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I grandi sogni hanno bisogno di soldi per essere realizzati. Ancor più se il sogno è un’Africa autonoma, indipendente e libera dall’influenza cinese. La carta italiana è il Piano Mattei, l’ambiziosa strategia battente bandiera tricolore che punta a una saldatura con il Vecchio continente, al fine di avvicinare i Paesi africani all’Occidente e permettere a questi di camminare con le proprie gambe. Tutto, però, passa per robusti e mirati investimenti nel campo dell’energia, delle infrastrutture e dell’istruzione. Gli accordi siglati dalle eccellenze italiane nel corso del recente appuntamento a Villa Doria Pamphilj vanno esattamente in questa direzione.

Anche e non solo per questo la visita di Jamie Dimon, presidente e amministratore delegato della prima banca d’affari americana, Jp Morgan, a Palazzo Chigi, si è trasformata in un’occasione per valutare il possibile sostegno della grande finanza statunitense, sia al sistema Italia sia ai piani dello stesso governo di Giorgia Meloni, promuovendo lo schema che vede l’unione dei capitali privati a quelli pubblici. L’incontro, recita la stringata nota arrivata da Palazzo Chigi nella serata di ieri, “è stato dedicato allo sviluppo di nuove opportunità di investimento nel Sistema-Italia: nel corso del colloquio, Meloni e Dimon hanno discusso in particolare dei settori strategici per la crescita italiana, con un focus su infrastrutture e Intelligenza Artificiale”.

Più nel dettaglio, la premier ha sottolineato “l’interesse del governo a favorire investimenti esteri di qualità che possano rafforzare l’innovazione e la competitività del Paese”. Jp Morgan, d’altronde, non è una banca qualsiasi, ma un autentico gigante in grado di muovere interi pezzi di economia americana e pilotare investimenti in tutto il globo. L’Italia, da parte sua, può contare su un momento di assoluta credibilità sui mercati, come dimostra sia l’andamento dello spread, sia il costo dei titoli di Stato, sceso addirittura al di sotto di quelli francesi. In altre parole, in questo frangente l’Italia è un buon posto dove investire.

Altro tema al centro del colloquio, il Piano Mattei. A cui è stato dedicato ampio spazio, con Meloni che ha presentato le linee guida e le priorità, illustrando i nuovi strumenti di finanziamento previsti per sostenere progetti condivisi con le Nazioni africane. In particolare, e qui il punto, la premier ha proposto forme di co-finanziamento con JP Morgan per interventi nel settore energetico, ritenuto cruciale sia per lo sviluppo africano che per la sicurezza energetica europea. Anche qui c’è una connessione con l’Italia. Con lo sganciamento dello Stivale dalle forniture russe, ormai pressoché completato, il futuro energetico dell’Italia si giocherà proprio in Africa, dove il gas non manca e dove Eni gioca un ruolo sempre più da playmaker.

Allargando lo spettro, Dimon è certamente un manager costruttore di ponti. Anche con la Cina. Più volte, anche prima della seconda presidenza Trump, il numero uno di Jp Morgan aveva provato a tessere una tela con il Dragone, portando la grande finanza americana nel cuore della Repubblica Popolare. Approccio che non sembra essere mutato. Come dimostrano le parole, poche settimane fa, con cui il ceo di Jp Morgan ha annunciato l’intenzione di rafforzare l’impegno della banca in Cina. Durante un incontro con il vicepremier He Lifeng, Dimon ha spiegato che JP Morgan intende “approfondire il coinvolgimento” nei mercati dei capitali cinesi, sostenendo le multinazionali che operano in Cina e le aziende cinesi nel loro sviluppo internazionale.

Piano Mattei, Intelligenza Artificiale ed energia. Asse Jp Morgan e Italia sugli investimenti

L’Italia è nel momento di sua massima credibilità sui mercati e questo la rende un buon posto dove investire. Per questo grandi capitali privati possono sostenere l’economia nazionale. Ma anche gli sforzi per l’Africa

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