valutata in una logica di condizioni reali e controindicazioni complessive.

Una controffensiva lungo la linea Kreminna-Svatove, che rappresenta il limite estremo raggiunto dalla seconda controffensiva ucraina, si scontrerebbe contro truppe russe, numerose ma poco addestrate. Un eventuale successo spezzerebbe la catena logistica russa verso il Donbass e probabilmente costringerebbe le truppe di Mosca ad arretrare sulle posizioni del 24 febbraio 2022, in considerazione del fatto che Severodonetsk e altri centri della regione sono ritenuti quasi indifendibili.

Una controffensiva nell’area di Bakhmut potrebbe prendere in contropiede i russi che da nove mesi tentano di conquistare questo nodo strategico con un enorme numero di perdite di soldati e di mezzi . Dopo averla quasi totalmente rasa al suolo i mercenari del gruppo Wagner e i militari moscoviti ben difficilmente potrebbero asserragliarvisi per una difesa. A Sud avanzare verso la città di Donetsk costituirebbe un obiettivo emblematico, ma comporterebbe il rischio di affrontare combattimenti urbani. In pratica a parti inverse potrebbe scattare la stessa trappola di Bakhmut.

Un altro fronte di importanza strategica probabile obiettivo della controffensiva, è quello meridionale che comprende un vasto territorio che va dal Dnipro – nella parte dove il fiume è largo come un grande lago – e comprende città importanti come Melitopol, Berdiansk e soprattutto Mariupol.

Riaffacciandosi sul mare di Azov, Kiev interromperebbe la continuità tra il Donbass e la Crimea, annullando le conquiste dei russi in quattordici mesi di guerra. Soprattutto, causerebbero l’isolamento della Crimea, dato che nei prossimi mesi le forze di Kiev saranno in grado di colpire con missili oltre i 300 chilometri. La recente visita di incoraggiamento di Putin a Kherson fa ritenere che il Cremlino teme che la città possa essere tra le principali direttrice dell’offensiva. Un successo su questo versante porterebbe gli ucraini al confine con la Crimea e costringerebbe i russi a spostare forze importanti per la sicurezza della regione occupata dal 2014. Le controindicazioni riguardano l’attraversamento del fiume Dnipro.

La scelta strategica di un obiettivo tuttavia non ne esclude un altro, come avvenuto a settembre quando Kiev avanzò inizialmente verso Kherson, per poi lanciare una fulminea controffensiva a Kharkiv, a più di mille chilometri di distanza e riuscendo alla fine anche a conquistare Kherson. Da Annibale a Napoleone, da Patton a Eisenhower, i grandi strateghi provano sempre a ripetere le manovre a sorpresa che hanno avuto successo. Il vero obiettivo della controffensiva di Kiev è a Mosca: destabilizzare il regime di Putin e determinare la fine della guerra.

Ucraina, le direttrici della controffensiva di Kiev nell'analisi di D'Anna

Preparato da mesi con l’apporto occidentale il giorno più lungo della controffensiva ucraina contro l’armata russa di invasione ha un obiettivo strategico molto più ambizioso, perché attraverso la riconquista dei territori occupati si prefigge di destabilizzare il regime di Putin e porre fine alla guerra. L’analisi di Gianfranco D’Anna

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