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È tutta colpa del global warning, il riscaldamento globale. È diventata più che un ulteriore responsabilizzazione alle scelte degli umani, la palla in tribuna per allontanare le nostre responsabilità. Ischia è un’isola ad elevato rischio idrogeologico, noto da oltre trent’anni. Dovrebbe essere un motivo in più per rispettare le leggi e non consentire deroghe.

È più importante il consenso che la vita. Terremoto nel 2017 e solo un anno dopo il condono edilizio, nascosto nel “decreto Genova” quello successivo al crollo del ponte Morandi. Si legga l’art.25, si tratta di una procedura di semplificazione appunto per ottenere il condono. Fu l’esordio del governo Conte, Salvini, Di Maio. Una mega sanatoria per 28.000 abitazioni, in un’isola dove abitano 62.000 persone. Un territorio fragilissimo e ampiamente cementificato, come tutta la Campania. Come spiegato con precisione da Legambiente, ad Ischia sono circa 600 le case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento ed arriva a 27.000, invece, il numero delle pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali: di queste risultano negli uffici tecnici di Forio 8530 istanze, 3506 a Casamicciola e 1910 a Lacco Ameno. Dopo il Decreto Genova del 2018, contenente un condono per la ricostruzione post terremoto di Ischia, il numero di fabbricati danneggiati che hanno fatto richiesta di sanatoria sono ad oggi circa 1000.

Siamo un Paese che ha accettato la vergogna dell’“abusivismo di necessità”. Che dà dello “sciacallo” a chi chiede l’individuazione delle responsabilità. Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno prontamente “dichiarato”. Senza parole sulle loro responsabilità, si aggiungono al “cordoglio”. Ci vorrebbe un po’ di ritegno nel parlare di ambiente, di dissesto idrogeologico, di difesa della vita.

La tragedia è la distruzione e le vite perdute ma ancora di più dei politici incapaci e irresponsabili che investono sulla smemoratezza dei cittadini e sulla buona memoria di chi infrange le regole e viene premiato. Tra i dispersi c’è una famiglia intera con una bambina piccolissima. Spiegateglielo che è colpa dell’evento imprevisto.

Le tasse da pagare, le regole con cui costruire in sicurezza, quando il consenso vale più delle regole, queste ultime si derogano o modificano per condonare le ingiustizie. Nel gioco di specchi tra il politico furbo e mediocre e l’italiano che chiede sconti sul rispetto delle leggi perché le regole per tutti, sono troppo impegnative per loro.

Anche stavolta ci tocca ascoltare il solito cordoglio di chi ha responsabilità dirette su ciò che è accaduto. Si rispettano i morti, riconoscendo errori e chiedendo scusa. Anche nelle Marche durante l’alluvione del 15 settembre l’assessore alla protezione civile era in campagna elettorale. È ancora lì al suo posto. Pronto ad “unirsi al cordoglio” e a parlare di tragedia alla prossima occasione. Forse perché in un Paese malato è normale fidarsi  di più di chi ci prende in giro. Del resto, chi paga tutte le tasse e rispetta le leggi è considerato alla stregua dei “fessi”. Ma questi “fessi” sono la stragrande maggioranza, dovrebbero unirsi nell’essere più esigenti dalla politica e sulla difesa della legalità di tutti i loro concittadini.

Su Ischia risparmiateci il solito cordoglio dei responsabili. Scrive Bentivogli

Anche stavolta ci tocca ascoltare il solito cordoglio di chi ha responsabilità dirette su ciò che è accaduto. Si rispettano i morti, riconoscendo errori e chiedendo scusa. Il commento di Marco Bentivogli

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