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Mosca è attualmente al centro di un complesso scenario economico-militare, dove le sanzioni internazionali per l’invasione dell’Ucraina iniziano a incidere profondamente sul tradizionale approvvigionamento di beni industriali destinati al complesso militare-industriale.

Un calo sostanziale

Secondo un’analisi di The Insider basata sui dati doganali russi, le importazioni di beni industriali indispensabili per il settore militare sono scese notevolmente: da 11 miliardi di dollari nel 2023 a 7,7 miliardi di dollari nel corso del 2024. In questo contesto, il settore dell’elettronica ha subito un impatto particolarmente marcato, con una riduzione delle importazioni del tutto di un fattore dieci.

Il ruolo della Cina

La Cina, storicamente il principale fornitore di apparecchiature industriali per la Russia, ha progressivamente ridotto le proprie esportazioni verso Mosca. Questa evoluzione ha costretto il governo russo a cercare alternative, poiché le fonti tradizionali si sono progressivamente esaurite a causa delle sanzioni internazionali e dei più severi controlli doganali.

Nuove rotte commerciali

L’inchiesta ha messo in luce come, di fronte alla riduzione delle forniture tradizionali, la Russia abbia iniziato a importare beni industriali anche da Paesi meno convenzionali. Tra questi spiccano mercati come Gabon, Haiti e la Repubblica Democratica del Congo, destinati a compensare la diminuzione delle importazioni provenienti dalle fonti storiche.

I meccanismi dietro il calo

Diversi fattori possono spiegare questo brusco calo. Primo, restrizioni e controlli internazionali: le sanzioni e l’intensificarsi dei controlli sulle esportazioni di tecnologie e beni industriali hanno limitato l’accesso della Russia a componenti fondamentali. Secondo, possibili strategie di localizzazione: in alcuni casi, Mosca avrebbe iniziato a incentivare la produzione interna oppure avrebbe optato per importazioni non ufficiali, nel tentativo di ovviare alle restrizioni imposte. Terzo, riduzione delle risorse finanziarie: la pressione economica derivante dalle sanzioni ha comportato una diminuzione dei fondi disponibili per l’approvvigionamento di tali beni.

Le conseguenze

I dati presentati da The Insider fanno luce su un quadro in cui le sanzioni internazionali stanno concretamente incidendo sul complesso militare-industriale russo. La riduzione delle importazioni da 11 a 7,7 miliardi di dollari e il crollo nel settore elettronico evidenziano la portata delle restrizioni. Parallelamente, la ricerca di nuove rotte commerciali in mercati inaspettati testimonia un tentativo da parte di Mosca di riorganizzare il proprio sistema di approvvigionamento.

Importazioni in crisi. Le sanzioni contro Mosca funzionano

Un’inchiesta di The Insider evidenzia come, nel 2024, le importazioni russe di beni industriali destinati al complesso militare-industriale siano diminuite da 11 miliardi a 7,7 miliardi di dollari. Il settore dell’elettronica ha subito una riduzione drastica (fino a un calo di dieci volte) e la Cina, storicamente il principale fornitore, ha ridotto le proprie esportazioni verso Mosca. Di fronte a queste limitazioni, la Russia ha iniziato a ricercare nuovi canali di approvvigionamento in Paesi inaspettati quali Gabon, Haiti e la Repubblica Democratica del Congo

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