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L’India rafforza il suo legame con gli Stati Uniti della nuova amministrazione Trump, puntando su difesa, commercio ed energia. La relazione bilaterale si basa su una convergenza di interessi solida, con un obiettivo di scambi commerciali in forte crescita e l’aumento della cooperazione tecnologica. Allo stesso tempo, nel contesto dell’Indo-Pacifico, il Quad continua a essere una piattaforma strategica per allargare il dialogo bilaterale ad Australia e Giappone, con focus su sicurezza, infrastrutture e innovazione.

In queste evoluzioni diplomatiche tra le due potenze, c’è anche spazio per l’Italia, che secondo l’ambasciatrice indiana a Roma, Vani Rao, emerge come un partner strategico per New Delhi nell’Indo-Mediterraneo, giocando un ruolo-chiave nella connettività e nella sicurezza marittima, contribuendo a rafforzare le catene di approvvigionamento e la cooperazione industriale, in particolare nei settori energetico e manifatturiero. A pochi giorni dall’incontro a Washington tra Narendra Modi e Donald Trump, l’ambasciatrice Rao ha ragionato di relazioni internazionali, anche dall’angolazione italiana, con Formiche.net.

Come vede lo sviluppo della relazione tra India e Stati Uniti sotto Donald Trump?

Per l’India, gli Stati Uniti sono uno dei partner internazionali più rilevanti. I nostri legami sono solidi, articolati e in crescita. Gli Stati Uniti sono il nostro principale partner commerciale. Gli investimenti crescono in entrambe le direzioni. La nostra cooperazione in materia di difesa e sicurezza si sta consolidando. La diaspora indiana negli Stati Uniti supera i cinque milioni di persone, inclusi 300.000 studenti. Con un’agenda così ampia, è naturale che ci sia una base solida su cui costruire. Nel Congresso degli Stati Uniti vi è un costante e crescente sostegno bipartisan all’India e alle relazioni indo-americane.

Sotto il segno della continuità?

Le relazioni tra India e Stati Uniti sono state eccellenti anche durante il primo mandato del presidente Trump: il primo ministro Modi ha avuto un ottimo rapporto con lui e ha effettuato visite reciproche. Vi era una convergenza di interessi su investimenti, tecnologia, difesa, sicurezza e l’Indo-Pacifico. Il nostro coinvolgimento con la nuova amministrazione Trump è stato positivo. Il primo ministro Modi è stato invitato a visitare gli Stati Uniti entro un mese dall’insediamento della nuova amministrazione, a testimonianza dell’importanza della partnership tra India e Stati Uniti.

Quali saranno le priorità chiave per il futuro?

La visita di Modi è stata un’opportunità tempestiva per connettersi con la nuova amministrazione, portando a un mandato molto chiaro per i due governi affinché perseguano un’agenda più ambiziosa e orientata ai risultati. La visita ha fornito una roadmap per il futuro con quattro priorità: la cooperazione industriale nella difesa; la sicurezza energetica, inclusi reattori nucleari, petrolio, gas e forniture di Gnl; l’obiettivo commerciale bilaterale di 500 miliardi di dollari entro il 2030; le collaborazioni strategiche in ambito tecnologico.

Si terranno negoziati su un accordo commerciale, con una prima tranche prevista per l’autunno 2025. Entrambi i Paesi stanno lavorando per integrare le rispettive economie e catene di approvvigionamento.

In tutti i settori si punta a partnership commerciali, legami innovativi e investimenti. India e Stati Uniti hanno punti di forza complementari nel settore Stem e nella tecnologia, quindi collaboreranno in settori come spazio, intelligenza artificiale, semiconduttori, minerali critici e cavi sottomarini, essenziali per le nostre industrie e la sicurezza nazionale. Si continuerà a lavorare per facilitare il controllo sulle esportazioni e consentire il trasferimento di tecnologie avanzate, facilitando così l’accesso dell’India alle tecnologie più all’avanguardia dagli Stati Uniti.

Poi c’è la sicurezza.

Sì, India e Usa hanno concordato di approfondire la cooperazione in materia di sicurezza, in particolare nel contrasto al terrorismo. La decisione degli Stati Uniti di autorizzare l’estradizione tanto attesa di Tahawwur Rana, uno dei principali responsabili degli attacchi terroristici di Mumbai del 2008, è stata accolta molto positivamente in India.

Per quanto riguarda il Quad, abbiamo già assistito al primo incontro ministeriale internazionale, che ha segnato un passo formale nella politica estera di Trump.

