Skip to main content

Il Consiglio comunale di Taranto ha dato il via libera all’unanimità, con i voti dei 24 presenti, alla variante urbanistica per il progetto di Ferretti Group, gruppo del made in Italy controllato dal colosso pubblico cinese Weichai, per il nuovo stabilimento che dovrà costruire scafi per gli yacht. La palla ora è a Roma, al Consiglio superiore dei lavori pubblici, per le altre tappe dell’iter.

IL PROGETTO

Il progetto di Ferretti Group a Taranto fu annunciato a fine 2019 da Mario Turco, tarantino, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Conte II e oggi vicepresidente del Movimento 5 Stelle guidato dallo stesso Giuseppe Conte. Fu inserito nel cosiddetto “Cantiere Taranto”. A ottobre 2020 Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, chiedeva di trasformare i porti di Taranto e Gioia Tauro in due terminali per fare dell’Italia un perno della Via della Seta firmato un articolo sul suo blog con lo pseudonimo J. Lo Zippe. A metà luglio 2021 c’è poi stata la firma dell’intesa fra Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, e Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti Group. A fine 2021 (governo Draghi) il Comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile aveva attribuito al’’investimento le risorse di parte pubblica, chiudendo così gli aspetti finanziari.

I NUMERI

In ballo ci sono 200 posti di lavori diretti, investimenti per 204 milioni di euro e la riconversione dell’area ex Yard Belleli, nel porto di Taranto, che l’omonimo gruppo di Mantova ha utilizzato sino ai primi anni Duemila costruendo grandi piattaforme petrolifere offshore installate nel mondo. Le risorse pubbliche, secondo dati dell’Authority, toccano quota 137 milioni, divisi tra i 45,5 del ministero delle Infrastrutture, i 50 dell’Authority e 41 della Regione. Ferretti, invece, investirà in attivi materiali e ricerca circa 62,6 milioni. In programma c’è la costruzione di edifici e capannoni per circa 65.500 metri quadrati coperti, in un’area che nel complesso arriva a 220.000 metri quadrati. La parte di intervento pubblico comprende copertura, capping e messa in sicurezza dell’area ex Belleli, oltre alla ristrutturazione e all’ampliamento dell’esistente banchina.

TARANTO E LA NATO

In questi giorni, come raccontato su Formiche.net, Taranto è uno snodo cruciale per le attività Nato di sostegno alla popolazione turca colpita dal terremoto. E sempre nella città pugliese verrà presto attivato il Comando multinazionale marittimo per il Sud della Nato, che opererà in sinergia con i comandi già esistenti nella città, tra cui Comitmarfor, Comando italiano delle forze marittime. L’ammiraglio Enrico Credendino, capo di stato maggiore della Marina, aveva spiegato a inizio dicembre che la nuova struttura “sarà in grado di condurrei tre compiti previsti dal concetto strategico dell’Alleanza e rappresenta una testimonianza viva dell’attenzione della Nato verso il Mediterraneo”.

IL FUTURO DEL GRUPPO

In mani cinesi dal 2012 e quotato dall’anno scorso alla Borsa di Hong Kong, Ferretti Group (guidato dal presidente Tan Xuguang, e dall’amministratore delegato Alberto Galassi) starebbe valutando il ritorno a Piazza Affari, dove aveva esordito nel 2000 per uscire appena due anni dopo quando la società fu delistata a seguito dell’offerta pubblica di acquisto totalitaria lanciata dal fondo di private equity Permira. Al dual listing stanno lavorando un pool di global coordinator: Unicredit, Goldman Sachs e Jp Morgan.

INTANTO EMILIANO…

Intervistato ieri da Repubblica, Edoardo Rixi, viceministro dei Trasporti, ha confermato l’intenzione di procedere con una riforma dei porti lasciando intendere che il governo potrebbe ridurre ulteriormente il numero di Autorità di sistema portuali avviando un nuovo giro di accorpamenti. Come raccontato nelle scorse settimane dal quotidiano La Verità, il governatore Emiliano è intenzionato a fare unica autorità in Puglia con Bari, Brindisi e Taranto. Per guidarla avrebbe anche già individuato l’uomo giusto: Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale (che raggruppa Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli), che negli anni scorsi ha aperto il porto di Bari a un progetto per la sperimentazione della nuova tecnologia 5G coinvolgendo anche il gruppo cinese Huawei, nella lista nera degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali con l’accusa di spionaggio per conto del governo di Pechino.

