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“Tutto il popolo italiano vi sarà grato per quello che avete fatto”. Questo il saluto rivolto dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a tutto il personale italiano di rientro in Italia da Kabul. È infatti decollato alle ore 18:35 locali (le 15 ora italiana), dall’aeroporto internazionale Hamid Karzai, l’ultimo aereo della missione italiana in Afghanistan incaricata di provvedere all’evacuazione del nostro personale dal Paese e del recupero di quanti, negli anni della presenza italiana in Afghanistan, avevano collaborato con l’Italia. A bordo del C130J dell’Aeronautica gli ultimi 58 cittadini afghani, il console Tommaso Claudi, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo e gli ultimi militari presenti a Kabul per assicurare la sicurezza del nostro personale. “Ogni vostro singolo sforzo ha permesso di salvare vite umane”. L’arrivo definitivo in Italia è previsto per domani, dopo uno scalo tecnico in Kuwait.

LA MISSIONE ITALIANA IN AFGHANISTAN

Si conclude così ufficialmente l’impegno ventennale italiano in Afghanistan. “Sono state giornate infinite e di grande sacrificio per i nostri diplomatici e militari – continua la nota del ministro – Sul campo, fino all’ultimo istante utile, hanno aiutato migliaia di civili afghani, a partire da donne e bambini, a lasciare il Paese, oltre a tutti gli italiani che hanno scelto di tornare a casa”. Sono, infatti, quasi cinquemila i civili afghani portati in salvo in appena quindici giorni dall’operazione Aquila Omnia, il dispositivo militare guidato dal Comando operativo di vertice interforze (Covi), al comando del generale Luciano Portolano. Quattro C130J dell’Aeronautica militare si sono alternati senza sosta tra Kabul e la nostra base in Kuwait, da dove i passeggeri venivano poi trasportati in Italia su quattro KC767A del 14° Stormo.

IL CONTRIBUTO DELLA DIFESA

Per Di Maio “Un doveroso ringraziamento al ministero della Difesa e alla nostra Intelligence: hanno lavorato senza sosta anche per proteggere i nostri connazionali ancora a Kabul”. Simili sentimenti anche dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: ” La Difesa ha impiegato tutte le risorse disponibili per mettere in sicurezza ed evacuare più persone possibili; all’operato dei nostri militari, silenzioso e costante, va il plauso e la gratitudine di tutta l’Italia: professionalità, sacrificio e una straordinaria umanità che sono riconosciuti da tutti”. Nel corso della missione, l’Italia ha schierato oltre 1500 militari, impegnati nel funzionamento della complessa macchina del ponte aereo, a cui si aggiunge il personale di tutte le Forze armate e dei Carabinieri preposti all’accoglienza dei rifugiati una volta giunti in Italia. Coordinati dal Covi sono stati attivati assetti del Joint force headquarter (Jfhq), del Comando operazioni forze speciali (Cofs), della Joint evacuation task force (Jetf), della Joint special operation task force (Jsotf), del Comando operazioni aerospaziali dell’Aeronautica militare (Coa), della 46^ Brigata aerea, del 14 Stormo e della Task force air di Al Salem, in Kuwait. I militari del Jetf, che dal 13 agosto hanno gestito le operazioni di evacuazione sul campo a Kabul, torneranno in Italia la settimana prossima presso l’aeroporto di Ciampino, dove ad accoglierli ci sarà il ministro della Difesa.

LA STAFFETTA AEREA

In particolare, l’Arma azzurra ha messo a disposizione gli otto aerei che materialmente, alternandosi senza sosta giorno e notte, hanno portato in Italia i collaboratori afghani e i nostri connazionali. Quattro trasporti tattici C130J, velivoli robusti dotati anche di difese passive e in grado di operare anche in un teatro operativo delicato come quello afghano, hanno effettuato in sicurezza e rapidità il ponte aereo da Kabul alla base italiana di Al Salem, in Kuwait. Da qui partivano, poi, altri quattro aerei, C767A del 14° Stormo, velivoli da trasporto strategico di lungo raggio, che completavano il ponte verso l’Italia. Questa “staffetta” aerea ha consentito all’Italia di effettuare l’evacuazione dall’Afghanistan senza soluzione di continuità, giorno e notte e in sicurezza.

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