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Che Mosca e Pechino siano partner, più o meno felici, è oramai un dato assodato. La cooperazione tra la potenza asiatica e quella sarmatica, impegnata in un sanguinoso e costoso conflitto con l’Ucraina sin dal febbraio del 2022, è ad oggi visualizzabile come una partnership multilivello che tocca diversi ambiti, come quello militare (che pur non concretizzandosi nel supporto diretto della People Liberation Army alle operazioni militari delle forze armate russe in Ucraina si estrinseca attraverso esercitazioni militari congiunte e una elusiva fornitura di materiale militare), quello politico-diplomatico, quello agricolo e tanti altri ancora. Tra questi vi è il settore tecnologico, particolarmente sensibile e rilevante poiché i risultati di questa collaborazione potrebbero avere delle ricadute sul campo di battaglia. In un report pubblicato dal Royal United Services Institute, gli autori Roman Kolodii, Giangiuseppe Pili e Jack Crawford analizzano le dinamiche di collaborazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese, e del loro possibile impatto sulla conduzione dell’invasione russa dell’Ucraina. Il documento si focalizza in particolare su due settori, ovvero l’infrastruttura 5G e le capacità satellitari, dove la partnership tra Mosca e Pechino sembra avere maggiori risultati.

Già da prima dell’inizio del conflitto, Russia e Cina hanno avviato progetti condivisi riguardanti lo sviluppo della rete 5G e dell’infrastruttura ad essa collegata. Il colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei ha cooperato al riguardo con differenti operatori russi delle telecomunicazioni: nel 202 Huawei e Beeline hanno lanciato una zona pilota 5G per far funzionare i dumper senza pilota e controllati a distanza in una miniera di carbone russa; l’anno successivo Huawei e MTS hanno lanciato con successo reti 5G commerciali in quattordici diverse località di Mosca, implementando una rete 5G che ha raggiunto la velocità record di trasferimento dati di 5,6 Gbps. L’accesso a simili capacità è stato fondamentale per realizzare operazioni molto sofisticate e a distanza, come l’esecuzione di interventi chirurgici attraverso apparecchiature mediche connesse alla rete 5G, la quale ha permesso il trasferimento in tempo reale di immagini ad alta risoluzione ai medici che assistevano a distanza i colleghi presenti in loco. Pilotaggio di veicoli e assistenza sanitaria da remoto sono due capacità che potrebbero avere un’altissima applicabilità sul campo di battaglia, e sono soltanto alcune delle possibilità che la cooperazione sino-russa nella sfera della rete ad alta velocità offrirebbe alle forze armate di Mosca. Tuttavia, i vincoli imposti dagli apparati governativi moscoviti agli operatori delle comunicazioni di utilizzare le frequenze più favorevoli alla diffusione del 5G (cioè la gamma che va dai 3,4 ai 3,8 GHz) per riservarne l’uso all’apparato di sicurezza russo potrebbero inficiare lo sfruttamento di queste capacità. Inoltre, la tendenza radicata nelle forze armate russe a privilegiare metodi di comunicazione a rischio (un annoso problema già registrato ai tempi delle guerre in Cecenia) potrebbe rendere difficile l’integrazione del 5G nel sistema di Command and Control russo.

Anche sulla tecnologia satellitare i due giganti euroasiatici collaborano già da tempo con i primi contatti tra i due apparati governativi per una collaborazione tra il sistema satellitare russo Glonass e il cinese Beidou che risalgono al 2014. Negli anni la compatibilità trai due sistemi è stata oggetto di test empirici, che nel corso degli anni hanno registrato un miglioramento delle prestazioni rispetto ai risultati non solo dei singoli sistemi, ma anche delle controparti occidentali Galileo e Gps. Nel 2018, Russia e Cina hanno concordato l’applicazione congiunta di Glonass e Beidou, e quattro anni dopo hanno avviato la costruzione di tre stazioni di monitoraggio russe in territorio cinese e di tre stazioni di monitoraggio cinesi su suolo russo. E dopo al fuoriuscita delle aziende occidentali del settore in seguito allo scoppio del conflitto, le aziende cinesi si sono immediatamente lanciate per colmare il vuoto creatosi.

In Ucraina, l’impiego della tecnologia satellitare ha già facilitato gli attacchi di missili e droni, e ha supportato le comunicazioni tra le truppe russe grazie al collegamento con le radio digitali portatili Azart, il cui produttore collabora da più di dieci anni con Huawei. Inoltre, gli analisti sottolineano come esista il rischio che Pechino assista Mosca fornendogli intelligence geospaziale attraverso altre piattaforme satellitari, portando potenzialmente a scenari preoccupanti in cui la Cina testa le acque per un’escalation di tensioni con l’Occidente. Tuttavia, Pechino ha già mostrato una certa reticenza nel trasferire tecnologia satellitare a Mosca. Anche se questa reticenza non ha bloccato del tutto la collaborazione russo-cinese in materia di tecnologia satellitare, suggerisce una cautela cinese rispetto al suo rapporto di collaborazione con la Russia. Collaborazione che comunque ha già avuto dei risultati all’interno del conflitto ucraino, dentro e fuori dalla sfera tecnologica.

Satelliti e 5G. Così Mosca e Pechino cooperano in ambito high-tech

Nel settore tecnologico, la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese portano avanti una collaborazione pluriannuale. E i risultati di questa potrebbero avere degli effetti sulla guerra in Ucraina. Ecco quali

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