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Per quanto possa apparire un progetto futuristico, un aereo da caccia completamente unmanned potrebbe presto entrare a far parte degli arsenali europei. Questo è quanto emerge dalle recenti dichiarazioni (riportate dal Financial Times) di Stephanie Lingemann, direttore senior della divisione aerea di Helsing. L’azienda ha infatti condotto nelle scorse settimane alcuni esperimenti di “sostituzione”, facendo prendere al suo software di Intelligenza Artificiale “Centaur” il controllo di un velivolo Gripen-E prodotto dalla svedese Saab una volta che questo era stato fatto decollare da un essere umano. Nello specifico, questi esperimenti avrebbero riguardato la conduzione di manovre reali, il suggerimento di lancio di missili contro bersagli specifici e l’evitamento di traiettorie di volo svantaggiose che sarebbero potute diventare rischiose in caso di combattimento ravvicinato.

“L’adozione del software da parte delle forze aeree in contesti reali è una questione di “anni e non di decenni. Ce lo aspettiamo entro questo decennio”, ha dichiarato Lingemann. La rappresentante di Helsing ha anche fatto notare che, mentre i migliori piloti di caccia umani possono aspettarsi di accumulare 5.000 ore di volo nel corso della loro carriera, il sistema Centaur impiega solo 72 ore per acquisire un ammontare di esperienza quantificabile circa in un milione di ore. “È possibile raggiungere prestazioni sovrumane molto rapidamente, reagire a nuove circostanze…e non è necessario inviare i piloti in situazioni pericolose. Ecco perché è così rivoluzionario”.

Ma anche se la tecnologia divenisse presto disponibile, la transizione avrebbe comunque bisogno di avvenire in un periodo di tempo più dilatato. Alla domanda se la tecnologia eliminerà del tutto la necessità dei jet da combattimento tradizionali, Lingemann ha risposto che prevede un lungo periodo di transizione, suggerendo che in un primo momento piloti avrebbero pilotato i jet col supporto di un software di intelligenza artificiale che li avrebbe aiutati a eseguire manovre complesse e a rilevare le minacce, sulla falsa riga di quanto avvenuto nei recenti esperimenti. “Penso che avremo decenni in cui vedremo entrambe le componenti. E poi gradualmente gli operatori, come nel caso dei droni, passeranno a ruoli diversi”.

La start-up Helsing è stata fondata solo quattro anni fa, con l’idea di focalizzarsi esclusivamente sulla produzione di software di intelligenza artificiale per le armi attuali e future, estendendo però presto il proprio portafoglio fino ad includere la produzione di sistemi unmanned volanti e subacquei. Poche settimane fa il fondatore di Spotify Daniel Ek, tramite la sua società Prima Materia, aveva annunciato un round di investimenti da 600 milioni di euro nell’azienda (il secondo da parte sua, successivo ad uno risalente al 2021). L’azienda tende a presentarsi con un’immagine “paneuropea”, in un momento in cui il Vecchio continente sta cercando di potenziare le proprie capacità di difesa. E l’acquisizione di una capacità simile, magari in anticipo rispetto ai competitor (ma anche ai partner) rappresenterebbe un traguardo importante per le ambizioni dei sostenitori di una difesa comune europea nelle sue varie declinazioni possibili.

Il caccia senza pilota è più vicino di quanto si pensi. Gli esperimenti di Helsing

L’azienda europea Helsing ha testato un sistema di intelligenza artificiale capace di prendere il controllo di un jet da combattimento. Una tecnologia che promette prestazioni sovrumane e che potrebbe entrare in servizio già entro la fine del decennio

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