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Dopo il Covid-19, l’influenza aviaria. Sebbene non sia mai andata via del tutto, la malattia sembra essere tornata in Europa con un’altra veste. Nuovi focolai del virus sono stati identificati in Francia e in Spagna. E la scoperta di una rara mutazione del H5N1 in un allevamento di visoni in Galizia, al nord-ovest della Spagna, sembra aver sdoganato la trasmissione da mammifero a mammifero.

La scoperta è stata pubblicata in uno studio della rivista Eurosurveillance insieme all’analisi della sequenza genetica del virus, che preoccupa gli esperti. Precedentemente, nel New England era avvenuta un’altra epidemia tra mammiferi, ma nelle foche, quindi in animali selvatici difficili da studiare e controllare.

Il virus identificato in Galizia appartiene alla famiglia dell’attuale epidemia di aviaria in Europa, indicata con la sigla 2.3.4.4b, e la mutazione T271A, trovata nel gene PB2 del virus, è diventata una sorvegliata speciale.

Isabella Monne, dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha spiegato all’agenzia Ansa che “finora il virus H5N1 aveva fatto solo salti sporadici nella popolazione dei mammiferi, ma il caso spagnolo è di rilievo perché, sulla base dei dati raccolti, il virus si è diffuso all’interno dell’allevamento, tra mammifero e mammifero”.

In questo caso, un allevamento intensivo di mammiferi è venuto a contatto con un virus dopo eventi di infezione nei volatili selvatici e c’è stata trasmissione all’interno dell’allevamento: “È un evento che ci ricorda che l’influenza aviaria va trattata come un problema che può interessare altre specie. Anche dal punto di vista ecologico è estremamente importante perché un virus letale negli uccelli selvatici implica una perdita della biodiversità”.

In Francia sono stati segnalati diversi focolai ad agosto del 2022, che hanno portato all’abbattimento di circa 5 milioni di polli. Secondo Monne, “più il virus continua a circolare, più ha la possibilità di trovare nuovi ospiti. I virus dell’influenza del tipo A hanno una frequenza evolutiva più alta: a loro interessa adattarsi al maggior numero di ospiti possibile”.

Per le autorità sanitarie francesi, il contagio di alcuni animali domestici come i gatti potrebbe agevolare il passaggio del virus agli umani. Natàlia Majó, esperta del Centro di Ricerca in Sanità Animale dell’Istituto di Ricerca e Tecnologia Agroalimentaria della Catalogna, ha spiegato a Infobae che la situazione è uno scenario pericoloso, “che facilita che il virus entri in contatto con i mammiferi ed, eventualmente, con gli umani”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che l’influenza aviaria H5N1 può arrivare agli esseri umani, soprattutto tra chi lavora con animali contagiati. In Europa è stata registrata in 29 Paesi dal 1° agosto, secondo il monitoraggio dell’Ecole Supérieure d’Agricultures. La piattaforma francese sostiene che il continente è nella peggior epidemia di influenza aviaria registrata fino ad oggi, per la variante H5N1, altamente contagiosa. Tra i sintomi ci sono mal di testa, tosse, mal di gola, dolori muscolari e febbre. Altri pazienti hanno presentato congiuntiviti, vomito e dissenteria.

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