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Più volte i leader dell’Unione europea hanno messo in guardia la Cina dal fornire aiuti militari o economici alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Ci sarebbero conseguenze, aveva spiegato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, a Xi Jinping, leader cinese, durante il vertice Ue-Cina di inizio aprile. La Cina ha una “responsabilità speciale” nel chiedere alla Russia di rispettare il diritto internazionale e di difendere la sovranità dell’Ucraina, aveva spiegato prima dell’incontro virtuale. Un sostegno alla guerra di Vladimir Putin “comporterebbe un grave danno di reputazione per la Cina qui in Europa”.

Allo stesso modo, l’Unione europea ha promesso un forte coordinamento con gli Stati Uniti di Joe Biden sulla risposta all’invasione russa dell’Ucraina.

Ecco perché ora diversi deputati europei, e non solo, oggi si interrogano su una mancata decisione dell’Unione europea. Che cosa aspettano i 27 a seguire gli Stati Uniti che hanno sanzioni cinque aziende cinesi accusate di essere coinvolte nel conflitto? Lo riporta Politico.

Si tratta delle società inserite due settimane fa nella entity list del dipartimento al Commercio, la lista nera per le esportazioni. La decisione dell’amministrazione Biden, come si legge in una nota, è spiegata così: “Per aver fornito supporto alla struttura industriale militare e/o di difesa della Russia. In particolare, queste entità hanno precedentemente fornito articoli a entità russe motivo di preoccupazione prima del 24 febbraio 2022 e continuano a stipulare contratti per rifornire le entità russe elencate e le parti sanzionate anche dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.

Che cosa aspetta l’Unione europea a seguire gli Stati Uniti? Un interrogativo che ormai a Bruxelles e a Washignton si pongono in molti, preoccupati dai recenti segnali che sembrano suggerire una minor convinzione europea nel sostegno a ogni costo all’Ucraina.

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