Skip to main content

“Il baricentro di Internet si sta spostando verso il Sud-Est del mondo e l’Italia deve e può avere un ruolo importante”. L’ha dichiarato Elisabetta Romano, amministratore delegato della controllata del gruppo Tim, nel corso della presentazione del rapporto “Digitalizzazione e sviluppo economico: il caso Africa, una valutazione empirica”, sviluppato dal Centro Studi Tim con il patrocinio di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, di cui la stessa manager è vicepresidente. Con oltre 1,3 miliardi di abitanti e un prodotto interno lordo di 2,3 trilioni di dollari, l’Africa è uno dei più grandi mercati in crescita a livello internazionale, ha una popolazione giovane e una classe media orientata alle nuove tecnologie: Sparkle è pronta e decisa a scommettere sull’Africa.

Lo studio analizza gli effetti positivi che la banda larga, la connettività internazionale e la diffusione dei servizi IT hanno avuto sulla crescita economica dei Paesi africani nell’arco di 10 anni. Secondo le stime, la diffusione della banda larga in Africa ha generato un contributo positivo di 1.120 miliardi di dollari alla crescita del prodotto interno lordo africano tra il 2009 e il 2019. In particolare, molti studi e ricerche recenti hanno individuato empiricamente significative evidenze del beneficio che l’arrivo dei cavi sottomarini in Africa ha generato sulla crescita del prodotto interno lordo pro capite: nel Sudafrica, per esempio, ogni aumento del 10% del consumo internazionale di banda ha portato ad un aumento dello 0,15% del prodotto interno lordo pro capite, nel periodo tra il 1995 e il 2017. Inoltre, nelle aree connesse alla rete a banda larga mediante la fibra si registra in media un sensibile incremento dell’occupazione: dalle 22.000 alle 82.000 nuove persone impiegate per ogni milione di abitanti (2,2-8,2%). Questo effetto è maggiore per le persone che vivono molto vicino alla rete (entro 200 metri) o in aree urbane, secondo studi effettuati negli ultimi anni a livello internazionale.

Il rapporto può essere inquadrato all’interno di questo scenario, in cui la strategia di Sparkle sembra seguire il recente focus italiano verso il cosiddetto Mediterraneo allargato per ragioni di sicurezza ma anche di opportunità economiche, politiche e industriali.

L’azienda sta investendo “qualche centinaia di milioni di euro”, ha spiegato Romano, in diversi progetti infrastrutturali su larga scala per fornire connettività avanzata tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa e nell’apertura di nuovi punti di presenza per aumentare la capillarità della sua rete africana.

Il progetto più importante è senza dubbio quello che ha annunciato a luglio: una collaborazione con Google e altri operatori per costruire Blue & Raman Submarine Cable Systems, una nuova infrastruttura intercontinentale che dall’Italia si estende fino in India. Si tratta, spiega con orgoglio l’azienda, di un investimento che consoliderà la presenza di Sparkle nel Mediterraneo e in Africa: sarà esteso fino alla Giordania con ulteriori filiali in Africa, tra cui quelli in Algeria, Tunisia, Libia, Eritrea e Gibuti. Sparkle fornirà collegamenti diretti e senza interruzioni in tutto il bacino del Mediterraneo e verso l’Africa, con livelli di latenza ed efficienza senza precedenti e un nuovo gateway di riferimento nella città di Genova. Intervistata da Formiche.net dopo l’annuncio, Anna Ascani, vicepresidente del Partito democratico e sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, aveva definito Blue & Raman “un’iniziativa preziosa per il nostro Paese”.

Come già spiegato in passato su queste pagine, sono due le principali novità di questo progetto, fiore all’occhiello dell’azienda: evita l’instabilità del Canale di Suez (per ragioni “di sicurezza”, ha spiegato Romano all’evento) e arriva in una città italiana, non in una francese come Marsiglia. In questo quadro, qualche mese prima dell’annuncio del cavo, Tim e Google hanno raggiunto, assieme anche a Intesa Sanpaolo, un accordo per la creazione di due Google Cloud Region a Torino e Milano, costruite all’interno dei data center di Tim e su cui Intesa Sanpaolo costruirà i propri servizi digitali.

In questi giorni segnati dal Trattato del Quirinale tra Italia e Francia, dall’offerta del fondo statunitense Kkr per Tim e dal malessere dell’azionista francese Vivendi di Vincent Bolloré, molto si è parlato e scritto del futuro di questa azienda, che impiega 750 persone (500 in Italia e 250 sparse per il mondo), è presente in 32 Paesi, possiede e gestisce una rete di cavi in fibra di oltre 600.000 chilometri che fa il giro del mondo e quest’anno festeggia il centenario dalla fondazione di Italcable, di cui ha preso il testimone.

Neutralità, investimenti per le infrastrutture e la tutela del lavoro sono i tre principi che ispirano l’attenzione del governo guidato da Mario Draghi sul dossier Tim. Ma, come dimostra anche la presenza nel supercomitato di Palazzo Chigi dell’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli, anche la sicurezza nazionale rientra nei criteri che l’esecutivo considererà per prendere una decisione. C’è chi, per esempio Stefano Fassina, ex viceministro dell’Economia e deputato di Leu, chiede che Open Fiber acquisisca la rete e Sparkle, azienda che rientra pienamente nel perimetro Golden power. E chi, invece, caldeggia la trasformazione della capogruppo in holding e la quotazione di alcuni asset come Sparkle ma anche Noovle, Olivetti e Telsy.