(Foto: Porto di Taranto, Facebook)

I cinesi di Ferretti pronti a sbarcare al porto di Taranto

Via libera alla variante urbanistica per il progetto per l’area ex Yard Belleli del gruppo del made in Italy controllato dal colosso pubblico cinese Weichai. Palla a Roma. Intanto, il governatore Emiliano studia la mossa per…

Piano Mattei? Italia in sicurezza e... a tutto gas. Parla il ministro Pichetto Fratin

Gli accordi con Libia e Algeria, il ruolo fondamentale del nostro Paese nel Mediterraneo e il lancio del piano Mattei. I rigassificatori (che verranno) e l’impatto della transizione sulle nostre imprese. Conversazione di Formiche.net con il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Il gas? “Ci siamo candidati a diventare in pochi anni l’hub energetico del Mediterraneo. Siamo l’unico Paese europeo che può farlo”

Tutti i nodi per l'Italia della riforma del Patto di stabilità. L'analisi di Zecchini

L’approccio alla riforma rimane isolato nel quadro della governance comune, quasi in un compartimento a sé stante, non prevedendo alcun collegamento con gli interventi del Pnrr e dei Fondi strutturali del bilancio comune. Salvatore Zecchini analizza tutte le questioni aperte sia per il nostro Paese sia degli altri Stati membri

La Cina di Xi fa rimpiangere gli extraterrestri. Il commento dell’amb. Stefanini

La minaccia agli equilibri internazionali non viene dall’apparentemente innocuo pallone aerostatico bensì dai motivi che hanno spinto Pechino a utilizzare uno strumento così poco occultabile in una fase di tentato disgelo diplomatico con Washington. Il commento di Stefano Stefanini, già rappresentante permanente dell’Italia alla Nato e consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica

Mentre Zelensky aspetta Meloni, Tajani ribadisce i pilastri Nato e Ue

Il presidente del Consiglio nella capitale ucraina all’inizio della settimana che segnerà il primo anniversario dell’invasione russa. “Vogliamo la pace e la sconfitta dell’Ucraina non è una soluzione”, ha detto a Monaco il ministro degli Esteri ricordando che l’Italia ha approvato sei pacchetti di aiuti

Cosa può imparare il Pd da Gramsci. La versione di Sisci

Gramsci interpretava il Principe di Machiavelli come il rappresentante delle forze propulsive del momento, allora era Valentino, ai tempi di Gramsci era il proletariato, ora quali sono queste forze propulsive? Il Pd saprà indirizzare il Paese in questa direzione?

 

 

Senza le Pmi, la cybersecurity è utopia. Scrive Manfredini (Aipsa)

Di Alessandro Manfredini

L’allarmismo scatenato in seguito a una normale segnalazione dell’Agenzia nazionale per la cybersecurity è infatti la conseguenza diretta di una profonda ignoranza culturale complessiva circa i rischi connessi alla iper digitalizzazione e informatizzazione. Ecco come rispondere. Il commento di Alessandro Manfredini, presidente dell’Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale

Minaccia nucleare e misure attive del Cremlino. L’analisi di Secci

Di Danilo Secci

I moniti di Putin e Medvedev potrebbero avere una valenza politica decisamente inferiore all’allarme di difesa civile e strategica che, probabilmente, vorrebbero evocare. L’analisi di Danilo Secci, ricercatore associato dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, analista specializzato in questioni di difesa e sicurezza

EastMed e la nuova geografia del Mediterraneo. L'analisi di Masulli

“Il Mediterraneo si ritrova ad assumere una centralità rispetto al confine orientale dell’Unione europea. L’Italia? Molto ben dotata: è chiaro che la capacità di diversificazione passa anche per nuovi gasdotti”. Conversazione con Michele Masulli, direttore del comparto energia di I-Com

Giudici e giustizia, in gioco c'è una visione di riforma. Il commento di Corbino

Di Alessandro Corbino

Per riformare la giustizia non ci sono in gioco le “decisioni”, ma i “modi” di raggiungerle. Devono divenire rapidi e le decisioni stesse accettate. Dovranno apparire a chi le subisce le sole decisioni che un “qualunque” giudice avrebbe potuto assumere nelle circostanze. Il commento di Alessandro Corbino, già professore ordinario di Diritto romano all’Università di Catania

×

Iscriviti alla newsletter