Skip to main content

È vero, lo stato di salute della Pa in Italia, considerando il quadro comunitario, non è performante in termini di attuazione dei programmi e di trasformazione dei processi. Credo che questo volesse intendere il ministro Crosetto con le sue dichiarazioni che, peraltro, non rivelano nulla di nuovo, purtroppo.

L’Italia, secondo i rating internazionali, nelle voci relative al servizio al cittadino, non si colloca bene. Basta guardare il Digital Public Administration Factsheet 2022 elaborato dalla Commissione europea che fotografa la condizione di tutti i Paesi Eu. L’Italia cresce molto lentamente.

L’Eurostat Information Society Indicators, nel quadro complessivo, comparando la velocità media di crescita della Ue con l’Italia, evidenzia un distacco di circa 15-20 punti percentuali in una finestra di monitoraggio 2011-2021. Nel 2017 la Commissione europea ha pubblicato lo European Interoperability Framework (Fei) per fornire orientamenti specifici su come istituire servizi pubblici digitali interoperabili attraverso una serie di 47 raccomandazioni.

Il meccanismo di monitoraggio del Fei, per valutare il livello di attuazione negli Stati membri, si basa su un set di 71 chiavi quali indicatori di performance (Kpi) raggruppati all’interno dei tre pilastri: principi di interoperabilità – livelli di interoperabilità – componenti del modello concettuale.

Nonostante in Italia nel giugno 2019 veniva pubblicato il quarto piano d’azione (2019-2021) che puntava a trasformare il rapporto tra cittadini e il settore pubblico ciò non si realizzava e i target non venivano raggiunti. Il piano prevedeva di apportare un delta positivo in dieci aree tematiche: Dati aperti; Trasparenza; Registro dei titolari effettivi; Sostegno alla partecipazione; Regolamentare l’accesso delle parti interessate ai decisori della Pubblica Amministrazione; Cultura del governo aperto; Prevenzione della corruzione; Semplificazione; Servizi digitali; Cittadinanza digitale e competenze.

Ora, considerando la scientificità del rapporto elaborato, è facile notare che l’impianto di realtà che costituiscono la Pubblica amministrazione non è in linea con gli standard europei e, pertanto, siamo indietro come sostiene il ministro della Difesa. “Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse se nei posti chiave tieni funzionari che hanno mentalità vecchie” e aggiungo, riluttanti all’adozione dei nuovi linguaggi e non pronti a sposare i nuovi processi della società iperconnessa, con le conseguenti ricadute sul sistema Pa e, quindi, sul cittadino/utente.

Anche nella Difesa avviene ciò e proprio la Difesa, come spesso accaduto in passato, può rappresentare, oggigiorno, il kick off di una transizione digitale per l’intera infrastruttura pubblica. Partendo, ad esempio, dall’importanza della multidisciplinarietà negli organigrammi, da una nuova docimologia e dal coinvolgimento delle università grazie anche al ruolo strategico del Casd. Esattamente come accade nei Paesi membri del Patto Atlantico e, soprattutto, in quelli scandinavi dove, difatti, il Digital Public Administration Factsheet riporta risultati straordinari anche in virtù di una lunga e fattiva collaborazione tra università e difesa. Basta pensare, inoltre, ai centri di eccellenza della Nato in cui le università rappresentano l’elemento catalizzatore nella realizzazione dei cambiamenti e nella divulgazione all’uso dei nuovi strumenti.

Nella Pa servono cambio di paradigma e trasformazione digitale. I dati europei

Di Michele Zizza

Fa bene il ministro della Difesa quando dichiara che nella Pubblica amministrazione dovrebbero essere mandati via i burocrati del “no”, ma da aggiungere anche riluttanti all’adozione dei nuovi linguaggi e non pronti a sposare i nuovi processi della società iperconnessa, con le conseguenti ricadute sul sistema e quindi sul cittadino/utente. L’intervento di Michele Zizza, docente di Culture Digitali all’Università della Tuscia

La forte denuncia di Crosetto e i veri problemi della dirigenza pubblica

Il ministro si deve porre il problema di come questa nuova classe politica giunta al governo può davvero governare, anche con l’ausilio di una Pa che è un corpaccione su cui nel tempo sono state inferte troppe ferite. Il commento di Luigi Tivelli

Come superare l'atavica tendenza a dire "no" nell'amministrazione pubblica

Le frasi del ministro Crosetto sulla burocrazia italiana hanno aperto un confronto. Il problema sono le regole o i funzionari? Per Massimiliano Atelli, presidente delle commissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec, va messo in discussione l’approccio metodologico, che è fatto culturale, stratificatosi nel corso dei decenni, e radicatosi diffusamente. Qualche proposta per uscire da questo vicolo cieco

Un cambio di regime a Teheran è ineludibile. Scrive Terzi (FdI)

Grazie a un’ampia base di legittimazione politica e morale, la Resistenza iraniana,  guidata dal Mek e dalla figura carismatica di Maryam Rajavi, rappresenta appieno l’essenza e il significato della rivolta in corso in Iran. L’intervento di Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di Fratelli d’Italia, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea di Palazzo Madama

Un regolamento e tre direttive. Le ultime mosse Ue sulla cyber

L’obiettivo è ridurre il più possibile l’impatto del rischio sull’erogazione dei servizi essenziali per i cittadini, elevando i livelli di sicurezza e condividendo prontamente le informazioni sugli attacchi subiti. L’avvocato Mele spiega perché il recepimento da parte del legislatore sarà un passaggio decisivo

Il Vietnam di Vladimir Putin. L'analisi di Polillo

La crisi economica in Russia segna con ogni probabilità un altro Vietnam, seppure a parti rovesciate. Dove non sono ammesse vittorie o sconfitte militari, ma solo politiche. E dove saranno diversi gli elementi che alla fine conteranno. L’analisi di Gianfranco Polillo

Ecco Gesara, la teoria complottista che sta sostituendo QAnon

E se un “grande reset” finanziario stesse per riportare giustizia nel mondo? Un’analisi di Bellingcat e di Lighthouse Report indica che i complottisti europei stanno abbracciando una nuova, pericolosa tesi finanziaria. In cui si annidano schemi fraudolenti

Cosa resterà del 2022 in campo cyber? Risponde Paganini

L’impatto della geopolitica è senza dubbio l’elemento più importante di quest’anno segnato dalla guerra in Ucraina e continuerà a essere fondamentale anche nel 2023, spiega l’amministratore delegato di Cybhorus. Nei prossimi mesi saranno decisive la risposta degli Stati e il futuro dell’assicurabilità degli attacchi cibernetici

Non basta stare all'opposizione per cambiar testa. La lezione di Galli

Di Giulia Gigante

Il Professor Carlo Galli, ex deputato del Partito Democratico e confluito poi in Articolo 1, mette in discussione la buona riuscita del congresso indetto dal Partito Democratico, addentrandosi negli scenari europei e sullo scacchiere della politica internazionale

Navi russe nel Mediterraneo. Le mosse della Marina italiana

Il comandante De Carolis ha confermato la presenza di navi russe nel Mare nostrum, di cui si parla da diverso tempo, a margine della cerimonia di avvicendamento del comando tattico dell’operazione Mediterraneo sicuro. Sarà la Marina militare italiana a tenerle sotto controllo da vicino

×

Iscriviti alla newsletter