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Le attività di propaganda e interferenza vengono spesso utilizzate come parte di campagne ibride più ampie con l’obiettivo di fuorviare, ingannare e destabilizzare le società democratiche, creando e sfruttando attriti culturali e sociali in modo strategico e coordinato. Si tratta di tattiche mese in atto da diversi Paesi, tra cui la Russia di Vladimir Putin, che le “ha rafforzate” in occasione dell’invasione dell’Ucraina mettendo nel mirino l’Unione europea.

Queste sono le conclusioni del Consiglio dell’Unione europea in merito alle attività di “Foreign Information Manipulation and Interference” (FIMI) approvate oggi. Il documento evidenzia l’impegno europeo a rafforzare gli sforzi davanti a questa minaccia su tutti i livelli, in particolare nei formati multilaterali con all’interno delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali e regionali. Il Consiglio ha deciso di invitare la Commissione europea e l’Alto rappresentante a opzioni, “nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, per misure ben definite che potrebbero essere adottate contro gli attori” di queste attività di propaganda e interferenza, “quando ciò è necessario per proteggere l’ordine pubblico e la sicurezza dell’Unione europea”.

Il Consiglio accoglie con favore il lavoro della Commissione per lo sviluppo di una “FIMI Toolbox” che rafforzi la capacità di rilevare, analizzare e rispondere alle minacce, anche imponendo sanzioni a chi compie reati. Ma evidenzia un elemento centrale: la responsabilità primaria di contrastare queste attività, anche nel contesto di campagne ibride più ampie, spetta agli Stati membri. Come accaduto sul 5G, è questo aspetto il punto debole della “valigetta degli attrezzi” europea?

Nella stessa riunione sono state approvate conclusioni sulla diplomazia digitale, in cui il Consiglio ha invitato le parti interessate a garantire che questa “diventi una componente centrale e parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea e sia strettamente coordinata con le altre politiche esterne dell’Unione europea in materia di cibernetica e di contrasto alle minacce ibride, comprese la manipolazione e l’interferenza delle informazioni straniere”. In questo contesto, con la volontà di rafforzare alleanze e partnership in tutto il mondo con un approccio “umano-centrico” (a differenza di quello “Stato-centrico” di autocrazie come la Cina e la Russia), per rafforzare la diplomazia digitale negli e con gli Stati Uniti, l’Unione europea aprirà presto un ufficio dedicato a San Francisco, un centro globale per la tecnologia e l’innovazione digitale.

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