Skip to main content

“I socialisti europei possono aver bloccato la Commissione europea per poter portare a casa qualcosa (e quindi solo dopo rientrare nei ranghi) oppure per restare prigionieri di un ideologismo che non ha senso. Naturalmente voglio sperare che sia vera la prima ipotesi”.

Questo l’auspicio affidato a Formiche.net da Paolo Pombeni, politologo storico, tra i più autorevoli del nostro Paese, oltre che professore emerito all’università di Bologna, dopo le posizioni contrarie alla nomina di Raffaele Fitto a Commissario europeo. Ciò fa parte della crisi dell’Europa, osserva, che sconta la mancanza di leadership: “Per fare una sintesi, direi che è venuto meno Delors o è venuto meno uno spirito, per usare un’immagine un po’ ridondane”.

La posizione dei Socialisti contro Ursula rischia di minare l’unità di intenti europea in un momento caratterizzato dalle crisi in Germania e Francia?

Sì, senza dubbio. Naturalmente ci sono due modi di vedere la realtà europea: uno è quello di considerare che l’Europa sia una specie di superstato, più o meno come gli altri, in cui valgono le regole delle maggioranze politiche. Il che ovviamente, a mio modesto giudizio, non è perché le elezioni sono in gran parte nazionali, ma perché la costruzione dell’Unione europea non è questa. In questa confusione un ruolo fondamentale lo gioca il Consiglio quindi è necessario avere un equilibrio fra una maggioranza politica interna al Parlamento europeo che non può essere una maggioranza di tipo strettamente simile a quella dei Parlamenti nazionali; e la necessità di avere un concorso da parte almeno dei Paesi più importanti all’interno del Consiglio europeo.

Il Pd oggi con Elly Schlein sbaglia a prendere tempo sul nome di Raffaele Fitto, dopo che la scorsa settimana era arrivato il via libera da vari esponenti, come Antonio Decaro?

È chiaro che in questo gioco da politicanti si mettono in risalto due aspetti: i rapporti con le componenti socialiste europee che sono componenti in crisi, perché francesi, tedeschi e spagnoli vogliono fare i primi della classe; e una parte del cosiddetto campo largo che è vittima dell’idea del muro contro le destre. Quindi secondo me Schlein prova a fare lo slalom, me si rende perfettamente conto che la soluzione giusta è ottenere l’incarico per Fitto, ma vorrebbe farlo senza perdere la verginità.

Proprio il giorno dopo della presentazione del rapporto-Draghi, in cui si traccia una visione programmatica e non di corto respiro sull’Europa, c’è questo stop alla commissione. Che segno è?

Ciò fa parte della crisi dell’Europa, che sconta la mancanza di leadership: per fare una sintesi, direi che è venuto meno Delors o è venuto meno uno spirito, per usare un’immagine un po’ ridondante. Draghi si propone in quest’ottica, nel senso che fa una proposta molto interessante ma difficilmente sostenibile. In pratica 800 miliardi l’anno di investimenti sono un obiettivo più che ambizioso, ma fuori dalla realtà. Per cui secondo me Draghi ha avanzato una specie di presa di posizione a favore della storia, ovvero per lasciare il segno e dire a tutti: “Guardate che io avevo detto che andavamo a sbattere e ve lo dico palese palese”.

Il Ppe minaccia: “senza di noi bocciati i commissari S&D”. Impasse o svolta?

La politica è sempre in parte un’arte di compromesso, una specie di gioco al rilancio. Quindi bisogna vedere se i socialisti, come dire, mostreranno il viso dell’armi per portare a casa qualcosa e quindi solo dopo rientreranno nei ranghi, oppure se davvero sono e restano prigionieri di un ideologismo che non ha senso. Naturalmente voglio sperare che sia vera la prima ipotesi, cioè che alzino la posta nel tentativo ottenere un beneficio. Spaccare tutto non è nell’interesse di nessuno a cominciare da quei socialisti francesi, tedeschi e anche spagnoli che non possono aspettarsi niente da un’Europa in crisi.

E se i socialisti mostrassero un piglio ideologico e meno pragmatico cosa accadrebbe?

Un’enorme impasse, con l’apertura di una lunga fase di guerriglia interna. Ma vorrei che qualcuno si ricordasse cosa è accaduto quando c’è stata la guerriglia della Thatcher contro la Commissione: la guerriglia non è una cosa che aiuta, ma blocca ed è una cosa che in questo momento delicatissimo con due guerre aperte e una situazione economica tutt’altro che rosea apre scenari molto preoccupanti.

Una Commissione Ue bloccata a poche settimane dalle elezioni Usa è un ulteriore motivo di preoccupazione?

