L’amministrazione Biden è pronta ad allentare o aumentare le sanzioni contro il regime di Maduro a seconda dei prossimi passi nel processo di dialogo. I punti più delicati della negoziazione
Prove di forza tra gli Stati Uniti e il regime di Nicolás Maduro in Venezuela. L’amministrazione del presidente Joe Biden ha una lista di nuove potenziali sanzioni contro i funzionari del governo socialista venezuelano ed è pronto a metterle in atto a seconda dei prossimi passi che seguirà Maduro.
Già nel settore petrolifere, spinta anche dalla crisi scatenata dalla guerra russa in Ucraina, gli Stati Uniti hanno eliminato alcune sanzioni contro la produzione petrolifera, permettendo alla compagnia Crevron di operare in Venezuela.
Come sottolinea Axios, i rappresentanti del governo di Maduro hanno incontrato finalmente una delegazione dell’opposizione venezuelana a Città del Messico lo scorso fine settimana e si è riattivato il tavolo di negoziazione. Le parti hanno concordato l’istituzione di un fondo di circa 3 miliardi di dollari, con i soldi del Venezuela bloccati nelle banche straniere, che saranno destinati agli aiuti umanitari e gestiti in collaborazione con le Nazioni Unite. Su come sarà strutturato e come opererà questo fondo c’è però tutto da definire e dipenderà in gran parte dall’esecuzione di nuovi accordi.
Phil Gunson, analista dell’International Crisis Group con sede a Caracas, ha ricordato ad Axios che “ci sono stati molti negoziati prima, ma di solito vanno in pezzi senza nulla da mostrare per loro o con promesse pronunciate che finiscono per non essere mantenute”.
L’opposizione venezuelana e il regime di Maduro devono ancora discutere su un altro tema molto delicato, al centro dei negoziati: come si svolgeranno le elezioni presidenziali previste per il 2024, con la candidatura certa – ancora una volta – di Maduro. Ad oggi non è prevista una data per il prossimo incontro tra le parti in Messico.
Per Gunson, l’esecuzione dell’accordo sul fondo è un altro punto spinoso del processo di dialogo, giacché i beni devono essere sbloccati (un processo lungo), le Nazioni Unite devono capire come istituire il fondo e devono essere prese le decisioni su come esattamente spendere i soldi. “I governi si stanno stancando di non essere in grado di trattare con un ‘governo legittimo’ che in realtà non governa né di avere rapporti completi con il tizio che si trova effettivamente nel palazzo presidenziale”, ha aggiunto l’analista in riferimento al governo ad interim di Juan Guaidó.
Infatti, gli Stati Uniti riconoscono ancora ufficialmente Guaidó, ma il suo status di presidente ad interim del Venezuela perde sempre più forza, sia all’interno della coalizione dei partiti di opposizione venezuelana, sia agli occhi del resto del mondo. Per esempio, l’Unione europea, non lo riconosce più.
L’amministrazione Biden è pronta ad allentare o aumentare le sanzioni contro il regime di Maduro a seconda dei prossimi passi nel processo di dialogo. I punti più delicati della negoziazione
La holding della famiglia Benetton adotta il Sustainability-Linked Financing Framework, lo strumento per collegare la raccolta finanziaria con gli obiettivi industriali e di sviluppo definiti nel piano di sostenibilità
L’ex ministro dell’Interno e presidente della Fondazione Med-Or è intervenuto insieme al presidente del Niger, Mohamed Bazoum, alla conferenza “Italia, Niger. Europa, Africa. Due continenti. Un unico destino”, ospitata a Roma dall’Università Luiss con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dell’Interno Matteo Piantedosi e dell’Università Anna Maria Bernini
Il governo mira a evitare la chiusura dell’impianto, di proprietà dell’azienda russa Lukoil, per via dell’imminente embargo sul petrolio russo. Questione di sicurezza nazionale, spiega Urso (Mimit), attivando Golden power e Cdp. Contemporaneamente si lascia spazio alle trattative
“Finché sussisteranno realtà autonome come Forza Italia e i gruppetti di Toti, Lupi e simili, non sarà facile che questa prospettiva si concretizzi”. Nel Pd? “Se dovesse prevalere la linea Schlein, Calenda e Renzi potrebbero festeggiare”. Conversazione con Marco Tarchi, politologo e docente all’Università degli Studi di Firenze Cesare Alfieri
Il messaggio di Bergoglio ai partecipanti dell’VIII Conferenza “Rome MED Dialogues” fa riferimento all’interconnessione delle problematiche che richiede “che vengano esaminate insieme, in una visione coordinata e la più ampia possibile, come emerso in modo prepotente già nel corso della crisi pandemica, altra evidente conferma che nessuno si salva da solo”. La riflessione di Riccardo Cristiano
Il presidente degli industriali ascoltato in parlamento. Basta con i taglietti, sul costo del lavoro serve usare l’accetta altrimenti il Paese non riparte. Niente trucchi sul Pnrr, marciare spediti. E sul Mezzogiorno…
Il Partito Comunista Cinese potrebbe approvare in questi giorni il piano per allentare le misure di contenimento del virus, come risposta allo scontento della popolazione espresso in questi giorni. L’anticipazione di Bloomberg
L’esposizione dei dati personali di milioni di utenti potrebbe costare a Twitter una multa milionaria, come quella ricevuta da Meta la scorsa settimana. Ma il punto non sono i soldi. Il problema, per Elon Musk, è che le autorità irlandesi, storicamente reticenti, stanno iniziando a implementare con inusuale vigore la stringente regolamentazione europea in materia di privacy. Un rischio per social network e Big Tech
Nella maggior parte dei Paesi colpiti da conflitti le donne sono strutturalmente escluse dai processi decisionali, né godono dei più fondamentali diritti, talvolta sono deliberatamente prese di mira. Tuttavia, il loro ruolo è spesso fondamentale nel processo peace building. Su questo tema si è concentrato il seminario “Women and Conflitcts: What Role for Women Mediator Networks?” dello Iai