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Alla fine l’Europa a due velocità c’è sempre stata. Solo che le casacche hanno cambiato colore. Nel giorno della resa dei conti dentro e fuori il governo di François Bayrou, la cui crisi è diventata il simbolo di tutti i guai della Francia venuti al pettine, arriva l’ennesima dimostrazione del fatto che ormai in Europa gli equilibri sono cambiati. Formiche.net ha raccontato più volte di come le finanze francesi, sotto pressione da anni a causa dell’aumento del deficit, abbiano portato a un aumento spropositato del costo del debito nazionale. Addirittura più oneroso di quello italiano e di altri Paesi mediterranei, questi fino a dieci anni fa considerati i grandi malati d’Europa. Ora però i malati hanno nome e cognome diversi e rispondono al nome di Germania, Francia e anche Regno Unito (a Londra, la scorsa settimana, è scattato l’allarme rosso per i tassi pagati sui titoli inglesi).

Ora anche i mercati azionari si mettono in scia a quelli obbligazionari. Gli indici di Grecia, Italia e Spagna, Paesi che, come detto, più di dieci anni fa erano l’epicentro della crisi del debito della regione, quest’anno hanno superato quelli più grandi di Germania e Francia, sovraperformando l’indice paneuropeo Stoxx Europe 600. Rispetto agli indici di Germania e Francia, ha scritto il Financial Times, i mercati azionari dell’Europa meridionale sono scambiati a rapporti prezzo/utili molto più bassi, offrendo agli investitori un punto di ingresso più conveniente nella crescita del continente.

La presentazione del pacchetto di stimoli fiscali della Germania e l’enorme aumento della spesa europea per la difesa, trainato proprio da Berlino, insieme al nervosismo dei mercati riguardo al fatto che la guerra commerciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump possa influire sui rendimenti di Wall Street, hanno portato a un aumento dell’interesse degli investitori per il continente. Ma mentre la spesa tedesca è stata il principale catalizzatore per l’Europa, quest’anno gli indici principali di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo hanno registrato rendimenti ancora migliori rispetto al Dax (l’indice della Borsa teutonica) tedesco.

E così, per esempio, l’istituto di credito greco Alpha Bank ha guidato i guadagni alla Borsa di Atene, più che raddoppiando il suo prezzo quest’anno, mentre il gruppo spagnolo di tecnologia dell’informazione Indra Sistemas è cresciuto di oltre il 90%. La forte crescita economica dell’Europa meridionale ha contribuito a sostenere il rialzo. I dati del secondo trimestre di quest’anno hanno mostrato che l’economia greca è cresciuta dell’1,7% su base annua, mentre il Pil tedesco si è contratto dello 0,3%. Ora, con la crisi francese al suo atto finale, le cose per i Paesi del blocco ex-virtuoso si metteranno ancora peggio. A cominciare, proprio, dalla Francia.

 

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