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La posizione di Donald Trump sull’Ucraina sembra essere mutata drasticamente rispetto a quella assunta sin dall’inizio del suo mandtao, s enona ddirittura nella campagna elettorale. Nel corso degli ultimi giorni sono state infatti riportate molteplici notizie che sembrano rappresentare un rafforzamento nel sostegno a Kyi da parte della Casa Bianca. L’ultima di queste riguarda la disponibilità di Trump sul vendere armi agli alleati della Nato con l’intesa che questi ultimi le forniranno poi all’Ucraina, secondo quanto riferiscono ad Axios tre fonti che hanno familiarità con le discussioni. Due funzionari dell’amministrazione hanno sottolineato che questo non significhi che Trump starebbe armando l’Ucraina. “Il Presidente sta inviando armi difensive alla Nato. La Nato può decidere cosa farne. Non stiamo inviando armi all’Ucraina”, sono le parole di uno dei funzionari riportate da Axios.

Tuttavia, lo stesso Trump ha confermato nell’intervista alla Nbc che le armi sarebbero state destinate all’Ucraina, seppure attraverso una triangolazione con i Paesi membri dell’Alleanza Atlantica (che acquisterebbero effettivamente le armi), secondo una dinamica che sarebbe stata discussa da tutte le parti interessate in occasione del vertice dell’Alleanza Atlantica tenutosi lo scorso mese all’Aia. Tuttavia, alto funzionario europeo ha confermato che tale schema è stato sì discusso al summit di poche settimane fa, ma che il suo governo non è a conoscenza di alcun piano definitivo. Nessuna delle fonti ha inoltre fornito dettagli sui tempi e sulle modalità di realizzazione dei piani, così come delle tipologie di armamenti coinvolte (anche se una fonte ha detto ad Axios che le vendite potrebbero includere armi offensive, non solo il supporto alla difesa aerea).

La notizia arriva a poche ore dalla decisione di Trump di sbloccare il pacchetto di munizioni destinate all’Ucraina che era stato sospeso alla fine della scorsa settimana dal Pentagono, ufficialmente per timori relativi alle scorte dell’arsenale americano che sarebbero potute scendere sotto la soglia critica.  La decisione di Trump sarebbe arrivata dopo un colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Trump starebbe prendendo in considerazione anche un pacchetto di sanzioni contro la Russia guidato dal senatore repubblicano Lindsey Graham. Tuttavia, un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che Trump non lo firmerà a meno che non gli conceda “il 100% di flessibilità” per implementare e ritirare le sanzioni come meglio crede. Nonostante il disegno di legge conti già oltre 80 co-sponsor al Senato, alcuni repubblicani restano prudenti in assenza di un endorsement diretto e inequivocabile da parte del presidente. Il leader della maggioranza John Thune ha parlato di “progressi sostanziali” nei negoziati con la Casa Bianca, ma ha evitato di fissare una data certa per il voto. Intanto, membri dell’ala “America First” come il senatore Josh Hawley vogliono sentire direttamente da Trump il suo parere prima di esporsi.

Un cambio di approccio piuttosto repentino, quello di Trump, che sarebbe stato causato dalla crescente delusione nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, che si è mostrato tutt’altro che disponibile a cercare una soluzione diplomatica per porre fine al conflitto in Ucraina. Lo stesso Trump ha annunciato che il prossimo lunedì rilascerà “un’importante dichiarazione relativa alla Russia”, senza però fornire ulteriori dettagli.

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