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Lunedì a Mosca, martedì a Kiev. Il presidente francese Emmanuel Macron pare aver convinto Russia e Ucraina a sedere attorno a un tavolo nel Formato Normandia (che coinvolge anche la Germania).

Ma tra scampi, zuppa di pesce, storione, cervo e vini da una tenuta sul Mar Nero che secondo l’attivista Alexei Navalny fa parte di un maestro complesso costruito per Vladimir Putin, Macron sembra potrebbe aver strappato all’omologo russo due promesse forse ancor più importanti: Mosca ritirerà sue le truppe dalla Bielorussia dopo l’esercitazione “Risolutezza alleata 2022”, in programma dal 10 al 20 febbraio, e non intraprenderà nuove “iniziative militari”. È quanto ha spiegato l’inquilino dell’Eliseo a margine della conferenza stampa e confermato dai funzionari francesi al Financial Times.

La mossa potrebbe allentare le tensioni nella regione dopo che la Russia ha ammassato le truppe ai confini dell’Ucraina. È l’obiettivo di Macron, che con Putin si è detto d’accordo sulla necessità di distensione per garantire la sicurezza europea e che ha elogiato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per il “sangue freddo” mostrato davanti a 125.000 militari russi che inevitabilmente “innervosiscono” (“apprezziamo molto la posizione ufficiale di Parigi e gli sforzi personali di Emmanuel Macron per raggiungere la pace in Ucraina”, ha osservato lui).

Per il leader di Kiev la partita è particolarmente complessa: non sembra aver troppo spazio di manovra su qualsiasi accordo che preveda concessioni alla Russia (per esempio Stati Uniti e Unione europea che spingano l’Ucraina ad attuare il protocollo di Minsk II) in quanto ciò sarebbe difficile da “vendere” al suo elettorato.

In ogni caso, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha detto al quotidiano britannico che i due leader erano “pronti a continuare il dialogo” sulle proposte francesi, ma che le discussioni dovevano ancora rassicurare completamente Mosca. “Tutti questi argomenti richiedono l’accordo degli alleati della Francia nell’Unione europea e nella Nato, prima di tutto gli Stati Uniti”, ha detto il diplomatico.

Secondo Libération, Macron ha capito che Putin vuole diventare un “interlocutore di primo piano” in Europa. Ricostruzione che appaiono in linea, seppur con spin diverso, a quando notato dal New York Times, che ha osservato che il leader russo ha “gustato” l’attenzione dei giornalisti e sfruttato l’incontro per dimostrare la sua forza nel “costringere l’Occidente a prestare attenzione alle richieste della Russia”. Duro sul presidente francese è stato Politico: “Dopo cinque ore di incontro, ci sono pochi dubbi sul fatto che Macron sia finito nella tana del lupo, e che sia stato sbranato”.

Il suo impegno per essere l’interlocutore di riferimento è davanti agli occhi di tutti. Come ha notato Deutsche Welle, negli ultimi giorni i contatti fra i due si sono intensificati: Macron ha parlato al telefono con Putin “più spesso di ogni altro leader europeo”. E così Libération ha anche sottolineato come il presidente francese abbia voluto indossare, davanti a Putin, i panni del rappresentante dell’Unione europea. Il tutto mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz era alla Casa Bianca per incontrare il presidente statunitense Joe Biden che si è detto pronto a fermare il gasdotto Nord Stream 2 in caso di invasione russa dell’Ucraina.

“Non viviamo la visita di Macron” a Mosca “come un Paese dell’Unione europea che è andato a parlare con Putin, ma come la presidenza dell’Unione europea che è andata a parlare con Putin e che ha portato al tavolo con il presidente russo la linea dell’Unione europea”, ha spiegato il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.

In questo contesto la promessa sulla Bielorussia sarebbe “un grande – e ora pubblico – impegno di Putin verso Macron”, ha commentato Shashank Joshi dell’Economist su Twitter. Questo perché “per Putin mentire spudoratamente al suo più importante interlocutore europeo avrebbe conseguenze notevoli (il che non significa che non mentirà)”, ha aggiunto.

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