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Mentre in Italia alcune forze politiche nostalgiche del governo gialloverde mettono a rischio l’impegno del presidente del Consiglio Mario Draghi di portare le spese per la difesa al 2 per cento del Prodotto interno lordo, nel Regno Unito c’è chi parla addirittura del 4 per cento. Si tratta di Lord Mark Sedwill, civil servant di lungo corso, già ambasciatore in Afghanistan e consigliere per la sicurezza nazionale dei primi ministri Theresa May e Boris Johnson, nel 2021 a capo del tavolo sulla resilienza economica del G7 a guida britannica.

Ospite di Times Radio, ha auspicato un governo che “raddoppia i nostri investimenti in intelligence e cyber” e aumentava gli investimenti nella sua rete diplomatica nel mondo per contrastare la minaccia della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, ma non soltanto. “Sarebbe”, ha spiegato, “2,5 o 2,75 [per cento] per la difesa, 0,7 [per cento] per lo sviluppo, con il resto costituito da investimenti in intelligence e cyber e la rete diplomatica”. In totale, il 4 per cento.

Attualmente, queste spese rappresentano circa il 3 per cento del bilancio del Regno Unito e l’aumento auspicato da Lord Sedwill costerebbe almeno 20 miliardi di sterline (oltre 23 miliardi di euro).

Secondo i commentatori, l’intervento dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale è pensato per mettere pressione sul cancelliere Rishi Sunak, che al momento non sembra per nulla disposto ad aumentare ulteriormente il budget della difesa dopo i 24 miliardi di sterline in più messi sul piatto soltanto l’anno scorso.

Nel governo Johnson sta emergendo una spaccatura. Da una parte il cancelliere, dall’altra i ministri degli Esteri e della Difesa. Sostenuta dal collega Ben Wallace, la titolare del Foreign Office, Liz Truss, ha recentemente spiegato che “dobbiamo spendere di più” per la sicurezza. “Dobbiamo assicurarci che su ogni fronte possibile, che si tratti di difesa convenzionale, di tecnologia o di informazione, siamo in grado di superare i nostri avversari”, ha dichiarato utilizzando espressioni che ricordano come gli investimenti militari hanno ricadute anche sull’ambito civile (la tecnologia è soltanto un esempio).

Le parole di Lord Sedwill, voce molto influente a Londra e ascoltata anche a Downing Street, riscalderanno il dibattito nel Regno Unito, sia sulla spesa sia sulle voci della stessa. Infatti, l’ex civil servant auspica un aumento nel settore sviluppo dopo i tagli che risalgono soltanto all’anno scorso.

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