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Negli Stati Uniti, Fincantieri spinge sulle fregate della classe Constellation, sostenuta anche dagli ufficiali della US Navy. Nel corso della recente visita del top management del gruppo cantieristico, l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero e il presidente Claudio Graziano hanno rilasciato una lunga intervista a Breaking Defense, nella quale illustrano gli impegni dell’azienda, le prospettive per l’industria europea della difesa legate alle ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina, il futuro della difesa navale e dell’azienda nel 2023. Folgiero e Graziano hanno visitato a Marinette il cantiere dell’azienda deputato alla realizzazione delle nuove fregate della classe Constellation della Marina statunitense, prima di recarsi a Washington per incontrare i vertici della US Navy.

Le fregate Constellation

Per Folgiero, il messaggio che arriva dalla Marina a stelle e strisce sulle nuove fregate è molto chiaro: “Percepiamo molte aspettative da parte della Marina statunitense”, ha dichiarato l’AD. Il programma Constellation è particolarmente significativo per la Marina Usa, come testimonia la denominazione scelta per le unità della classe, che ricalca i nomi delle “sei fregate originali” del 1794, le primissime della allora neonata US Navy. Il programma punta a formare la prossima generazione di fregate missilistiche multiruolo, con una richiesta iniziale di dieci unità, aumentabile fino a venti, per affrontare gli scenari del futuro.

Fincantieri è stata selezionata nel 2020 per progettare e costruire l’unità capoclasse, con l’ulteriore opzione per altre nove navi, esercitata già per due unità, oltre al supporto successivo alla costruzione e all’addestramento degli equipaggi, per un valore complessivo di circa cinque miliardi e mezzo di dollari per Fincantieri. La scelta di Fincantieri per la realizzazione del programma Constellation si è basata sul progetto presentato dalla società, giudicato il più avanzato e innovativo, e strutturato sulla piattaforma delle fregate Fremm, ritenute le migliori al mondo sotto il profilo tecnologico, già nella flotta sotto le insegne italiane. Il progetto segna un’evoluzione rispetto a quello travagliato delle Littoral Combat Ship, la cui produzione è stata ridotta, con i legislatori e i vertici della Marina che seguono con attenzione il nuovo programma.

Il sostegno della US Navy

Per aggiudicarsi l’ordine, Fincantieri ha battuto i principali costruttori competitor americani, ma fin dall’inizio la US Navy si è riservata il diritto di potersi rivolgere anche a un secondo cantiere per la realizzazione delle fregate. Sulla questione è intervenuto Folgiero, che ha sottolineato come gli sforzi di tutti, soprattutto nella fase iniziale, dovrebbero concentrarsi sul perfezionamento della prima unità: “Un armatore prudente e consapevole vorrebbe vedere operativa la prima fregata” ha dichiarato, aggiungendo che “sarebbe un rischio enorme procedere in parallelo senza aver standardizzato, finalizzato e costruito la prima nave della classe”. Una linea più volte condivisa pubblicamente anche dagli alti gradi della Marina i quali, come ricorda Breaking Defense, hanno sempre sottolineato la necessità di realizzare prima la capoclasse e di non affrettare i tempi per l’ingresso di eventuali altri costruttori.

L’inevitabilità dell’Unmanned

La presenza di Fincantieri nel mercato statunitense non si limita alle fregate. Il gruppo è tra quelli selezionati dalla US Navy per quanto riguarda i mezzi senza equipaggio, promuovendo studi preliminari per il programma Large Unmanned Surface Vessel, una vera e propria nave da guerra di circa duemila tonnellate completamente automatizzata e capace di essere configurata secondo le necessità con sistemi antinave, antiaerei e antisom. Per il presidente Graziano, i sistemi Unmanned costituiranno il futuro di tutte le forze armate. I tempi, tuttavia, sono ancora lunghi: integrare un numero elevato di mezzi autonomi nelle operazioni richiederà tempo. “Si pensi che l’F-35,” – ha detto Graziano – “progettato, studiato e sviluppato per vent’anni, è ancora in produzione e lo sarà per i prossimi cinquanta”.  Per quanto riguarda lo sviluppo dei sistemi navali senza pilota, “avverrà in futuro, tra venti/trent’anni. Per costruire una nave senza equipaggio delle dimensioni di una corvetta o di una fregata sono necessari almeno dieci anni solo per la ricerca e lo sviluppo” ha precisato il Presidente.

Budget in crescita

Folgiero e Graziano sono intervenuti anche sui bilanci della difesa europei, condizionati fortemente dall’invasione russa dell’Ucraina. Come osservato da Graziano, i nuovi stanziamenti – date le necessità dell’Ucraina – sono indirizzati in particolare ai settori terrestre e aereo, e non avranno un impatto significativo sulla costruzione navale nel prossimo futuro. Gli aiuti a Kiev non sono la parte più consistente del bilancio europeo, ha affermato Graziano, vista “la necessità immediata di finanziare qualcosa che in questo momento non abbiamo”. Un riferimento, questo, all’intrinseca natura a lungo termine della costruzione navale, che presuppone un approccio differente nell’allocazione dei fondi rispetto alla realizzazione di sistemi di terra: se un carro armato richiede la spesa di 7 milioni di dollari, per una nave da guerra ce ne vuole un miliardo. Di conseguenza, se l’attenzione a breve termine sarà rivolta ai carri armati e all’artiglieria, “la marina in futuro forse ci guadagnerà”, ha concluso.

La crescita globale di Fincantieri

Folgiero è intervenuto anche sulle principali aree in cui il Gruppo intende svilupparsi, concentrandosi innanzitutto sul Medio Oriente e sulle buone relazioni politiche e diplomatiche con l’Italia. “I mercati naturali di un Paese dell’Europa meridionale come il nostro, dal punto di vista geopolitico e commerciale, sono il Nord Africa e il Medio Oriente”. Ma non solo: “oltre al Mediterraneo ci sono le nazioni europee vicine alla Russia, quali Romania e Bulgaria” e i “Paesi del Sud-Est asiatico, come la Malesia e l’Indonesia”. Come spiegato dall’amministratore delegato, l’offerta di Fincantieri è orientata in particolare ad alcune Marine in crescita: “Non si comincia dalle portaerei e dai sottomarini perché non sono adatti a tutti: fregate e corvette, è da lì che si parte”.

Constellation e droni. La strategia di Fincantieri in America

Le fregate Constellation sono solo una delle attività che Fincantieri sta conducendo negli Stati Uniti. L’ad Pierroberto Folgiero e il presidente Claudio Graziano hanno raccontato in una intervista a Breaking Defense gli impegni dell’azienda negli Usa, le prospettive europee a seguito della guerra ucraina e il futuro del settore navale e dell’azienda nel nuovo anno

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