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Proteggere la scuola resta una delle grandi sfide in mezzo alla crisi sanitaria. In Europa, i governi continuano a dibattere sulla necessità di mantenere la lezioni in presenza – in sicurezza -, nonostante l’aumento dei casi per la variante Omicron del Covid-19. Test settimanali, distanziamento sociale, e isolamento, solo in casi estremi, sono alcune delle strategie introdotte.

In Belgio tutto cambia da lunedì

Da lunedì, per esempio, in Belgio le scuole non chiuderanno più. La quarantena scatterà in una classe solo se ci sono quattro o più studenti contagiati. Fino ad ora, la misura di isolamento di sette giorni scattava ad un unico compagno di classe positivo. Con l’accordo raggiunto tra le autorità sanitarie adesso resteranno in casa solo gli studenti con il virus e chi presenta sintomi di Covid-19.

Anche gli studenti che hanno i genitori contagiati potranno andare a scuola, dopo avere fatto un test antigenico per confermare la negatività. La misura non ha carattere retroattivo, per cui le classi che sono attualmente in quarantena dovranno finire il periodo previsto dalla legge. Secondo uno studio pubblicato la scorsa settimana dall’istituto di sanità belga Sicensano, circa il 51% degli studenti della scuola elementare ha gli anticorpi contro il Covid.

Francia, scuole aperte ma situazione critica

In Francia il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer,  insiste con la volontà di lasciare le scuole aperte, anche se la situazione è abbastanza critica. I protocolli sanitari sono difficili da seguire e mancano i test Covid da fare in casa. Secondo i dati del ministero della Sanità francese, ci sono 47.453 studenti positivi e 5.631 adulti contagiati tra insegnanti, coordinatori e personale della scuola. E circa 75.000 studenti sono in isolamento.

La strategia tedesca: testare gli studenti

Da lunedì le scuole tedesche hanno cominciano l’apertura in maniera progressiva. Ogni Stato federato ha l’autorità di gestire il ritorno come meglio crede, ma il principio comune per tutti è fare lezioni in presenza. Il ministro della Sanità tedesco, Karl Lauterbach, ha sottolineato che il consiglio generale è l’uso della mascherina come “necessità assoluta” all’interno delle istituzioni. A Berlino, gli studenti si sottoporranno ogni giorno ad un test Covid durante la prima settimana, e poi a tre test ogni settimana.

In Germania è completamente esclusa l’ipotesi di chiusura delle scuole. Christine Aschenburg-Dugnus, esperta in sanità del partito liberale tedesco, sostiene che uno studio dell’Ospedale Universitario di Essen ha rilevato un aumento nei tentativi di suicidio dei giovani dalla primavera del 2021, per cui le scuole devono restare aperte e in presenza per contenere questo triste fenomeno.

La strategia britannica non cambia

Gli inglesi stanno gestendo il rientro alle aule con l’obbligo delle mascherine per gli studenti della scuola media e dando priorità le lezioni in presenza. Restano in didattica a distanza solo gli studenti in isolamento per Covid-19. Tuttavia, le autorità sanitarie prevedono un aumento nelle prossime settimane dei casi di Omicron per i focolai in scuola. La strategia, per ora, non cambierà, anche se la logistica è complessa. Il ministro per l’Istruzione del Regno Unito, Nadhim Zahawi, ha ricordato che circa l’8% del personale delle strutture educative è in isolamento, per cui sono stati convocati insegnanti e lavoratori in pensione per coprire le assenze.

Testare i sintomatici, la strada svedese

In Svezia, il governo ha deciso di non fare più test di massa ma solo in caso di sintomi, anche se stanno aumentando i ricoveri in ospedale. la Federazione di Insegnanti ha espresso la sua preoccupazione perché le lezioni in presenza potrebbero essere compromesse da un nuovo aumento dei contagi. Per questo raccomandano ai genitori di realizzare i test quando ci sono stati contatti stretti con persone con Covid, anche in assenza di sintomi. Nelle scuole svedesi sono privilegiate le attività all’aria aperta e le lezioni in presenza e chiuse a persone estranee alla classe.

Basta confinamento ai non vaccinati

Sulle misure anti-Covid in generale, e nonostante l’alto numero di contagi, i Paesi Bassi e l’Austria hanno deciso di togliere il confinamento ai non vaccinati. Considerano che è una misura ingiustificata perché i casi continuano ad aumentare e ci sono meno ricoveri ospedalieri. Chi non è stato immunizzato non potrà accedere comunque ad una serie di attività di intrattenimento.

La Cina prosegue con la politica zero Covid

Infine, in Cina c’è chi non regge più le misure della politica zero Covid. Il personale diplomatico americano ha chiesto a chiesto al Dipartimento di Stato di concedere una “partenza autorizzata”, consentendo il rientro negli Stati Uniti per evitare le misure di contenimento del Covid-19 sempre più rigide.

Secondo l’’emittente Cnn, “la richiesta non è stata ancora accolta” e una “partenza autorizzata” offrirebbe ai dipendenti e alle famiglie del personale dell’ambasciate e dei consolati degli Stati Uniti la possibilità di lasciare la Cina per un periodo di tempo fino a quando non si sentono sicuri di tornare.

Il video di un bambino di 4 anni contagiato da Covid-19, che è stato separato dai suoi genitori e messo in quarantena da solo nella città di Putian, ha messo in allerta il personale. “Attualmente la missione diplomatica statunitense in Cina ha un accordo con il ministero degli Esteri cinese per consentire ai genitori di stare con figli minorenni in caso di quarantena – si legge sulla Cnn -. Tuttavia, cresce la preoccupazione che l’agenzia sanitaria nazionale cinese possa potenzialmente annullare tale accordo”.

Chi dice basta alle quarantene nelle scuole. Gli esempi in Europa

Dalla Germania alla Svezia, i governi europei allentano le limitazioni anti-Covid, nonostante l’aumento dei casi e i ricoveri. Le autorità scommettono su test settimanali, isolamento mirati, attività all’aria aperta, richiamo di insegnanti in pensione e protocolli sanitari in aula per salvaguardare le lezioni in presenza

 

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