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Il focolaio della malattia misteriosa nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) ha acceso l’allarme globale, evocando il rischio di nuove zoonosi e pandemie. La realtà dei fatti, tuttavia, rischia di essere un promemoria crudo: spesso non c’è bisogno di mistero per trovare emergenze sanitarie. La malaria, accompagnata da un contesto di malnutrizione diffusa, potrebbe infatti essere la principale responsabile. Questo evento porta a una riflessione urgente sull’attenzione che l’opinione pubblica dedica alle troppo spesso trascurate malattie già note.

GLI SVILUPPI NELLA RDC

Con 416 casi segnalati e 31 decessi – con fonti contrastanti sul numero delle morti attribuibili alla malattia – il focolaio nella provincia di Kwango ha prontamente attirato l’attenzione del mondo intero. Secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, le prime analisi suggeriscono che la malaria potrebbe essere la causa scatenante, con altre possibili co-infezioni. “Dei dodici campioni iniziali, dieci sono risultati positivi alla malaria, tuttavia è possibile che sia coinvolta più di una malattia”, ha affermato Ghebreyesus. La risposta è stata complicata dalla remota localizzazione, dalla malnutrizione diffusa e dalla bassa copertura vaccinale della regione. “Ulteriori campioni saranno raccolti e analizzati per determinare la causa o le cause esatte”, ha aggiunto il direttore dell’Oms, non escludendo comunque ulteriori sviluppi.

IL RISCHIO NON È SOLO NEL NUOVO

Se da un lato gli episodi, come quello della Rdc, dimostrano l’importanza dei sistemi di early warning e della sorveglianza epidemiologica, dall’altro ci ricordano che il rischio non viene solo da malattie emergenti. “Mentre stiamo assistendo a progressi contro alcune malattie, stiamo perdendo terreno contro altre. Nuovi dati dell’Oms e dei partner pubblicati quest’anno mostrano un aumento del 71% dei decessi per colera nel 2023 e un aumento del 20% dei casi di morbillo, mentre il numero di adulti che vivono con il diabete è quadruplicato dal 1990, superando ora gli 800 milioni”, ha sottolineato Ghebreyesus.

IL WORLD MALARIA REPORT

La pubblicazione del World Malaria Report 2024 dell’Oms rappresenta un ulteriore campanello d’allarme: la lotta contro la malaria è in stallo. Il divario nei finanziamenti è drammatico, con 4 miliardi di dollari disponibili contro gli 8,3 miliardi necessari secondo la Strategia tecnica globale per la malaria delineata dalla stessa organizzazione. A peggiorare la situazione, fattori come conflitti, cambiamenti climatici e spostamenti delle popolazioni che stanno ulteriormente impattando gli scenari di salute a livello globale. Malattie come la malaria continuano infatti a mietere vittime, soprattutto nei contesti più vulnerabili. E il report Oms ci insegna proprio questo, non possiamo permetterci di ignorare i nemici già noti mentre corriamo dietro a nuove minacce.

ONE HEALTH

Per un contrasto strutturato contro la malaria, le altre patologie che già conosciamo – ma anche il rischio di nuove epidemie – serve un approccio integrato. Come affermato dall’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-medico di Roma, sentito da Formiche.net: “Dobbiamo imparare a ragionare in termini di salute globale, di One Health”. Lo stesso report sottolinea la necessità di una visione intersezionale che unisca le determinanti biologiche, ambientali, sociali, strutturali ed economiche della salute.

LE PRIORITÀ DI UN MONDO POST-COVID

Al di là dell’esito delle prossime analisi sui campioni provenienti dalla Rdc, che potrebbero comunque rivelare scenari più complessi di quanto ora anticipato, questa situazione ci riporta a un punto cruciale: in un mondo post-Covid, dove la sorveglianza epidemiologica e l’opinione pubblica sono orientate a scovare potenziali nuove minacce, non dobbiamo dimenticare di indirizzare risorse e investimenti nella lotta ai nemici che già conosciamo. La malaria e altre patologie di interesse globale continuano a colpire milioni di persone e rappresentano emergenze silenziose che richiedono risposte costanti e sistemiche.

Cosa ci insegna il focolaio misterioso in Congo

“Dei dodici campioni iniziali, dieci sono risultati positivi alla malaria”, ha affermato Ghebreyesus. Mentre rimane aperta la pista di altre malattie, non dobbiamo dimenticare quelle che già conosciamo. “Dobbiamo imparare a ragionare in termini di salute globale”, dice a Formiche.net l’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-medico di Roma

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