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Niente da fare neppure questa volta per Viktor Orbán. Al Summit per la democrazia che si terrà la prossima settimana l’Ungheria non è stata invitata dal presidente statunitense Joe Biden, che ha scelto di lasciarla fuori come già fatto a dicembre del 2021 in occasione del lancio dell’incontro. Pesano questioni come la situazione interna all’Ungheria, specie sui diritti, e il contesto internazionale, con il Paese dell’Est Europa che sembra più vicino alla Russia e alla Cina che all’Unione europea e alla Nato. Basti pensare che nelle scorse ore Gergely Gulyás, capo di gabinetto di Orbán, ha definito “infelice” il mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti di Vladimir Putin e ha comunicato che il leader russo non verrebbe arrestato se mettesse piede su suolo ungherese. Sebbene il governo ungherese abbia aderito alla Corte penale internazionale, ha spiegato Gulyás, il trattato “non è stato ancora promulgato poiché contrario alla Costituzione”. Immediata la replica della Corte dell’Aia: un portavoce interpellato dall’Ansa ha smentito la narrazione del governo Orbán, precisando che l’Ungheria “ha ratificato il trattato nel 2001 e ha l’obbligo di cooperare con la Corte nel quadro dello Statuto di Roma”.

Tra i circa 120 Paesi invitati per la tre giorni di lavoro, ha rivelato Foreign Policy, non c’è anche un altro Paese Nato: la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. E anche qui, niente di nuovo né sorprendente. Pesano di nuovo le questioni interne, a cui si aggiunge la posizione di Ankara sull’adesione all’Alleanza atlantica di Finlandia e Svezia.

Il presidente Biden ospiterà il secondo Summit per la democrazia con i governi di Costa Rica, Paesi Bassi, Repubblica di Corea e Repubblica di Zambia, spiega il dipartimento di Stato americano sottolineando che all’evento, virtuale e non, parteciperanno rappresentanti dei governi, della società civile e del settore privato. “Insieme, mostreremo i progressi compiuti dai partner del Summit rispetto agli impegni assunti durante l’Anno d’azione e organizzeremo un’azione collettiva per affrontare le sfide emergenti per la democrazia,” continua la nota.

C’è da aspettarsi una reazione cinese al Summit per la democrazia. L’anno scorso la propaganda del Partito comunista cinese aveva attivato la sua propaganda allo scopo di mettere in dubbio il concetto di democrazia organizzando dibattiti e pubblicando un libro bianco dal titolo “Democrazia cinese”. Propaganda che, come raccontato su Formiche.net, aveva trovato megafoni anche in Italia.

Summit per la democrazia, Biden esclude Orbán ed Erdogan

Estromesse dall’evento della prossima settimana Ungheria e Turchia, come in occasione del lancio a fine 2021. Pesano le condizioni dei diritti umani e le posizioni su Russia, Cina e Nato

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