Skip to main content

L’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia è suonata come un campanello d’allarme sulla necessità di rivalutare il preesistente approccio europeo alla sicurezza collettiva, allo stesso tempo sottolineando le vulnerabilità del suo meccanismo di difesa. Mentre i leader europei sono alle prese con l’accrescersi delle tensioni globali e delle richieste da parte di Washington di assumersi maggiori responsabilità in relazione alla propria difesa, la cooperazione italo-tedesca emerge come un passaggio fondamentale verso la creazione di una base industriale unificata a livello europeo nel settore della Difesa.

La recente costituzione della Leonardo Rheinmetall Military Vehicles, una joint venture 50-50 tra l’italiana Leonardo e la tedesca Rheinmetall, rappresenta una pietra miliare in questo senso, poiché evidenzia la necessità di una più forte cooperazione europea nella manifattura della difesa e nelle politiche di procurement. Mettendo a sistema i rispettivi expertise per lo sviluppo della nuova generazione di Main Battle Tanks e di Infantry Fighting Vehicles, la Germania e l’Italia affrontano le necessità operative messe in luce dalla guerra in Ucraina e dalla frammentazione nella capacità di difesa europea. L’affermata leadership tedesca nel settore dei veicoli corazzati e l’innovativo approccio italiano delineano il potenziale di un più forte e standardizzato ecosistema europeo. Secondo le aspettative, questa partnership potenzierà le capacità di difesa italiane e aiuterà Rheinmetall ad ottenere contratti per circa venti miliardi di euro entro il 2027. Uno sviluppo rivoluzionario, che arriva dopo il fallimento delle negoziazioni tra Leonardo e il consorzio franco-tedesco Knds.

Un’altra importante area della collaborazione italo-tedesca è quella del dominio marittimo. ThyssenKrupp Marine Systems, il principale attore tedesco nel mercato dei sottomarini convenzionali, e Fincantieri, il primo costruttore di navi italiano, stanno preparando il terreno per la costituzione di un campione europeo nel campo della difesa sottomarina. Questa partnership potrebbe consolidare le capacità in un mercato che secondo le previsioni supererà i 400 miliardi di euro, rafforzando la posizione dell’Europa in un settore vitale nella guerra moderna.

Questi sviluppi arrivano mentre l’UE attraversa un momento di complessità nelle dinamiche transatlantiche, anche a causa del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Nel corso del suo primo mandato, le richieste di un aumento della spesa europea per la difesa da parte del Presidente Trump hanno messo in luce le profonde divisioni esistenti all’interno dell’Alleanza, nonostante non sia stato il primo presidente americano a sollevare la questione.

Il partenariato italo-tedesco è emblematico della risposta europea a queste pressioni. Entrambe le nazioni stanno perseguendo progetti che non solo migliorano le proprie capacità di difesa, ma che contribuiscono anche al più ampio obiettivo dell’Ue di ridurre la frammentazione e l’inefficienza, facilitando una più profonda cooperazione con altri alleati della Natoe migliorando prontezza ed efficacia. Mentre l’Europa fa passi avanti, la sua strategia di difesa non può essere disgiunta dalle relazioni transatlantiche. Sia la Germania che l’Italia sono partner solidi del programma F-35 e sono presenti anche negli Stati Uniti con investimenti sia recenti che di lunga data, assicurando così la loro integrazione nelle supply chain della Nato.

Il consolidamento di una base industriale di difesa europea unificata, guidata da Roma e Berlino, contribuirà a ridurre la distanza dell’Europa dalla base industriale di difesa statunitense. L’obiettivo finale è quello di investire di più e in modo più strategico nelle nuove tecnologie, evitando i doppioni e sfruttando una maggiore standardizzazione di sistemi d’arma (interconnessi). Questi sforzi riflettono un approccio pragmatico: rafforzare la base industriale europea mantenendo il legame vitale con Washington.

