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Lo Stato del Vaticano (per mano di monsignor  Gallagher, Segretario per i rapporti con gli stati) ha scritto al governo italiano la sua preoccupazione per il controverso disegno di legge Zan. Per lo Stato Pontificio la proposta di legge presenta elementi critici che “riducono la libertà garantita alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”. Il Vaticano si appella alle norme concordatarie ritenendo che esse determinino le decisioni dei Governi e delle Camere dell’Italia.

Nessuna istituzione italiana ha, nel frattempo, risposto al Pontificato che la nota è legittima ma irricevibile.

La nota costituisce un atto diplomatico di estrema gravità per l’Italia. Il Vaticano ha il diritto di scrivere quello che gli pare, ma non può avere la pretesa di di ritenersi parte imprescindibile del processo legislativo italiano. L’assenza di una risposta forte da parte del governo rischia di minare la credibilità stessa del disegno di legge Zan.

La risposta del governo italiano, seppure formulata con il codice della pigra diplomazia italiana, deve essere una sola: irricevibile.

  • Ha fatto ben il presidente della Camera ad affermare che il Parlamento non accetta ingerenze, perché il Parlamento è sovrano e tale rimarrà.
  • Sarebbe stato meglio se il principio fosse stato ribadito dal titolare dei rapporti internazionali, cioè il ministro degli Esteri Di Maio (ad ora nelle nebbie).
  • Il presidente del Consiglio Draghi ha compiuto un passo in avanti ma anche uno in dietro: ha correttamente dichiarato che “dovranno essere valutati gli aspetti segnalati da uno Stato con cui abbiamo rapporti diplomatici” ma ha sorvolato sull’inaccettabile pretesa vaticana che le norme concordatarie determinino le decisioni dell’Italia.

La nota deve essere respinta o si rischia  di compromettere l’autonomia del Senato nel decidere sul testo del ddl Zan approvato dalla Camera. È un testo criticabile in molte sue parti ma che deriva da un giusto intento di convivenza civile che però adopera strumenti assai impositivi.

Se non  sarà espresso il concetto di irricevibilità, qualunque decisione del Senato sarebbe tacciata di essere frutto dell’ingerenza vaticana. Il Governo deve essere chiaro subito: il testo è irricevibile. Le istituzioni della Repubblica sono laiche non solo a parole.

St Peter's, Vatican

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