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In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, la Germania punta a rafforzare la propria resilienza sia militare sia civile siglando con Israele un accordo per la creazione di un centro di ricerca cibernetica congiunto e potenziando la cooperazione tra i servizi di intelligence dei due Paesi. L’annuncio è arrivato dal ministro dell’Interno tedesco, Alexander Dobrindt, in visita a Tel Aviv.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Bild, Dobrindt ha illustrato un piano in cinque punti, battezzato «Cyber Dome». Primo punto: la nascita di un polo di ricerca cibernetica tedesco‑israeliano. Secondo punto: il potenziamento delle difese informatiche nazionali e la condivisione di tecnologie avanzate. Terzo punto: un maggiore coordinamento operativo tra il Mossad e il BND, l’intelligence tedesca per l’estero. Quarto punto: l’espansione delle capacità anti‑drone in territorio tedesco. Quinto punto: lo sviluppo di infrastrutture di protezione civile e sistemi di allerta rapida ispirati a quelli israeliani.

“La difesa militare non basta più di fronte alle nuove sfide globali”, ha dichiarato Dobrindt. “Serve un altrettanto deciso potenziamento della difesa civile per difendere ogni aspetto della nostra sicurezza”.

La sua visita arriva a pochi giorni dall’ultimo confronto armato tra Israele e Iran, conclusosi con un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, che ha visto lanci di oltre 500 missili e 1.100 droni verso il territorio israeliano. Hanno fatto discutere, e attirato critiche da Teheran, le parole pronunciate due settimane fa dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, che aveva usato il termine “lavoro sporco” in un’intervista alla Zdf, riferendosi alla guerra di Israele contro l’Iran. “Questo è il lavoro sporco che Israele sta facendo per tutti noi”, aveva affermato.

La Germania è uno dei più stretti alleati di Israele in Europa e Berlino si è sempre più orientata a sfruttare l’expertise difensiva di Tel Aviv mentre potenzia le proprie capacità militari e il contributo alla Nato di fronte alle crescenti minacce percepite da Russia e Cina. E così, ora punta a trasformare questa sinergia in un vero e proprio “scudo digitale” condiviso, elemento chiave della nuova strategia di difesa tedesca voluta dal cancelliere Merz.

A trainare questo maggior avvicinamento sembra esserci la Baviera, da cui proviene il ministro Dobrindt. Infatti, Markus Söder, leader dell’Unione cristiano-sociale in Baviera, partito fratello dell’Unione cristiano-democratica, e ministro-presidente della Baviera, ha rilanciato la proposta di dotare la Germania di un sistema Iron Dome, chiedendo l’acquisto di 2.000 missili intercettori per contrastare eventuali attacchi aerei a corto raggio. L’idea è quella di replicare in Europa il modello israeliano che, durante la recente guerra con l’Iran, ha dimostrato di ridurre drasticamente il numero di vittime civili.

Cos’è il Cyber Dome a cui lavorano Germania e Israele

La Germania, forte della sua storica alleanza con Israele, intende creare un Cyber Dome attraverso un centro di ricerca cibernetica congiunto e un piano in cinque punti che rafforza le difese informatiche, l’intelligence, la protezione anti‑drone e i sistemi di protezione civile, per rispondere alle nuove minacce globali

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