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Molti sanno cosa significa Medjugorje. Credenti e non credenti. Tra i credenti cristiani un numero crescente crede nelle apparizioni che dal 1981 avvengono in questa cittadina della Bosnia-Herzegovina. Ad oggi, dei sei veggenti, che in quel 25 giugno 1981 videro una bella signora (come hanno sempre attestato), la Gospa (Madonna) su una collina (Podbrdo), solo tre hanno ancora le apparizioni quotidiane. La Vergine Maria, ogni 25 del mese, da decenni, dona un messaggio ai credenti, chiedendo di pregare per “coloro che ancora non conoscono l’amore di suo Figlio Gesù”.

La novità, che dovrebbe scuotere i dubbiosi, è che tali messaggi ricevono da diversi mesi una “certificazione”, ossia una frase aggiunta al testo per la diffusione pubblica: “Con approvazione ecclesiastica”. E, qualche anno fa, il Vaticano ha inviato un osservatore, S.E. Aldo Cavalli, che vive in Medjugorje e osserva il “caso” da vicino ed è colui che è “mezzo” di comunicazione tra i messaggi ricevuti dalla veggente Marija Pavovlić, e la Santa Sede, che analizza di volta in volta il messaggio, sul versante teologico e pastorale, per appunto attribuire al singolo messaggio la “certificazione” di cui sopra.

Sulle migliaia di confessioni, sulle centinaia di sacerdoti in con-celebrazione, soprattutto durante il Festival dei Giovani (MladiFest: ormai a 60.000 giovani da tutto il mondo, ogni agosto), sulle innumerevoli conversioni, nonché diverse guarigioni fisiche, che avvengono in quel luogo, vi sono molte testimonianze. Per tacere delle diverse chiamate al sacerdozio di laici, giovani e meno giovani. Il cuore dei messaggi della Madonna di Medjugorje si può riassumere in poche frasi dette, sempre secondo i veggenti, dalla Madonna stessa: “Ho scelto questo villaggio perché qui la fede è ancora viva e sincera. (…) Sono venuta a continuare quello iniziato a Fatima (…) Tornate ai sacramenti, pregate il Rosario (…) Pregate per la pace nei cuori e nel mondo”.

“Quando arrivi a Medjugorie, senti davvero la presenza della Madonna!”. È quello che testimoniano, da 44 anni, migliaia di pellegrini. Anche se qualcuno può aggiungere, “come accade a Lourdes, a Fatima, a Loreto, a Rue du Bac, dalla Madonna delle Grazie, quella di Padre Pio”. Nei santuari, si sa, fioriscono anche i negozietti di articoli religiosi e souvenir. Medjugorje non può sottrarsi a tale “destino” commerciale. Alcuni “credenti” storcono il naso, sottolineando che quando accade ciò, lì non vi è “vero” culto, vera fede. Solo business. In realtà, dobbiamo considerare che se si creano posti di lavoro, non è contrario al messaggio evangelico. Diverso, se il singolo commerciante esagera con i prezzi.

Eccoci davanti a un negozietto: mamma, papà e figlioletto. Sono italiani. È il 5 agosto 2025. Comprano un rosario colorato per il loro bambino che, contento, lo rimira e rapido se lo infila nel braccino. Ma, davanti alla T-Shirt di Luka Modrić, che con il pallone d’oro nel 2018 interruppe la lunga serie dei palloni d’oro di Lionel Messi, campione mito della nazionale croata, amato anche nella area linguistica croata della Bosnia-Herzegovina, rimane fulminato. La vuole! Ed ecco che appena la ha tra le mani, quante esclamazioni di felicità! Come se la rigira soddisfatto! Ora cammina sul marciapiede saltellando per la gioia. Quella per lui, il nome di Modrić a grandi caratteri, è la sua “apparizione”. C’è qualcosa di male? Per niente, direbbe Don Giovanni Bosco: ai bambini e ragazzi consigliava la preghiera, accanto alla pratica di un sano sport.

Ieri, 14 settembre 2025, Luka Modrić, con i suoi “splendidi quaranta anni”, come direbbe qualcuno, ha segnato il suo primo gol nel campionato italiano facendo vincere la propria squadra, l’A.C. Milan. La Gospa lo ha aiutato? Non lo sappiamo. Del resto sui campi di gioco di diversi sport tanti artisti ringraziano il proprio Alto Fattore (come direbbe il Sommo Poeta). Fa proprio bene il Milan ad affidarsi a bravi giocatori, anche se “anziani”, se conducono una vita sana come Modric. Un credente, tra l’altro, innamorato della Gospa. Che sicuramente lo ha protetto. Altro che aiuto dal “diavoletto”, simbolo del club, ritenuto da molti tifosi un autentico “porta-sfortuna”!

Flash-forward. Sono passati alcuni anni. Il 40enne Modrić, e altri diciannovenni del campionato di calcio 2025/26, hanno ormai appeso gli scarpini al chiodo. Quella T-Shirt del 2025 giace in un baule, in soffitta. Il rosarietto colorato con la medaglietta della Gospa su un lato, e Gesù misericordioso sull’altro, spezzato dall’usura, dorme in un cassetto.

Un giovane adulto cammina tra i negozietti di Medjugorje. Sua moglie ha acquistato dei rosari. Anche una statuina della Gospa, che l’ha colpita per la sua delicata linea, le mani aperte e accoglienti. La metterà nel soggiorno. Egli, con sorriso, osserva i diversi oggetti da souvenir. Stacca da una stampellina una T-Shirt con il nome di un nuovo campione del calcio e la porge a suo figlio: la reclamava, insistendo come fanno i bambini, a mezza voce, con “per favore… per favore…”. La donna, che tiene la “cassa” del pellegrinaggio, paga: il piccolo saltella verso di lei spiegando nella sua larghezza e lunghezza la T-Shirt. Il calcio: uno sport, una passione. Il cielo è blu, Medjugorje è viva e colorata. Traboccante di giovani. Come sempre.

Luka, la Gospa e il diavoletto. Il racconto di Ciccotti

Fa proprio bene il Milan ad affidarsi a bravi giocatori, anche se anziani, se conducono una vita sana come Luka Modrić. Un credente, tra l’altro, innamorato della Gospa. Che sicuramente lo ha protetto. Altro che aiuto dal diavoletto, simbolo del club, ritenuto da molti tifosi un autentico porta-sfortuna. La riflessione di Eusebio Ciccotti

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