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È stato identificato un nuovo caso di Omicron in Sardegna. La variante del Covid si sta rapidamente diffondendo in Europa. Dopo il caso dell’italiano rientrato dall’Africa, un’altra persona è risultata positiva ad Omicron dopo il rientro nel volo Roma-Alghero di domenica scorsa.

Anche dal Giappone arriva la notizia del terzo caso della variante, identificata su un passeggero di nazionalità giapponese proveniente da Roma. L’uomo, di circa 30 anni, al momento non presenta sintomi ed era stato vaccinato con doppia dose Moderna ad agosto.

Ed è per la veloce diffusione del virus che molti Paesi stanno aumentando le misure di prevenzione. Le autorità di New York City hanno annunciato un mandato di obbligo vaccinale per tutti i datoti di lavoro del settore privato (circa 184.000 imprese, secondo Bloomberg), mentre la Francia ha deciso di chiudere le discoteche per quattro settimane e ha imposto l’obbligo di mascherine nelle scuole primarie.

Sebbene i primi rapporti su Omicron confermino che non potrebbe essere meno grave di altre forme di coronavirus, c’è quasi certezza sulla maggiore capacità di contagio. Secondo un report pubblicato dal quotidiano americano The New York Times, “i ricercatori in Sudafrica hanno affermato che i loro reparti Covid-19 erano quasi irriconoscibili rispetto alle precedenti fasi della pandemia, con pochi pazienti attaccati alle macchine per l’ossigeno”.

Lo studio arriva dai medici di un importante complesso ospedaliero di Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica: “I pazienti con la variante Omicron del Covid sono meno malati di quelli che abbiamo trattato in precedenza. La maggior parte dei pazienti infetti è stata ricoverata per altri motivi e non aveva sintomi di Covid”.

I numeri di questo centro, infatti, parlano da sé: dei 166 pazienti ricoverati con Covid dal 14 novembre al 29 novembre, la degenza media è stata di 2,8 giorni e meno del 7% è morto. Negli ultimi 18 mesi, la permanenza media per questi pazienti è stata di 8,5 giorni e il 17% è morto.

Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta di risultati preliminari, che non sono stati sottoposti ad altri confronti, per cui bisognerà attendere almeno altre due settimane per avere informazioni completamente verificate.

Gli scienziati avvertono che è ancora troppo presto per lasciarsi trascinare dalla “buona notizia” sulla minore gravità della variante, così come dalla “cattiva notizia” sull’ipotesi che i vaccini offrano poca immunità. “La variante è stata scoperta solo il mese scorso – si legge sul NYT – e i ricoveri e i decessi spesso ritardano notevolmente rispetto ai focolai. Nondimeno, i decessi per Covid non sono ancora aumentati in Sudafrica, nonostante l’aumento del numero dei casi”.

Willem Hanekom, direttore dell’Istituto di ricerca sudafricano, ha spiegato all’emittente britannico Bbc, che la variante Omicron è altamente trasmissibile, ma ha meno dell’1% di possibilità di reinfezione e in genere si traduce in una malattia “più lieve”. “Finora sappiamo tre cose – ha detto -. La prima cosa è che il virus si sta diffondendo in modo straordinariamente veloce in Sudafrica, l’aumento dei casi è molto più forte di quanto non sia stato nelle ultime tre ondate, quindi, sembra che Omicron sia in grado di propagarsi molto facilmente. Praticamente tutti i casi che vediamo in Sudafrica in questo momento sono Omicron”. “Il secondo aspetto su cui abbiamo dati sono le reinfezioni – ha dichiarato Hanekom-–: una persona che ha avuto il Covid ha circa l’1% di possibilità, o forse anche meno dell’1%, di essere nuovamente infettato”.

L’ultimo dato certo riguarda l’età dei pazienti: “Gli unici dati che abbiamo finora suggeriscono che la variante può manifestarsi maggiormente nelle persone più giovani e soprattutto nei giovani non vaccinati e, nel complesso, finora è apparsa più lieve. Ma, ancora una volta, voglio dire che dobbiamo essere cauti: questi sono i primi giorni”.

Sulla possibilità che sia necessario un nuovo vaccino per Omicron, sono molte (e ben diverse) le versioni. Il ceo di Pfizer, Albert Bourla, ha scritto su Twitter: “Siamo pronti ad affrontare una variante come Omicron. Dagli studi sulle varianti Beta e Delta abbiamo stabilito un approccio per sviluppare e produrre versioni di varianti del nostro vaccino entro 100 giorni, se necessario, e chiederne l’approvazione alle autorità”. Secondo Bourla, il risultato degli studi in corso non sarà che i vaccini non proteggono: “Penso che il risultato potrebbe essere, cosa che non sappiamo ancora, che i vaccini proteggono meno”.

Più pessimista Stephane Bancel, ceo di Moderna. In un’intervista al Financial Times ha assicurato che i vaccini esistenti potrebbero essere molto meno efficaci contro la variante Omicron: “Penso che ci sarà un calo materiale di efficacia. Non so quanto, perché dobbiamo aspettare i dati. Ma tutti gli scienziati con cui ho parlato […] dicono ‘questa cosa non va bene’”.

Infine, Johnson & Johnson ha confermato che sta valutando le capacità del suo vaccino anti-Covid sulla variante, ed è impegnata nello sviluppo di modifiche specifiche a seconda delle necessità.

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