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“La prima cosa che un investitore estero guarda è quanto è stabile un governo, poi alla gestione del debito pubblico e al posizionamento internazionale”, spiega a Formiche.net Chiara Albanese, corrispondente di Bloomberg News, voce del podcast Politics de Il Post e autrice del libro “That’s Politica!”, edito da Vallardi (2023).

Come nasce questo libro e cosa vuole raccontare?

Questo libro nasce con l’idea di unire le mie due identità professionali: quella di corrispondente politica di Bloomberg News, che racconta la politica italiana agli investitori, e quella di podcaster con il programma Politics de Il Post con cui racconto la politica a chi non vive la bolla romana. Da qui è nata l’idea di un libro che raccontasse non solo come funziona la politica, come si fa, cosa conta davvero, qual è l’impatto. Ma anche spiegare perché dovrebbe interessarsene anche chi fa altri mestieri, chi non la vive ogni giorno. E il motivo è che la politica ha un impatto diretto sulla vita quotidiana di tutti. Tra termini strani, retroscena e meccanismi un po’ oscuri degli addetti ai lavori, il governo, il parlamento e altre istituzioni, come ad esempio Cassazione o il Consiglio di Stato, prendono decisioni che riguardano le nostre vite.

Cosa guarda dell’Italia un investitore estero?

La prima cosa che guarda è quanto è stabile un governo. In Italia i governi durano circa 14 mesi. La seconda è come l’esecutivo gestirà i conti pubblici, dato che il debito pubblico italiano è quello più alto nell’eurozona dopo la Grecia. È un fattore potenzialmente esplosivo, che rimane sotto controllo finché c’è una gestione prudente. Quindi l’investitore guarda molto se un governo va immediatamente a fare debito per finanziare nuove misure. Ad esempio, il governo Meloni non lo sta facendo, ed è per questo che non fa particolare paura a livello internazionale. Anzi, da quando è al governo Giorgia Meloni non ha mai fatto richieste di aumento del debito, ma è stata sempre piuttosto in linea con le richieste dell’Unione europea. In terzo luogo, si guarda quanto cambia il posizionamento internazionale dell’Italia a seconda dei governi. Ad esempio se un governo manterrà la linea di politica estera precedente. Penso ai rapporti con gli Stati Uniti, alla linea nei confronti della Russia, ma anche ai rapporti con la Cina. Il governo Meloni ha tenuto un posizionamento molto chiaro, in particolare sulla Russia e sulla vicinanza con gli Usa che non ha mai messo in dubbio.

Probabilmente un investitore guarda anche al sistema giudiziario, un tema spinoso nel nostro Paese.

La giustizia è un tema interessante perché l’Italia è abbastanza famosa per la durata dei suoi processi e il fatto che abbia un sistema di tribunali inefficiente. Però, spesso ci si ferma a prenderlo come un dato di fatto. Il punto è che per come funziona l’Italia si spostano sulla macchina della giustizia tante questioni amministrative. Ovvero, in mancanza di leggi, o anche di procedure standard, si fa ricorso alla giustizia con una certa leggerezza. Questo succede con gli atti di nascita da parte di genitori dello stesso sesso, con le multe, con questioni di appalti o costruzioni, la risoluzione di crediti deteriorati. Questo si traduce in un grande costo per lo Stato, anche perché la giustizia costa a causa delle sue strutture, penso ai vari gradi.

Nonostante alcune debolezze che abbiamo evidenziato, l’Italia comunque rimane un Paese importante. Ci sono dei fattori che possono spiegare questa apparente contraddizione?

Sicuramente l’Italia è un’economia molto grande, possiede un’industria con punte di eccellenza, o grandi poli per quanto riguarda l’innovazione. Rimanendo sulla questione della bolla politica romana, l’Italia funziona soprattutto grazie alla cosiddetta macchina burocratica. Gli apparati amministrativi che, a differenza dei governi, non cambiano. E mi riferisco proprio al funzionamento dei ministeri: Interno, Esteri, Economia e Finanze… Lì ci sono dipartimenti con Direttori generali che non sono soggetti al cosiddetto spoils system, dunque rimangono al loro posto a prescindere dal cambio di governo. Questo garantisce un’incredibile continuità al funzionamento dello Stato. Tutto questo riflette il fatto che sotto alla superficie di volatilità della politica c’è una certa stabilità.

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“L’Italia funziona soprattutto grazie alla cosiddetta macchina burocratica, gli apparati amministrativi che, a differenza dei governi, non cambiano”. Lo dice a Formiche.net Chiara Albanese, giornalista di Bloomberg News e Il Post, a proposito del suo nuovo libro “That’s Politica!”

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