C’è una rinnovata attenzione della politica verso i cavi sottomarini. Lo dimostra l’inserimento di questi all’interno della proposta di revisione della direttiva europea sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi. È questione di sicurezza, appunto. Nel testo approvato dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo è previsto che gli Stati membri dell’Unione europea assicurino “l’integrità e la disponibilità di queste reti pubbliche di comunicazione elettronica” e considerino “la loro protezione dal sabotaggio e dallo spionaggio di vitale interesse per la sicurezza”. Questo perché, come ha illustrato a Formiche.net il relatore della proposta, Bart Groothuis, europarlamentare olandese membro del gruppo macroniano Renew Europe, “molti ministri della Difesa nella Nato e nell’Unione europea ed esperti hanno messo in guardia su sospette operazioni russe contro i cavi sottomarini in fibra ottica”. Il timore “è che possano mettersi in condizione di sabotarli”, ha aggiunto.

Non deve stupire dunque che alla luce di tutto questo – dalle novità del cavo Blue & Raman al futuro di Tim, passando per il Trattato del Quirinale – il Copasir, come riferito da due fonti a Formiche.net, abbia deciso di convocare presto in audizione Alessandro Pansa, presidente di Sparkle, ex prefetto e direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. D’altronde, Sparkle è “molto strategica per l’Italia”, con “asset e capitale umano di valore inestimabile”, come ha spiegato l’amministratore delegato Romano rispondendo a una domanda di Formiche.net. E “lo sarà ancora di più nel prossimo decennio”, grazie alla “maggiore consapevolezza sui cavi” e ai nuovi equilibri di Internet che rendono il nostro Paese “il baricentro della connettività, basti pensare al nostro Sicily Hub”, ha aggiunto. “Il prossimo decennio” rappresenta “un’opportunità” da cogliere per l’Italia, ha concluso la manager.

Sparkle punta i riflettori sull’Africa (e il Copasir su Sparkle)

La controllata di Tim pronta a fornire connettività avanzata tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa. L’azienda è “molto strategica per l’Italia e lo sarà ancora di più nel prossimo decennio”, dice l’ad Romano. E guardando anche al futuro della capogruppo, tra il fondo americano Kkr e la francese Vivendi, il Copasir ha in agenda un’audizione del presidente Pansa, già capo dell’intelligence italiana

Summit per la democrazia, Taiwan e quella scelta di campo necessaria

Nei giorni scorsi l’ambasciatore cinese a Roma ha usato parole diplomatiche ma chiare sulle mire di Pechino sull’isola. Il nostro Paese non può che schierarsi: in gioco c’è il nostro futuro democratico. L’opinione di Laura Harth

Clima, digitale e crescita. Da Cdp un piano per l'Italia che cambia

Cassa Depositi e Prestiti alza il velo sul piano strategico, il primo firmato dal ceo Dario Scannapieco. Oltre 65 miliardi di risorse che si tradurranno in quasi 130 miliardi di investimenti. Focus su clima, digitale, imprese e accesso alla Borsa. Nessun accenno a Tim, ma sugli asset strategici via Goito non mollerà la presa

Il semaforo tedesco è acceso e rassicura la Nato

Dal documento di 170 pagine che regolerà i rapporti tra i membri della coalizione semaforo arriva la rassicurazione che la Nato stava aspettando: il governo guidato da Olaf Sholz confermerà l’impegno tedesco sulla deterrenza nucleare atlantica. E sulla Difesa europea…

Caso Peng e propaganda cinese. Efficacia e dubbi sulla censura

La scomparsa della tennista cinese ha suscitato interesse anche nell’Organizzazione delle Nazioni Unite e nel governo degli Stati Uniti. Sebbene però l’insabbiamento dei personaggi sgraditi non cancelli i dubbi sulla repressione, la tattica ha qualche effetto. L’analisi di Foreign Policy e qualche appunto e progetto (poco libero) in più…

Prima del Quirinale, Macron incassa la vendita di dodici Rafale alla Croazia

Prima di arrivare a Roma, Emmanuel Macron ha incassato l’acquisto di dodici caccia Rafale dalla Croazia. Conferma il pragmatismo francese nell’export militare, dopo le vendite a Grecia ed Egitto. Si aggiungeranno anche gli Emirati?

Due culture politiche che s’incontrano. Verdi e Popolari a Roma

Sabato 27 Novembre si terrà a Palazzo Grassi (Via Merulana, Roma) l’Assemblea dei Soci costituenti dell’Associazione Verde è Popolare. L’appello ai giovani millennials di Antonino Giannone, professore di Leadership ed Etica. Presidente del Comitato Scientifico Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo

Prevenire gli estremismi. Forse è la volta buona per la legge sul terrorismo

Ecco cosa prevedono in estrema sintesi, i punti principali della legge sulla deradicalizzazione che punta ad affrontare il fenomeno del terrorismo anche sulla prevenzione. Il dibattito a Roma

vostok

Così la Russia (con la Cina) vuole forze armate pronte a combattere

A margine di un incontro con il collega cinese, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha rilanciato la collaborazione militare tra Mosca e Pechino, spiegando che resta “prioritario” aumentare la prontezza di combattimento delle Forze armate e le capacità di deterrenza. Il pretesto questa volta sono le attività dei bombardieri americani, ma da tempo la Russia ha incrementato capacità, esercitazioni e sviluppi missilistici

Lo strano destino di Di Battista intrappolato nel passato

L’ex pentastellato ha rilasciato una nuova intervista in cui schiaffeggia gli ex colleghi, accarezza Virginia Raggi e rilancia l’idea di un nuovo movimento. Eppure, anche se Di Battista continua a gridare, il pubblico sembra essersi ristretto

×

Iscriviti alla newsletter