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A Milano, in questi giorni, è di scena il Saudi-Italian Business Forum, organizzato dall’Assolombarda, per mettere a sistema le realtà industriali italiane e dell’Arabia Saudita. Dalla geopolitica all’economia, e viceversa, il passo è breve. La guerra commerciale sta d’altronde riscrivendo alcune regole del gioco, oltre alla stessa cartina geografica dei mercati. Ci sono praterie in cui l’Italia può inoltrarsi, dall’India al Global South, portando il made in Italy in una dimensione diversa.

SAUDI CONNECTION

Un po’ di numeri, quelli elaborati direttamente dal Centro studi di Assolombarda. L’Arabia Saudita oggi rappresenta il diciannovesimo partner commerciale per l’Italia. Nel 2024 l’export verso il Paese è stato pari a 6,2 miliardi di euro, di cui 2 miliardi dalla sola Lombardia, mentre l’import dall’Arabia Saudita all’Italia è stato di 4,1 miliardi (di cui 693 milioni in Lombardia). Ancora, per quanto riguarda la Lombardia, sempre nello stesso periodo, vale a dire il 2024, le vendite in Arabia sono quasi raddoppiate (+95%).

Secondo Assolombarda, l’Arabia Saudita acquista dall’Italia soprattutto beni nel settore meccanica, per un valore di 2,3 miliardi di euro nel 2024. Seguono le vendite di metalli per 525 milioni. Anche a livello lombardo l’export verso l’Arabia Saudita si concentra nel settore meccanica, con un valore esportato di 942 milioni di euro (pari al 48% dell’export manifatturiero lombardo verso l’Arabia Saudita). Seguono i metalli per 260 milioni di euro e la chimica per 183 milioni.

LA NUOVA SPONDA ITALIANA

Oltre a i numeri, che certificano la consistenza dell’asse Roma-Riad in materia di export e business, c’è anche la spinta che arriva direttamente dal governo, dalla Farnesina, per la precisione. Intervenendo al forum milanese, il sottosegretario agli Affari Esteri Maria Tripodi, su delega del vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha inaugurato lo stesso Saudi Italian Business Forum, per poi ribadire come “le relazioni fra Italia e Arabia Saudita sono eccellenti ed in costante crescita, con un notevole potenziale di ulteriore rafforzamento in termini di investimenti e scambi commerciali”. Qui il riferimento è alla recente missione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ad Al-Ula, dalla quale è uscita una dichiarazione congiunta che ha avviato la cooperazione strutturata tra Italia e Arabia Saudita, in diversi settori di reciproco interesse.

Tripodi ha inoltre sottolineato come il governo italiano, su impulso del ministro Tajani, sia fortemente impegnato nella strategia di sostegno alle nostre imprese, a favore dell’internazionalizzazione e della diversificazione dei mercati. Per raggiungere questo obiettivo, è stato presentato dal ministro Tajani un innovativo Piano per l’Export, in cui l’Arabia Saudita gioca un ruolo di primo piano. “Il contributo che le imprese italiane assicurano alla nostra crescita condivisa è di fondamentale importanza e proseguirà, con l’assistenza del Governo, verso l’esplorazione in comune di nuove collaborazioni in settori strategici, come grandi progetti infrastrutturali, energetici, della difesa e delle nuove tecnologie, progetti di respiro transnazionale e transcontinentale anche nell’ambito della Saudi Vision 2030, a cui l`Italia è pronta a dare il suo contributo”, ha concluso Tripodi.

GUARDARSI ATTORNO

Che l’Arabia Saudita sia insomma una terra su cui dirottare l’export italiano è provato anche dalle parole arrivate dalle stesse imprese. Veronica Squinzi al vertice di Mapei, l’azienda per la chimica e l’edilizia resa grande dal padre Giorgio (già presidente di Confindustria e scomparso nel 2019), è vicepresidente di Assolombarda con delega all’internazionalizzazione. “Come imprenditori, siamo particolarmente entusiasti delle promettenti opportunità emerse in seguito alla recente visita della presidente Meloni in Arabia Saudita, che ha spianato la strada a partnership strategiche e investimenti significativi in settori chiave come la tecnologia, l’energia rinnovabile e le infrastrutture”.

“Questi sviluppi evidenziano il potenziale delle imprese italiane di prosperare e contribuire all’ambiziosa Saudi Vision 2030, con l’obiettivo di trasformare l’economia e la società del Regno, diversificando l’economia, riducendo la dipendenza dal petrolio e sviluppando i settori dei servizi pubblici come la sanità, l’istruzione, lo sport e il turismo”, ha continuato Squinzi secondo cui “le associazioni come Assolombarda, e il sistema Confindustria nel suo complesso, possono svolgere un ruolo cruciale nel facilitare la raccolta di informazioni e la creazione di partnership internazionali”.

D’altronde, “la nostra ricchezza è la forte rete internazionale, costruita nel corso degli anni grazie a incontri internazionali, forum economici, missioni commerciali all’estero: contatti con rappresentanti istituzionali, agenzie di sviluppo, associazioni imprenditoriali, enti che rappresentano il sistema Italia nel mondo, professionisti certificati che conoscono bene il sistema imprenditoriale italiano. E questo tesoro di contatti è a disposizione delle aziende associate, da utilizzare come testa di ponte per avvicinarsi in modo sicuro ai nuovi mercati e aiutare le imprese a orientarsi nella complessità del commercio globale”.

Roma-Riad, così Assolombarda pesa il valore della partnership

A Milano il Forum per le imprese italiane e saudite, organizzato da Assolombarda. Il punto di partenza è un export aumentato dell’87% in quattro anni. Ma si può fare molto di più, specialmente se la guerra commerciale dovesse protrarsi a lungo

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