Skip to main content

Un forum economico organizzato a Bengasi segna il ritorno strutturato dell’Italia nella Libia orientale. L’iniziativa intreccia economia, diplomazia e sicurezza, con l’obiettivo di contenere l’influenza di attori rivali e favorire la stabilizzazione del Paese — una priorità strategica anche a livello europeo, secondo il governo italiano.

L’evento, a carattere business-to-business, coinvolge oltre cento aziende italiane attive nei settori dell’agritech, delle costruzioni, della produzione di veicoli per il trasporto, della meccanica, dell’ingegneria e delle energie rinnovabili. L’evento di tre giorni è organizzato dalla Camera di commercio italo-libica e dal Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione della Libia, con la collaborazione di Unioncamere e Confindustria Assafrica. Il forum coincide simbolicamente con l’inaugurazione del primo volo diretto Roma-Bengasi, operato da Ita Airways, che suggella un rinnovato ponte tra le due sponde del Mediterraneo.

L’iniziativa rappresenta un tassello importante della strategia italiana in Libia: integrare economicamente la Cirenaica — oggi la regione più stabile e dinamica del Paese — significa anche evitare che essa scivoli definitivamente sotto l’influenza esclusiva di potenze come Russia e Cina. La Cirenaica è controllata da milizie legate alla famiglia Haftar, in stretto rapporto con Mosca, e sta attraversando una fase di ricostruzione intensa, sostenuta da capitali locali e da una forte domanda di competenze esterne.

Il principale interlocutore libico del forum, il Fondo per la ricostruzione della Libia, è guidato da Belgassem Haftar, figlio del comandante dell’Esercito nazionale libico Khalifa Haftar, interlocutore privilegiato della Russia. Il Fondo ha recentemente richiesto uno stanziamento triennale straordinario pari a oltre 11 miliardi di euro. L’Italia intende rafforzare la propria presenza nella regione attraverso l’apertura di una sede permanente a Bengasi per supportare la continuità delle relazioni economiche.

Il rischio di lasciare la Cirenaica al di fuori dei circuiti di cooperazione occidentale è evidente: si favorirebbe un radicamento stabile dell’influenza russa e si aggraverebbe il processo di frammentazione interna della Libia, rendendo sempre più difficile qualsiasi ipotesi di stabilizzazione politica unitaria.

In questo quadro, Roma ha chiesto ufficialmente che la Libia venga inserita tra i dossier strategici dell’Unione Europea. La richiesta è stata avanzata congiuntamente a Francia, Grecia e Malta ed è stata discussa nel Consiglio Affari Esteri del 23 giugno, nonché nel Consiglio Affari Interni del 12 giugno, con particolare attenzione agli effetti sulla sicurezza e sull’aumento dei flussi migratori irregolari lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

“L’Italia lancia un serio allarme sul conflitto interno libico, in particolare in Tripolitania. Le tensioni stanno già provocando un aumento dei flussi migratori irregolari e rischiano di avere un impatto diretto sulla sicurezza interna europea”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del vertice UE.

Intervenendo in Parlamento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto all’Unione Europea di sostenere con maggiore convinzione il cessate-il-fuoco tra le milizie libiche. “L’est e il sud della Libia sono già le principali teste di ponte della Russia in Africa”, ha affermato Meloni, avvertendo che Mosca potrebbe sfruttare la Libia per rafforzare la propria proiezione nel Mediterraneo.

Stabilizzare la Libia significa anche impegnarsi con Bengasi. Il forum economico in Cirenaica rappresenta uno strumento operativo che unisce diplomazia economica, prevenzione geopolitica e contenimento strategico. Per l’Italia è essenziale rafforzare il processo Onu e garantire il rispetto del cessate-il-fuoco. In caso contrario, saranno altri attori a colmare il vuoto lasciato dall’Europa.