 

 

Difesa europea? Fra Roma e Berlino le mosse di Leonardo e Fincantieri

Di Paolo Messa e Valbona Zeneli

La partnership tra Leonardo e Rheinmetall è solo uno dei progetti condivisi tra Italia e Germania. Progetti che simboleggiano un passo avanti verso una difesa europea più coesa e standardizzata. L’analisi di Paolo Messa, nonresident senior fellow presso l’Atlantic Council e fondatore di Formiche e Valbona Zeneli, senior fellow non residente presso l’Europe Center dell’Atlantic Council e la Transatlantic Security Initiative dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council

Cina e Russia, l'Ue si dia una svegliata. La special relationship tra Italia e Usa secondo Calovini

Il deputato di FdI ha partecipato al ventiquattresimo Forum transatlantico organizzato ogni anno a Washington dall’Assemblea parlamentare Nato e dall’Atlantic Council: “Le mie impressioni sono essenzialmente due: che l’America è pronta e consapevole delle nuove sfide e che l’Italia può recitare un ruolo primario. Oggi con un governo conservatore negli Stati Uniti e un governo conservatore in Italia vi è un orizzonte medio lungo”. I rischi maggiori vengono da Cina e Russia

Nato Edge 2024. Tecnologia, partnership e le sfide del futuro secondo Rigoni

L’evento annuale della Nato ha dimostrato che l’Alleanza è consapevole della posta in gioco. In futuro sarà necessario abbracciare una mentalità innovativa, capace di conciliare velocità tecnologica, sicurezza e interoperabilità in un quadro strategico comune. L’analisi di Andrea Rigoni, managing director presso Accenture

Grottaglie verso lo spazio. L'accordo Virgin Galactic ed Enac per l'uso dello spazioporto

In occasione della “Giornata Nazionale dello Spazio” presso l’Ambasciata d’Italia a Washington DC, Virgin Galactic, l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) e Aeroporti di Puglia, con il supporto della Regione Puglia, hanno annunciato la firma di un accordo di cooperazione per valutare la fattibilità di operazioni spaziali suborbitali presso lo spazioporto di Grottaglie, in Puglia

L’Italia tra le stelle (e strisce). A Washington si festeggia la Giornata nazionale dello Spazio

In anticipo di quattro giorni rispetto alle celebrazioni previste in Italia, a Washington si festeggia la Giornata nazionale dello spazio. L’ambasciata italiana nella capitale Usa ha però ospitato un evento che non si limita alla sola celebrazione, ma che consolida i rapporti spaziali tra Roma e Washington

Addio Sahel? Ecco cosa c'è dietro la ritirata della Wagner

Tra massacri subiti e riorganizzazioni strategiche la presenza del gruppo Wagner in Sahel si ridimensiona. Suscitando domande sulla capacità di proiezione russa nell’area

I rischi per l’Europa del 5G cinese. Report Strand Consult

L’Ue ha un quadro di misure strategiche e tecniche che punta a ridurre la presenza di fornitori ad alto rischio nelle reti europee. Tuttavia, l’implementazione procede a velocità diverse tra gli Stati membri. La posta in gioco è alta, avverte il documento: garantire la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture critiche è essenziale per preservare l’autonomia strategica e la sicurezza nazionale

Vi racconto come si muove la grande-media potenza turca in Siria

Di Filippo Del Monte

Le dinamiche in corso in Siria evidenziano ancora una volta quanto la “profondità strategica” turca sia, invero, uno strumento di accrescimento della propria forza, tanto in atto quanto in potenza

Un'alleanza per rilanciare l'industria, cosa penso dell'appello di Confindustria. Scrive Bonanni

L’appello di Confindustria segna una strada da percorrere: abbandonare recriminazioni e divisioni per concentrarsi su una visione condivisa e lungimirante. Ora è il momento di scegliere. Competitività e crescita, oppure declino e passività. L’Italia può ancora invertire la rotta, ma il tempo stringe. Il commento di Raffaele Bonanni

Autonomia, è presto per dire referendum. L'analisi di Sterpa

È troppo presto, per cantare vittoria, dalla prospettiva dei promotori del referendum per abrogare l’Autonomia differenziata. Ora la “palla” torna nelle mani della Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità o meno del referendum. Il rischio, però, è trasformare questa votazione in un plebiscito politico e sfruttarlo contro il premierato. Oltre a bloccare il Parlamento. Colloquio con il costituzionalista Alessandro Sterpa

×

Iscriviti alla newsletter