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Uno spettro si aggira per la Cina. La deflazione, tecnicamente la depressione cronica dei prezzi, sta avvilendo più di quanto si possa immaginare la seconda economia mondiale. E non è solo una questione di scarsa domanda, di pochi consumi, c’entra anche il pessimo andamento della moneta, che non riesce più a trovare lo slancio necessario a riportare il dollaro su un terreno di competizione. Tutto questo si ripercuote, sotto forma di effetto psicologico, anche sul mercato dei titoli sovrani, con i bond emessi dal governo con i rendimenti ormai ai minimi. Non è certo un caso che negli ultimi mesi la Pboc, la Banca centrale cinese, sia intervenuta per sostenere gli acquisti di titoli, compensando il disinteresse del mercato e degli investitori.

Ora però qualcuno ha deciso di prendersi una pausa. Venerdì scorso, infatti, la Banca centrale ha sospeso gli acquisti di titoli di Stato nel tentativo di far passare questo messaggio ai mercati: non è possibile immaginare che il debito cinese possa reggersi solo sulle spalle della Pboc, anche gli investitori devono fare la loro parte. Altrimenti si andrà incontro a una situazione anomala, con un mercato del debito sostanzialmente dopato. I rendimenti dei titoli e, di riflesso, lo yuan stesso, devono tornare a macinare in modo naturale e senza il ricorso ad artifici a oltranza. I numeri parlano chiaro. Il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 10 anni è crollato a un minimo storico questo mese, mentre la valuta scambiata a Hong Kong ha toccato il livello più basso nei confronti del dollaro americano in più di un anno.

La Pboc sta cercando, hanno raccontato diverse fonti interpellate da Reuters, di riportare alla normalità il mercato, sospendendo l’acquisto di titoli di Stato. Dietro, c’è la grande paura di un nuovo caso Silicon Valley Bank, l’istituto statunitense fallito nel 2023 proprio perché troppo esposto al deprezzamento dei titoli americani. E siccome le banche cinesi sono piene zeppe di bond sovrani, il timore è tutto sommato giustificato. La decisione della Pboc “suggerisce che la banca centrale è preoccupata per il recente rapido calo dei rendimenti obbligazionari, vedendo un rischio finanziario in stile Svb in futuro”, ha sottolineato l’economista di Maquarie, Larry Hu.

Mossa che potrebbe anche funzionare, anche se bisognerà attendere un po’ di giorni per capire se il rimbalzo dei rendimenti è stata solo una reazione emotiva e nulla più. Gli economisti, però, sembrano scettici. “L’impatto immediato dello stop al sostegno ai titoli è stato un piccolo aumento dei rendimenti. Tuttavia, prevediamo che questo impatto sarà relativamente di breve durata se la Pboc si limita a fare una pausa anziché difendere un obiettivo di rendimento specifico come ha fatto l’anno scorso. E questo perché i fattori che determinano un calo dei rendimenti obbligazionari, come la scarsa fiducia del mercato che porta a una forte domanda di fonti sicure di rendimento, rimangono in atto”, ha affermato Lynn Song, economista capo presso LNG. Si vedrà.

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