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A questo punto, Giorgia Meloni, è spinta dagli eventi ad andare verso il Partito Popolare europeo. Questo perché si sta formando – su impulso di Orban – un gruppo dei cosiddetti patrioti, dei partiti nazionalisti, che dall’Ecr e da Identità e Democrazia stanno transitando verso questo. Dunque si sta creando una formazione più radicale. Vox è già passata in questo gruppo, nelle prossime settimane – o al massimo nei prossimi mesi – può avvenire la stessa cosa per i polacchi del Pis. Meloni, invece, al contrario di tutti questi attori, escluso Orban che è il primo ministro di un più piccolo Paese che ha delle ragioni di politica estera differenti, è l’unica a capo del governo di un grande Paese fondatore, dentro l’euro, che ha tutto l’interesse di collaborare con la maggioranza europea e con il Ppe.

Questo sia per ricavarne dei vantaggi, un commissario con deleghe pesanti, sia per influenzare la maggioranza. In questo il presidente del Consiglio può giostrare, a seconda degli argomenti potrebbe lavorare con il Ppe, oppure con questo gruppo di Patrioti per influenzare la maggioranza di Bruxelles che, come sappiamo, può cambiare a seconda delle questioni che vengono affrontate a livello parlamentare. Meloni ha tutto l’interesse a votare per l’elezione della Von der Leyen e lavorare con il Ppe.

Questo anche perché la linea di politica estera italiana è ben precisa: filo atlantica, a supporto della Nato e dell’Ucraina, che come tale dovrà restare. Proprio per una questione di forza del governo Meloni. Una linea non condivisa dal gruppo a cui stanno aderendo la Lega, Vox e Orban.

Ci sono tanti motivi di distinzione all’interno delle due destre. Guardando in prospettiva. Se volessimo dare un consiglio e una provocazione, sarebbe persino auspicabile che Fratelli d’Italia non solo collabori ma entri nel Ppe. L’impressione è che si sta creando un nucleo di due destre: una destra radicale, nazionalista, euroscettica e filo-russa. E una destra di governo, più moderata, più filo atlantica e che in un certo senso vede Fratelli d’Italia essere un interprete di questa seconda anima della destra.

Penso che Meloni abbia tutta la convenienza a non essere più ambigua, non restare in mezzo tra questo polo più radicale e il Ppe, ma di fare una scelta. Influenzando la maggioranza europea, ma comunque collaborare e attaccarsi il più possibile al Ppe. Deve far prevalere il suo ruolo di presidente del Consiglio su quello di presidente dell’Ecr. Perché questa è la strada che conviene più all’Italia e le potrà garantire maggiori risultati e più stabilità.

Senza Vox, Meloni più vicina al Ppe. Per Castellani è una buona notizia

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Di Elisabeth Braw

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