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I rapporti commerciali si devono basare su fiducia e amicizia. È il cosiddetto friend-shoring e l’amministrazione statunitense guidata da Joe Biden ci sta puntando molto. Soprattutto Janet Yellen, già a capo della Federal Reserve, oggi segretaria del Tesoro: davanti a situazioni (come la pandemia) e attori (come Russia per la guerra in Ucraina e la Cina viste le forti dipendenze) in grado di minacciare le catene di approvvigionamento, i Paesi amici dovrebbero rinsaldare i rapporti. È una versione “positiva” del temuto re-shoring, il disaccoppiamento tra le filiere globali, spesso evocato per ragioni di sicurezza.

Yellen, impegnata in un tour in Asia per la recente ministeriale G20 a Bali, è tornata a insistere sul punto in occasione di un discorso tenuto in un centro ricerca e sviluppo a Seul gestito dal colosso sudcoreano LG. “Il friend-shoring consiste nell’approfondire le relazioni e nel diversificare le nostre catene di fornitura con un maggior numero di partner fidati per ridurre i rischi per la nostra economia e per la loro”, ha spiegato. “Così facendo, possiamo contribuire a mettere le famiglie americane e coreane al sicuro dagli aumenti dei prezzi e dalle interruzioni causate dai rischi geopolitici ed economici”, ha dichiarato.

La segretaria ha definito la Cina come un Paese da cui gli Stati Uniti e altri dovrebbero dipendere meno. “Non possiamo permettere a Paesi come la Cina di utilizzare le loro posizioni di mercato in materie prime, tecnologie o prodotti chiave per disturbare la nostra economia o esercitare un’indesiderata leva geopolitica”, ha spiegato. La scorsa settimana, mentre si trovava a Tokyo, aveva anche criticato la Cina per non essersi coordinata con gli altri principali creditori per aiutare i Paesi fortemente indebitati, come lo Sri Lanka, che stanno lottando contro il rallentamento dell’economia globale, l’alta inflazione e il rafforzamento del dollaro.

Il friend-shoring, ha tenuto a precisare Yellen, non significa che gli Stati Uniti si stiano ritirando dal mondo. Anzi. Sembra vero il contrario, a giudicare dal rinnovato impegno americano verso l’Asia.

Come ha spiegato la stessa segretaria, “la resilienza della catena di approvvigionamento è un obiettivo chiave dell’amministrazione Biden-Harris”. Per questo, oggi e domani Antony Blinken e Gina Raimondo, rispettivamente segretario di Stato e al Commercio, presiedono un forum ministeriale sulle supply chain pensato per “collaborare con i partner per ridurre i colli di bottiglia a breve termine e le sfide a lungo termine della catena di approvvigionamento”, come spiegato da Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato. Si parte dal Summit on Global Supply Chain Resilience tenuto a Roma a fine ottobre a margine del vertice G20 che aveva visto la partecipazione dell’Unione europea e di 14 Paesi like-minded, tra cui l’Italia. Per risolvere i problemi a breve termine gli Stati Uniti puntano sulla diplomazia e su impegni politici. Relativamente a quelli a lungo termini, invece, su trasparenza e sicurezza, parole non scelte a caso se si pensa a iniziative come la Via della Seta cinese.

Parola d’ordine friend-shoring. La svolta commerciale degli Usa in Asia

Approfondire le relazioni e diversificare le nostre catene di approvvigionamento con partner fidati per ridurre i rischi economici. Yellen parla da Seul mentre Blinken e Raimondo organizzano una ministeriale dedicata

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