Skip to main content

La vigilia di Natale le redazioni e non solo state inondate da un «appello degli economisti» perché il Parlamento non ratifichi l’accordo intergovernativo sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e l’Italia proponga che a) venga rimborsato il capitale agli Stati che lo hanno già versato e b) si crei un’Agenzia europea del debito dove si parcheggi (presumibilmente per sempre) parte del debito sovrano accumulatisi in questi anni. L’appello è apparso sul sito della rivista Micromega, la cui testata, dal titolo volterriano, non esce più in edicola da qualche tempo. Si è sempre proclamata come «voce della sinistra eretica»; visto chi collabora, sarebbe più appropriato chiamarla «voce della sinistra chic», quella che i francesi chiamano gauche caviar.

I firmatari sono una ventina. Alcuni (peraltro pochi) accademici di fama, la maggior parte docenti che sperano (un giorno) di diventare famosi anche loro, un paio di giornalisti economici. Alcuni, scrivono da anni spesso sul Fatto Quitidiano e occasionalmente su Repubblica invocando politiche «keynesiane» ma equivocando il grande economista britannico: chiedono che lo Stato si indebiti per finanziare spesa di parte corrente a fini redistributivi, mentre (si rileggano la Teoria Generale o il recente libro di Giorgio La Malfa Keynes, l’eretico dove parte dell’epistolario dell’economista britannico viene riprodotto e commentato) Keynes ha sempre insistito che la spesa in disavanzo dovesse essere utilizzata unicamente per investimenti ad alto tasso di rendimento economico.

Di per sé, l’appello non avrà effetti perché pochi vanno sul sito di Micromega. Chi lo legge, poi, vi trova argomentazioni per ratificare l’accordo Mes e utilizzarlo in caso di necessità.

I firmatari ripetono argomenti della destra e della sinistra radicale: l’accordo sarebbe inutile e lesivo della sovranità di Stati altamente indebitati e non faciliterebbe – come argomentato dalla Banca centrale europea (Bce) – il completamento dell’unione bancaria europea.

L’accordo non è inutile, come possono testimoniare gli Stati che hanno chiesto e ottenuto i finanziamenti dal “predecessore” del Mes (anche se non tutte le parti politiche della Grecia condividono questo punto di vista). Avere l’opinione di Bce, Fondo monetario internazionale e Commissione europea sulla propria politica di riassetto strutturale (e di riduzione del debito) è essenzialmente una forma di assistenza tecnica indipendente e gratuita: l’Italia ne ha tratto vantaggio più volte, ad esempio nel caso di finanziamenti «stand-by» del Fmi e dei prestiti della Banca mondiale a quella che era la Cassa per il Mezzogiorno. Ha comunque un effetto positivo su come i mercati rispondono alle nostre emissioni di titoli di Stato; nel 2011, lo spread non sarebbe arrivato a livelli così elevati se ci fosse stato un «prestatore di ultima istanza» in grado di aiutare il Governo a formulare un programma di riassetto strutturale ed a monitorarne l’attuazione.

L’affermazione, poi, che il completamento dell’unione bancaria possa essere effettuato con un «Fondo unico di risoluzione» nell’ambito della Bce significa non conoscere gli elementi di base dell’assetto Ue: l’«unione bancaria» è, infatti, aperta a Stati che fanno parte dell’Ue ma non della zona dell’euro tanto che Croazia e Bulgaria vi hanno già aderito e le loro banche di maggiore dimensioni sono soggette al Meccanismo di vigilanza unico.

Quindi, il Mes è utile e, mio avviso, il relativo accordo va ratificato al più presto. Se non altro perché se l’Italia è l’unico Paese che, non ratificando, impedisce che altri si avvantaggino dello strumento e non avrà, poi, alcuna voce in capitolo nel negoziato per il riassetto del Patto di Crescita e Stabilità.

Sulla sua utilizzazione da parte dell’Italia il discorso è più complesso. La mia posizione è sempre stata chiara: utilizzare il «Mes sanitario» per riparare parte dei problemi del sotto finanziamento della sanità negli ultimi dieci anni. L’alternativa è abolire da subito l’inutile e dannoso «reddito di cittadinanza» ed impiegarne lo somme per la sanità. Piacerà ai firmatari dell’appello?

