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Primo, non si sposta nessun fondo Ue dalle regioni alla difesa. Secondo, la revisione di medio termine è fondamentale perché in sette anni è cambiato il mondo. Terzo, macroprogetti come il Pnrr e i fondi di coesione devono interagire e compensarsi strategicamente. Questi i tre pilastri del ragionamento che il vicepresidente esecutivo della commissione europea, Raffaele Fitto, ha snocciolato a Bari in occasione del convegno “Nuova politica di coesione e sviluppo regionale, l’Europa incontra la Pugliapromosso dall’eurodeputato pugliese Francesco Ventola e dal gruppo di Ecr.

Un momento di analisi su come il futuro della coesione debba profondamente riformarsi alla luce della nuova programmazione di bilancio, sia per non restare indietro rispetto alle mutevoli esigenze (come lo scoppio di una guerra e quindi la trasformazione delle esigenze di uno o più paesi), sia per dare una traccia sulle cinque aree destinatrici dell’azione in questione, ovvero difesa, competitività, energia, acqua, casa.

Che il tema sia quantomai centrale lo dimostra anche la ricca presenza istituzionale, italiana ed europea, nel capoluogo pugliese, ovvero la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, il sindaco di Bari Vito Leccese, il presidente della Commissione REGI Dragos Benea con tutti i membri Denis Nesci (ECR, Italia), Andrey Novakov (EPP, Bulgaria), Marcos Ros Sempere (S&D, Spagna), André Rougé (Patriots, Francia), Cristina Guarda (Greens, Italia), Valentina Palmisano (The Left, Italia) e Irmhid Bossdorf (ESN, Germania), oltre all’on. Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, la Politica di Coesione e il PNRR e al sottosegretario alla salute Marcello Gemmato.

Punto di partenza è l’assunto che la revisione nel bilancio Ue offre un’opportunità palese, chiamata competitività. Lo ripete più volte Fitto nel suo intervento a proposito della difesa, nella consapevolezza che nessun euro destinato alle regioni verrà usato per altre esigenze, pur imprescindibili. Ma il centro della direttrice di marcia invocata dal vicepresidente della commissione è che bisogna cogliere l’occasione del nuovo bilancio per rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue, “solo in questo modo si potrà dare forza ad un’azione lungimirante e costante, tramite la semplificazione e la flessibilità”.

Quest’ultimo aspetto è particolarmente significativo, dal momento che il mondo è in continua evoluzione e di conseguenza le politiche europee “devono essere in grado di evolversi altrettanto rapidamente”. Fitto porta come paradigma l’invasione russa dell’Ucraina, che ha impattato su più fronti, come l’energia, le infrastrutture, ma anche l’approvvigionamento dei materiali critici, passando per il grano. “Non è più possibile decidere una serie di priorità e mantenerle tali per sette anni a fronte di cambiamenti repentini”, ha aggiunto.

E ricorda come aree europee limitrofe alla Russia si stiano progressivamente spopolando a causa del conflitto e proprio in quei confini le politiche di coesione rappresentano l’unico strumento per produrre un plus.

Ed ecco il gancio con la difesa, ribadito dal ministro Foti, secondo cui Landini “fa comizi dicendo che tutti i fondi di coesione andranno alle armi, io non penso si debba demonizzare l’industria della difesa italiana che mi sembra molto competitiva”. Per cui la revisione a medio termine della coesione europea “offre competitività nei settori critici”. Senza dimenticare un altro aspetto, come dice a Formiche.net l’eurodeputato barese Michele Picaro, “ovvero la presenza al convegno nel capoluogo pugliese di esponenti di tutti i gruppi parlamentari europei, a dimostrazione della precisa volontà di fare squadra su una tematica che investe il futuro di tutte le regioni europee”. È questo un elemento “che ha caratterizzato l’azione di Ecr all’insegna di un dibattito sempre ampio e plurale”.

Ecco il teorema Fitto sulla nuova coesione europea

A Bari Fitto porta come paradigma l’invasione russa dell’Ucraina, che ha impattato su più fronti, come l’energia, le infrastrutture, ma anche l’approvvigionamento dei materiali critici, passando per il grano. “Non è più possibile decidere una serie di priorità e mantenerle tali per sette anni a fronte di cambiamenti repentini”, ha aggiunto. E ricorda come aree europee limitrofe alla Russia si stiano progressivamente spopolando a causa del conflitto e proprio in quei confini le politiche di coesione rappresentano l’unico strumento per produrre un plus

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