Negli ultimi anni il Quad è diventato una piattaforma importante per le quattro nazioni democratiche che risiedono nell’Indo-Pacifico e condividono valori e interessi strategici nella regione. La seconda edizione del Quad è stata infatti rilanciata nel 2017 durante la prima amministrazione Trump, con India, Stati Uniti, Australia e Giappone come membri. Il primo impegno multilaterale della nuova amministrazione statunitense, addirittura nel primo giorno di mandato, è stato con il Quad: i ministri degli Esteri dei quattro Paesi hanno partecipato alla cerimonia inaugurale. Il Segretario Rubio ha ospitato l’incontro dei ministri degli Esteri del Quad nel suo primo giorno in carica, inviando un chiaro messaggio sull’importanza attribuita a questa alleanza. Quest’anno l’India ospiterà il Vertice dei Leader del Quad, al quale speriamo di accogliere il presidente Trump. Nel periodo che precede il vertice, il dialogo del Quad continuerà, con un focus sulla realizzazione di risultati concreti.

Cosa possiamo aspettarci dalle relazioni di Trump nell’Indo-Pacifico?

L’agenda del Quad risponde alle priorità della regione, coprendo aree come aiuti umanitari e soccorso in caso di disastri (Hadr), cambiamento climatico, sanità, connettività, sicurezza marittima, spazio e altre questioni. Questo approccio positivo è stato ben accolto dai Paesi della regione. Il focus del Quad sull’Indo-Pacifico ha portato a due risultati significativi: L’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef); l’Indo-Pacific Maritime Domain Awareness initiative (Ipmda). Il Quad è stato determinante nel rafforzare i partenariati strategici tra i quattro membri. Per l’India, rappresenta una piattaforma multilaterale fondamentale e un elemento chiave della nostra politica estera. La relazione tra India e Stati Uniti è autonoma e occupa una posizione specifica nella politica estera statunitense. Valori condivisi legano i due Paesi: entrambi sono nazioni democratiche impegnate nello stato di diritto. C’è fiducia reciproca e buona volontà. La partnership è stata reciprocamente vantaggiosa. Negli ultimi anni, la cooperazione India-Usa si è estesa anche a piattaforme globali e multilaterali. Gli Stati Uniti hanno sostenuto la presidenza indiana del G20 nel 2023 e i risultati ottenuti. Condividiamo l’impegno per garantire pace, stabilità e prosperità.

In queste dinamiche, quale posizione potrebbe assumere l’Italia?

Le relazioni tra India e Italia stanno crescendo: la nostra partnership strategica riflette la sintonia nei nostri valori e nei nostri interessi comuni. Per l’India, l’Italia è un Paese molto importante in Europa, in particolare nell’Unione Europea. È un attore influente nel Mediterraneo. Sotto la guida della presidente del Consiglio Giorgia Meloni vediamo l’Italia rafforzare le sue relazioni e la sua presenza in Africa e Medio Oriente. L’India, d’altra parte, ha una partnership di lunga data con l’Africa, mentre i nostri legami con i Paesi del Golfo sono fondamentali per la nostra politica estera. E negli ultimi anni, l’India ha dedicato maggiore attenzione al Mediterraneo.

Che ruolo può svolgere Roma nell’Indo-Mediterraneo? Questa regione è di cruciale importanza per l’India e ha guadagnato crescente attenzione da parte degli Stati Uniti, specialmente nel contesto più ampio del loro focus strategico sull’Oceano Indiano, porzione occidentale dell’Indo-Pacifico.

L’Indo-Pacifico è cruciale per le rotte commerciali marittime, le catene di approvvigionamento globali e la geopolitica. L’India è un attore chiave nell’Indo-Pacifico, in particolare nella regione dell’Oceano Indiano. Essendo una democrazia stabile e forte, la maggiore economia in crescita al mondo e un primo soccorritore nelle crisi, l’India contribuisce alla pace e alla stabilità della regione. Accogliamo con favore il crescente impegno dell’Italia nell’Indo-Pacifico. L’Indo-Mediterraneo e l’Indo-Pacifico rappresentano un unico grande spazio marittimo e geografico in cui condividiamo interessi strategici comuni.

Più in generale progetti come Imec sono esempio della triangolazione di interessi tra India, Usa e Italia. La partnership Roma-New Delhi può contribuire ad accrescere lo standing italiano a livello internazionale?

Attraverso iniziative come Imec, possiamo collaborare a progetti infrastrutturali alternativi per porti, telecomunicazioni, logistica e cavi sottomarini. Le aziende e gli investitori di India e Italia possono adottare una visione a lungo termine per diventare più competitivi a livello globale. Le aziende italiane possono contribuire alla transizione dell’India verso l’energia pulita, alla trasformazione industriale del Paese e alla costruzione di catene di approvvigionamento resilienti.

Anche l’Italia trarrà vantaggio dalla partnership Usa-India. Parla l’ambasciatrice Rao

“L’Indo-Mediterraneo e l’Indo-Pacifico rappresentano un unico grande spazio marittimo e geografico in cui condividiamo interessi strategici comuni”, spiega a Formiche.net l’ambasciatrice indiana Vani Rao, ragionando sulle relazioni Italia-India e il ruolo globale di New Delhi, che passa anche dal rapporto con Washington. “Attraverso iniziative come Imec, possiamo collaborare a progetti infrastrutturali alternativi per porti, telecomunicazioni, logistica e cavi sottomarini”

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