Italia-Libia, il business come leva geopolitica (anche a Bengasi)

La premier Giorgia Meloni avverte che l’est e il sud della Libia sono già le principali teste di ponte della Russia in Africa. Per l’Italia è urgente impedire che Mosca rafforzi la propria influenza nel Mediterraneo attraverso la Libia. E il business con Bengasi può essere una chiave

Amazon

Come il Regno Unito è diventato il nuovo centro dell'IA

Dopo Nvidia, anche Amazon decide di investire Oltremanica: pronti 40 miliardi di sterline nel prossimo triennio. La conferma di come il Paese sia diventato un vero e proprio hotspot tecnologico, a cui guardano con interesse sempre più aziende. Molto deriva dal lavoro dell’attuale governo laburista, che segue però la strada indicata da quello precedente di stampo conservatore

Rutte e la nuova deterrenza. Industria, resilienza e coesione politica

Oggi l’incontro di apertura del Nato Public Forum che accompagna il Summit del 24-25 giugno all’Aja, organizzato congiuntamente da governo olandese, Alleanza e attori della società civile e che vede Formiche come official media partner. L’intervento del segretario Rutte ha offerto un’occasione di riflessione strategica su una fase cruciale della trasformazione della Nato e sui possibili sviluppi che seguiranno nei successivi due giorni

A 40 anni dall'elezione al Quirinale, cosa insegna ancora Francesco Cossiga. Il ricordo di Caligiuri

Un uomo di Stato non può che essere un uomo di intelligence, ponendo in primo piano la necessità della visione e la qualità della classe dirigente. Pertanto ricordare oggi Cossiga non vuol dire guardare con nostalgia al passato ma significa come costruire con responsabilità l’avvenire

L’Iran attacca basi americane in Medio Oriente. Ma l’escalation è controllata

Una decina di missili iraniani sono stati lanciati contro obiettivi militari americani in Medio Oriente. Sotto la salva missilistica per ora ci sono le basi in Qatar e Iraq. È la rappresaglia per il raid di due giorni fa. Trump minaccia risposte ancora più violente. Teheran non poteva non colpire, ma la risposta per ora sembra limitata

La fiducia nell’IA è più alta nei Paesi poveri che in quelli ricchi. Report Onu

Secondo un nuovo studio delle Nazioni Unite, la fiducia nell’Intelligenza Artificiale è maggiore nei Paesi a basso reddito che in quelli ad alto sviluppo. Cina, India e Nigeria tra i più ottimisti, mentre Stati Uniti, Germania e Australia mostrano scetticismo. Un segnale che le aspettative verso la tecnologia non seguono le linee della ricchezza globale

Riforma farmaceutica. La presidenza danese alla prova dell’equilibrio

Tra dossier ancora aperti, istanze industriali e un contesto geopolitico in rapido mutamento, la presidenza danese eredita un mandato chiave per il futuro della politica farmaceutica europea

Negoziati e dialogo, l'impegno di Meloni per il Medio Oriente in vista del Consiglio Ue

In occasione delle comunicazioni alla Camera in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, la presidente del Consiglio ha esposto la traccia italiana non solo nella crisi mediorientale ma anche rispetto a tutti i temi sul tavolo internazionale che si intrecciano geopoliticamente all’Iran: ovvero Libia, Nato, Balcani, Ue. Punto di partenza il binomio tra dialogo e autorevolezza. “La nostra nazione potrebbe porsi come mediatore tra il Sahel e l’Occidente avviando un processo virtuoso e coordinato”

Cosa resta del nucleare iraniano dopo l'operazione Midnight Hammer

L’operazione americana “Midnight Hammer” ha colpito tre siti chiave del programma nucleare iraniano. Ma la valutazione dei danni è ancora in corso, tra incertezze sull’uranio arricchito e il ruolo cruciale dell’intelligence. Il precedente di Desert Fox insegna: per sapere davvero cosa è successo, ci vorrà tempo

Operazione Midnight Hammer, l'attacco Usa che cambia il Medio Oriente. L’analisi di Caruso

Di Ivan Caruso

Le bombe americane sui siti nucleari iraniani segnano la fine della diplomazia e l’inizio di una nuova era di confronto militare diretto che ridefinisce gli equilibri mondiali. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi

×

Iscriviti alla newsletter