Skip to main content

Volto di ghiaccio, bocca di fiele. Vladimir Putin inscena al Cremlino tre inganni in uno contemporaneamente: violenta l’Ucraina e l’accusa di aggressione; parla di pace e programma l’inferno nucleare; manda al macello i suoi soldati, ma li costringe a procurarsi kit di pronto soccorso.

L’enfasi imperialista di frasi della serie “stiamo combattendo per una grande Russia storica” si infrange sulla tragedia quotidiana della inarrestabile ritirata dei reparti di Mosca, circondati dalle truppe di Kiev a Lyman ed a Yampil, snodi strategici insieme a quelli di Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, che paradossalmente, negando l’evidenza al cospetto del mondo, il presidente russo annette soltanto virtualmente alla Federazione.

I militari ucraini hanno riconquistato diverse località a est di Lyman crocevia ferroviario dell’intera regione. “Le forze ucraine sono riuscite a circondare la città”, conferma il blog militare filorusso Rybar, tanto che lo stesso leader filorusso della regione, Denis Pushilin, a Mosca, nel bel mezzo della farsa della cerimonia d’annessione ha ammesso che Lyman è “perduta”.

Così, come in un parossistico crescendo rossiniano, mentre la minacciosa retorica di Putin raggiunge il culmine, gli ucraini avanzano. Al Cremlino si brinda e si mente e contemporaneamente le truppe di Kiev controllano l’unica strada per Torske utilizzata dai rifornimenti delle forze russe e filorusse.

Sul palcoscenico di Mosca si inneggia alla inesistente vittoria e nel frattempo l’avanzata ucraina circonda Yampil, a sud est di Lyman ed apre la strada per la riconquista della regione di Luhansk, in una corsa contro il tempo per scongiurare la formalizzazione della pseudo annessione delle regione da parte di Mosca. Annessione che gronda sangue ma che non avverrà prima di martedì, quando il Consiglio della Federazione avrà ratificato gli accordi firmati da Putin.

Fra una recita e una farsa di regime i russi continuano intanto a fuggire intanto all’estero. Ci sono più fuoriusciti che combattenti ha accertato l’intelligence britannica, secondo la quale l’impatto economico della riduzione della disponibilità di manodopera e della cosiddetta “fuga di cervelli” diventerà sempre più determinante.

Secondo l’ultimo briefing del ministero della Difesa britannico, i riservisti russi appena mobilitati hanno ricevuto l’ordine di procurarsi da soli le forniture di primo soccorso. Secondo i report dell’intelligence inglese, l’assistenza medica per le truppe russe in Ucraina sta precipitando tanto che molti soldati si sono procurati dei lacci emostatici di tipo occidentale, ma li hanno riposti nell’equipaggiamento utilizzando delle fascette, anziché il velcro in dotazione, probabilmente perché tale equipaggiamento è scarso e rischia di essere rubato”.

“Questo – sostengono gli esperti britannici – quasi sicuramente ostacolerà o renderà impossibile l’applicazione tempestiva dei lacci emostatici in caso di emorragie”. Per gli analisti inglesi “la mancanza di fiducia delle truppe russe in un’assistenza medica sufficiente sta quasi certamente contribuendo al declino del morale e alla mancanza di volontà di intraprendere operazioni offensive in molte unità in Ucraina”.

Sulla pelle del popolo russo, tragicamente incurante della realtà, la capacità di mistificare la realtà e di seminare morte e distruzione parte di Putin supera di giorno in giorno le umane possibilità di smascherarlo.

Se vi sarà ancora una storia, non c’è dubbio che sarà paragonato ad Attila, Hitler, Stalin e ad Hideki Tōjō, il maggiore responsabile dei massacri in Cina e dei crimini di guerra compiuti dal Giappone nella seconda guerra mondiale.

Se la carneficina della guerra russa colpisce le truppe del Cremlino

Incurante del ridicolo e purtroppo anche delle drammatiche conseguenze per il popolo russo il Cremlino continua ad alzare il livello di sfida e di terrore nucleare. La messinscena dell’annessione dei territori dell’Ucraina occupati ha dell’incredibile, ma offre anche la misura di quanto il regime del Presidente russo sia ormai fuori controllo. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Oltre il Nord Stream. Sotto il mare a rischio anche i cavi

L’allarme lanciato dall’eurodeputato irlandese Kelleher: l’attacco ai gasdotti nel Mar Baltico “mi fa pensare che la Russia voglia sabotare queste connessioni”

L’alchimia delicata dietro i risultati delle urne. Scrive Sisci 

Dopo questo voto, condizionato da come gli schieramenti hanno usato la legge elettorale, le cose sono ancora più complicate. Prima i numeri, poi la politica, infine le prospettive

Chi soffia sulle ceneri della ex Jugoslavia per le elezioni in Bosnia?

Non si candida, ma inquieta la Nato, il nazionalista Dodik: dopo la guerra in Ucraina qualcuno teme che possa replicare il modello Donesk proprio in Bosnia su stimolo di Mosca. Erdogan spettatore interessato

Nuovo look, vecchi trucchi. Xi ci riprova con la Via della Seta

A pochi giorni dalla sua terza investitura alla guida del Dragone, prende corpo la nuova Belt&Road disegnata da Xi Jinping. Meno infrastrutture, più energia e vaccini. Ma la trappola del debito è sempre in agguato

 

Anche gli hacker sfruttano il caro bollette. Due denunciati per truffa

I soggetti inducevano in errore le vittime sfruttando la materia “energia”, sotto attenzione dei media a causa del recente aumento dei prezzi, innescato dall’invasione russa dell’Ucraina

Olaf Scholz Ue

Unione energetica, questa sconosciuta. De Blasio (Harvard) su Germania e Ue

Accordo in Ue sulle misure di emergenza, ma non sul price cap: ieri la Germania ha preferito imporlo a livello nazionale. Secondo l’esperto del Belfer Center è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità dei Paesi europei di collaborare. La prima causa della crisi energetica oggi e il tallone d’Achille della transizione domani

Rischio nucleare, l'Italia senza rifugi atomici conta sullo scirocco

Guerra in Ucraina e incubo nucleare. Cosa prevedono i piani di prevenzione e di intervento in caso di emergenze in Italia? Gianfranco D’Anna riassume il punto della situazione

Scholz sul gas (non) è uno scandalo. Il commento di De Romanis

Berlino ha messo sul tavolo 200 miliardi per tentare di raffreddare il prezzo del metano, proprio mentre l’Europa fallisce ancora sul price cap. L’economista e docente Luiss a Formiche.net: nessun caso, la Germania ha i conti in ordine e poi le scelte di politica fiscale sono competenza nazionale

Zelensky vuole la Nato, Putin con l'annessione minaccia il nucleare

Mentre il presidente russo annuncia l’annessione delle province di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, l’ucraino Zelensky rilancia. Kiev ha formalizzato la candidatura per essere membro Nato. La guerra si complica, tra l’ombrello nucleare russo e le dinamiche dell’Alleanza Atlantica

×

Iscriviti alla newsletter