(Foto da European Stability Mechanism

Quell'appello per (non) ratificare il Mes e l'equivoco keynesiano

Nonostante l’appello di “Micromega”, secondo Giuseppe Pennisi il Mes andrebbe ratificato, se non altro perché l’Italia al momento impedisce che altri si avvantaggino dello strumento e non avrà, poi, alcuna voce in capitolo nel negoziato per il riassetto del Patto di Crescita e Stabilità. Sulla sua utilizzazione il discorso è più complesso…

Francesco e il riferimento natalizio alla tragedia iraniana

Forse le parole del papa vanno lette tenendo a mente l’ormai imminente simposio cattolico-sciita promosso a marzo in Iraq dal patriarca caldeo (e cardinale di Santa Romana Chiesa) Louis Sako e da importanti esponenti del mondo sciita chiaramente connessi con la scuola teologica di Najaf, guidata da quel’ayatollah al-Sistani che il papa ha incontrato durante il suo viaggio in Iraq

L'Europa del pallone non è tonda, fa quadrato

Di Vittorio Russo

Se da una parte il Qatargate sta sgretolando pian piano le certezze della Corazzata Politica Ue, l’Armata Uefa fuoriesce dal caravanserraglio di norme e regolamenti in cui si trincerava e gioca a viso aperto per salvaguardare se stessa e la sua identità fino ad oggi inattaccabile. L’intervento di Vittorio Russo, avvocato, consulente giuridico Senato della Repubblica, esperto di Affari Europei e Diritto sportivo

Il vento dell’Est e la scoperta dell’acqua calda. Quando Merloni sbarcò in Cina

Di Giorgio Mangani

Pubblichiamo un estratto della biografia di Francesco Merloni, “Il secolo dello sviluppo”, di Giorgio Mangani (ed. Il lavoro editoriale), in cui si racconta l’avventura asiatica del gruppo marchigiano. Partendo da un convegno dell’Asean del 1978, passando per l’apertura di uffici a Singapore e Hong Kong, fino alla produzione in loco a partire dal 1997. I successi e i problemi: 25 anni per vedersi riconosciuto il diritto a non subire il mercato delle contraffazioni…

Cosa ci lascia Franco Frattini. Il ricordo di Castellaneta

Un percorso politico iniziato assieme, e poi proseguito nel corso degli anni a venire. Il ricordo dell’ambasciatore Giovanni Castellaneta di Franco Frattini, morto la notte del 24 dicembre a Roma, e l’eredità che lascia a tutti noi

Il saluto unanime del mondo politico a Franco Frattini

Una nota del Presidente della Repubblica e tanti messaggi affidati ai social dalle forze politiche e dalle istituzioni per l’ultimo addio a Franco Frattini, due volte ministro degli Esteri, commissario europeo e da ultimo presidente del Consiglio di Stato. Ecco una raccolta

Francesco, il Natale e il futuro della Chiesa. Parla Borghesi

Le difficoltà che questo Natale ci pone davanti agli occhi, la guerra mondiale, l’isolamento, la mancanza di grandi utopie, indicano il bisogno che non solo i cattolici avrebbero di una nuova fase. Conversazione con Massimo Borghesi, uno dei più apprezzati studiosi del pontificato di Francesco, della sua biografia intellettuale e del dissidio cattolico

Rassicurante e istituzionale. Cosa non deve sbagliare Meloni secondo Carone

Gli appunti di Giorgia come connessione sentimentale con gli elettori, e una comunicazione rassicurante e istituzionale. Così la leader di Fratelli d’Italia ha scelto di parlare agli italiani, ma basterà? A che rischi va incontro secondo Martina Carone, Quorum/YouTrend e docente di Analisi dei media all’Università di Padova

Phisikk du role - Cosa chiedere alla politica per l'anno nuovo

Sono tempi complicati, la guerra ancora morde le caviglie dell’Europa, i virus non pare accettino di buon grado di venir eliminati per legge dai nuovi governi, il Quatar inguaia la faccia dell’Unione europea, il gas rincara, la luce pure, la recessione ha tutta l’aria di essere lì che aspetta dietro l’angolo, e sul ponte sventola bandiera bianca

Finanziamento pubblico ai partiti. La lezione del QatarGate secondo Bonanni

Serve ripristinare lo strumento per migliorare la qualità della democrazia ma anche per indurre i partiti a pratiche interne più virtuose attraverso la pubblicità costante sul loro funzionamento interno. Il commento di Raffaele Bonanni

×

Iscriviti alla newsletter