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Qualcosa non quadra su DeepSeek. L’applicazione di Intelligenza Artificiale cinese, che nei giorni scorsi ha messo a soqquadro i mercati di mezzo mondo, può produrre un effetto collaterale indesiderato, secondo Goldman Sachs. “Abbiamo sostenuto in una serie di pubblicazioni negli ultimi due anni che l’Intelligenza Artificiale generativa potrebbe aumentare la produttività del lavoro e la crescita globale, principalmente grazie alla sua capacità di automatizzare una larga quota di attività lavorative. Le nostre stime di base implicano un rialzo lordo cumulativo del 15% per la produttività del lavoro e i livelli del Pil degli Stati Uniti”, premette in un report la banca d’affari americana.

Ora, “la notizia secondo cui il modello di Intelligenza Artificiale di DeepSeek si confronta favorevolmente in termini di prestazioni con i modelli leader attuali, nonostante utilizzi hardware meno avanzati e costi di sviluppo molto inferiori, ha sollevato dubbi sul fatto che la fase successiva del ciclo di investimenti, in cui i risparmi sui costi di elaborazione riducono l’investimento hardware nominale necessario per addestrare e utilizzare modelli di Intelligenza Artificiale generativa, arriverà prima del previsto. Come hanno osservato i nostri analisti azionari, ci sono valide ragioni per mettere in dubbio se il costo di formazione di 5,6 milioni riportato da DeepSeek rifletta pienamente il costo di sviluppo o l’hardware su cui è stato addestrato”. Il messaggio è chiaro, i bassi costi per usufruire di DeepSeek potrebbero nascondere una scarsa, se non scarsissima qualità della stessa tecnologia cinese.

“Da una prospettiva macro, l’emergere dei modelli a basso costo, quali DeepSeek, solleva valide domande sulla distribuzione del surplus economico creato dall’IA generativa tra questi vari stakeholder. La distribuzione delle rendite economiche dipende da una serie di fattori, tra cui la concentrazione del mercato, i diritti di proprietà intellettuale, la scalabilità e, in ultima analisi, la concorrenza. È ancora troppo presto per avere fiducia nell’effetto che le innovazioni di formazione segnalate da DeepSeek avranno sull’ecosistema più ampio”, scrive ancora Goldman Sachs, mettendo in guardia dalle tentazioni di un’Intelligenza Artificiale a basso costo ma allo stesso tempo di grande statura tecnologica.

Certo, non tutto il male viene per nuocere e allora anche l’ascesa di Deep Seek può essere un valido stimolo al miglioramento. “I governi globali potrebbero vedere le recenti innovazioni dei modelli di IA basati in Cina come un aumento dell’importanza dello sviluppo di capacità di IA nazionali per scopi geopolitici. Se così fosse, una maggiore competizione globale potrebbe spingere i governi a coordinare gli investimenti o ad abbassare le barriere normative per incoraggiare lo sviluppo e l’adozione della stessa IA. In questa linea, gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato un programma di finanziamento del settore privato da 500 miliardi di dollari per aumentare gli investimenti nelle infrastrutture, mentre la Cina ha fissato un obiettivo strategico per diventare il leader globale nell’IA”.

Che cosa non quadra su Deep Seek secondo Goldman Sachs

Dietro i costi estremamente bassi dell’Intelligenza Artificiale cinese ci potrebbero essere investimenti non all’altezza degli standard richiesti dai governi globali. Ma gli Stati Uniti, comunque, non devono perdere tempo nella competizione con la Cina

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