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È il passo che aspettavano Cipro, Grecia e Israele, ma anche l’Italia. Quello di Antony Blinken, segretario di Stato americano. Ora il gasdotto Eastmed, oltre 1.900 chilometri per trasportare energia dal Mediterraneo orientale fino all’Europa passando dalla Puglia tramite il ramo Poseidon, potrebbe davvero ripartire.

La guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina ha spinto l’Occidente a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico per ridurre la dipendenza dalla Russia. Nelle scorse settimane, ritrattando un precedente stop per ragioni di sostenibilità economica (decisione evidentemente apprezzata dalla Turchia di Recep Tayyip Erdogan), gli Stati Uniti avevano inviato segnali di apertura sull’Eastmed. “Dopo i recenti sviluppi, daremo un nuovo sguardo a tutto”, aveva detto Andrew Light, assistente segretario di Stato per gli Affari internazionali e l’ambiente, durante una recente conferenza a Washington. “Non si tratta soltanto della transizione verde, ma anche della transizione via dalla Russia”, aveva aggiunto.

La videoconferenza di oggi (lunedì 9 maggio, ndr) sembra rappresentare un ulteriore – atteso – passo in avanti. Il segretario Blinken ha incontrato i ministri degli Esteri di Cipro (Ioannis Kasoulides), Grecia (Nikos Dendias) e Israele (Yair Lapid) nel formato cosiddetto 3+1. La nota diffusa dal dipartimento di Stato americano sottolinea “l’impegno condiviso per promuovere pace, stabilità e prosperità nel Mediterraneo orientale” e mette come prima area d’interesse l’energia. Seguono poi economica, clima, emergenze, antiterrorismo, resilienza e connettività. La dichiarazione del portavoce Ned Price si chiude così: “I ministri hanno deciso di sviluppare una tabella di marcia con risultati tangibili per il prossimo anno,  di porre le basi per un incontro successivo prima della fine del 2022”.

La situazione Eastmed sembra dunque essere stata sbloccata, ora tocca ai funzionari preparare la prossima riunione in cui dovrebbe essere presa una decisione definitiva anche alla luce dello studio di fattibilità che sta svolgendo la Commissione europea e che è stato richiamato anche dal primo ministro greco Kyriakos Mītsotakīs in una recente intervista al quotidiano To Vima.

Anche l’Italia guarda con interesse Eastmed, come ha fatto capire Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, dopo un recente incontro a Gerusalemme con Karine Elharrar, ministra israeliana delle Infrastrutture nazionali: “Israele si conferma partner importante per diversificare approvvigionamento energetico anche tramite Gnl”, ha dichiarato. Il governo di Mario Draghi, dunque, è al lavoro, sotto la spinta parlamentare bipartisan. Il Copasir ha identificato questo gasdotto come una delle possibili strade verso la diversificazione energetica nella recente “Relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica”. Il progetto “è realizzabile in circa quattro anni e, in una prima fase, porterebbe in Italia un flusso aggiuntivo di 10 miliardi di mc all’anno, raddoppiabile a 20 miliardi di mc in una seconda fase”, ha dichiarato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, in una recente intervista rilasciata a Formiche.net.

(Foto: Twitter @NikosDendias)

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