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Mentre Emmanuel Macron vola in visita di stato a Washington (portandosi dietro qualche polemica con gli Usa), il ministro della Difesa Sébastien Lecornu prepara le valigie per l’India, per un viaggio con cui rafforzare le relazioni, proporre armi fabriqué en France a Nuova Delhi, preparare il terreno per una prossima visita del titolare dell’Eliseo — e un incontro con Nerendra Modi che potenzialmente si potrebbe portare dietro, a inizio 2023, l’annuncio di accordi in costruzione proprio durante i contatti come quello di Lecornu.

Sulla visita di Macron alla Casa Bianca e il viaggio del ministro della Difesa in India, salta subito alla mente l’Aukus. In Francia si sono ormai convinti che sia necessario voltare pagina sulla vicenda dei sottomarini franco-australiani, contratto di vendita rotto nel 2021 dall’alleanza di Australia, Stati Uniti e Regno Unito (Aukus), all’origine di una crisi diplomatica tra i due Paesi. Tuttavia, Parigi non intende restare indietro e sa che l’India è un mercato importante, in crescita, con ampi e nuovi spazi e dove l’industria militare francese è ben piazzata — seconda solo alla Russia come fornitore di armamenti, e per questo disponibile a nuove collaborazioni visto il calo di affidabilità di Mosca conseguente alla guerra in Ucraina.

La Francia si percepisce potenza indo-pacifica. E l’approfondimento di certe relazioni ne è anche conseguenza. D’altronde Macron ha più volte sottolineato l’importanza delle Collettività d’Oltremare, delle Terree Australi Francesi, della Nuova Caledonia: territorio da cui la Francia può proiettare direttamente la propria impronta nella regione (non senza dover gestire certe irrequietezze). L’aggancio indiano è fondamentale per la strategia francese, che soffre l’assenza dai meccanismi di cooperazione regionali più importanti, come il già citato Aukus, o per esempio il Quad o l’I2U2.

Quest’ultimo, creato da Israele, India, Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti, è un nuovo meccanismo cooperativo che attira l’interesse francese. Innanzitutto perché coinvolge Abu Dhabi, alleato di Parigi che potrebbe aprirgli le porte del raggruppamento in qualche modo. E poi perché la cooperazione  avviene in ambiti come acqua, energia, trasporti, spazio, salute e sicurezza alimentare, su cui la Francia è già impegnata con altri interlocutori e su cui vorrebbe costruirsi un ruolo di riferimento semi-globale passando  disinvoltamente dal mondo saheliano, nordafricano, mediorientale e chiaramente indo-pacifico. Tutte aree in cui quei temi sono super sensibili.

Al di là della dimensione militare dell’impegno, che la Francia ha dimostrato già con l’invio di assetti navali nella regione tra Oceano Indiano e Pacifico, protagonisti di esercitazioni congiunta con le marine di Nuova Delhi e Washington, esistono dunque vari vie di inserimento all’interno di questi meccanismi e dossier multilaterali. C’è certamente la sicurezza e l’industria della difesa, ma c’è anche tutta quella serie di tematiche che l’I2U2 smuove. Ambiti interessanti anche per l’Italia.

Lo spazio in definitiva sta nel crearsi una dimensione da interlocutore affidabile tra due giganti in collisione — Cina e Stati Uniti — che pone Paesi terzi anche in posizione di difficoltà, spaventati dal rimanere schiacciati. Paura che per molti versi viene percepita anche dall’India, che pur partecipando ai principali organismi di cooperazione con Washington come il Quad o l’I2U2 anche per interesse anti-cinese, cerca contemporaneamente di compiere scelte svincolate per marcare un firewall di indipendenza (è per esempio il caso del petrolio acquistato dalla Russia).

Per l’Italia, per gli europei e per l’Ue, c’è da costruirsi la figura di controparte terza davanti a Paesi come quelli del blocco Asean per esempio, che difficilmente potranno svincolarsi del tutto dalla Cina ma altrettanto non possono non essere più che amici degli Stati Uniti. Bruxelles porta con sé la forza del più grosso blocco commerciale al mondo, da spingere attraverso vettori. Parigi si sta già portando avanti, Berlino si è mobilitata annunciando un maggiore impegno nell’Indo Pacifico per i prossimi decenni.

Macron a Washington con in testa anche Nuova Delhi

Il ministro della Difesa francese sarà in India nei prossimi giorni. Parigi si percepisce un attore dell’Indo Pacifico e non intende restare indietro dai grandi sistemi multilaterali come Quad e I2U2. Al di là del quadro militare, per gli europei (anche per l’Italia direttamente) ci sono spazi come interlocutori tra i Paesi della regione

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