Se l’Europa entra in una spirale di inefficienza produce un disastro per il futuro del mondo e non aiuta nessuno, perché non è interesse neanche della Cina e dell’America avere un’Europa debole. Parliamoci chiaro: lo sviluppo è un fatto globale mai fatto prima, per cui alcuni vanno avanti succhiando il sangue degli altri. Questa è una visione molto infantile della politica.

Socialisti contro Fitto? Pombeni spiega perché sbagliano

Lo stop a Fitto commissario? “In questo gioco da politicanti si mettono in risalto due aspetti: i rapporti con le componenti socialiste europee in crisi e una parte del cosiddetto campo largo che è vittima dell’idea del muro contro le destre. Schlein prova a fare lo slalom, me si rende perfettamente conto che la soluzione giusta è ottenere l’incarico per Fitto, ma vorrebbe farlo senza perdere la verginità”. Conversazione con il politologo Paolo Pombeni

L'Europa sudorientale contro l'energia russa a basso costo. Garantisce Washington

Il monito dell’ Assistente del segretario di Stato degli Stati Uniti per le risorse energetiche: “Una flotta di navi più vecchie, acquistate di seconda mano da Mosca sul mercato libero, intraprendendo pericolosi trasferimenti da nave a nave o transitando troppo vicino alle coste europee, porta carichi che aiutano a finanziare i missili che prendono di mira le infrastrutture energetiche dell’Ucraina”

Paella alla cantonese. Ecco perché la Cina è così vicina alla Spagna

Amici e alleati (specialmente nello scambio commerciale). Tra Madrid e Pechino continua la cooperazione, nonostante la stretta dell’Europa sui dazi alle auto elettriche e le indagini sulle esportazioni di suino. A confermarlo è il nuovo viaggio di Pedro Sánchez in Cina. Ma il rischio è cadere nel tranello della Repubblica popolare…

Essere o non essere, il dilemma europeo. L'intervento di Mazzolin

Di Lodovico Mazzolin

Indipendentemente da ricette progressiste, liberiste, conservatrici e di altra natura, l’agenda europea va focalizzata su pochi temi, poco ideologici, per aiutare l’Europa ad uscire dal suo decadentismo cronico. E per fare questo ci vuole una grande dose di real politik. E cioè capire i punti di forza e di debolezza dell’avversario, conoscere i propri limiti e adattare lo schema di gioco sempre, costantemente. L’intervento di Lodovico Mazzolin, manager settore bancario e finanziario

Sottomarini e forze anfibie in mezzo alle comunicazioni tra Usa e Cina

I comandanti militari di Usa e Cina che gestiscono il teatro operativo indo-pacifico si sono parlati. Le comunicazioni continuano, alla pari del dispiegamento di assetti strategici, dalle unità anfibie ai sottomarini

Le oscure trame del Pd contro la nomina di Fitto lette da Cangini

Indipendentemente dalle casacche politiche, è interesse dell’Italia essere rappresentata col maggior peso politico possibile nella costituenda Commissione von der Leyen. È ragionevole immaginare che i socialisti europei stiano utilizzando le presunte pressioni del Partito democratico per negoziare deleghe di maggior peso ai propri commissari e che, dunque, un accordo verrà trovato. Ma è possibile che la mediazione comporti un ridimensionamento di Fitto. E questo non è un bene. Il corsivo di Cangini

Ephos porta l'Italia nel gotha delle start-up Nato. I 10 vincitori di Diana

Diana, l’acceleratore della Nato, ha annunciato le 10 start-up che passeranno dalla prima alla seconda fase del programma, con un potenziale di finanziamento di 300mila euro. Tra queste, Ephos, che si occupa di tecnologia quantica, fa da portabandiera per l’Italia

Harris contro Trump. Percezioni, attacchi mancati e un futuro incerto

Di Marco Vicenzino

Nel tanto atteso confronto presidenziale, le questioni di politica reale sono passate in secondo piano rispetto alle impressioni. La vice di Biden ha mantenuto la calma e ha colpito su punti chiave, ma senza infliggere un colpo decisivo. Il tycoon ha perso occasioni preziose. Il commento di Marco Vicenzino

Fitto è il più autorevole in Ue, bene l'incontro Meloni-Draghi. Parla Gruppioni (IV)

Sarebbe importante che la scelta del commissario rappresenti un interesse comune, non solo di parte, per garantire che l’Italia continui ad avere un peso rilevante in ambito europeo. La richiesta di Meloni di confrontarsi con Draghi è un segnale positivo. E il campo largo? La linea del partito è puntare su un approccio liberale e riformista, ma la costruzione di un “campo largo” rimane da confermare. Colloquio con la deputata di Italia Viva, Naike Gruppioni

Armi cinesi a Mosca. Si rompe l'ultimo tabù?

Se verificata, l’accusa rivolta dal vicesegretario di Stato americano ridefinirebbe il ruolo della Cina all’interno del sistema internazionale. Ma ancora mancano prove certe

×

Iscriviti alla newsletter