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Sarà il sottosegretario Bruno Tabacci ad affiancare il premier Mario Draghi nella direzione della politica aerospaziale nazionale. La delega è stata assegnata con apposito decreto del presidente del Consiglio a data 19 marzo, frutto di un ripensamento a palazzo Chigi dopo che, nel corso del Consiglio dei ministri del 12 marzo (come riportato da Formiche.net), era emersa la scelta di affidarla a Roberto Garofoli. L’assegnazione è in linea con la legge di riforma della governance spaziale approvata alla fine della scorsa legislatura. Riconoscendo la centralità del settore spaziale e aerospaziale per industria e ricerca, la normativa ne assegna infatti l’alta direzione e il coordinamento al presidente del Consiglio, coinvolgendo in un apposito comitato (il Comint) tutti i ministeri interessati.

Salvo l’eccezione di Paolo Gentiloni nei primi mesi della legge, la delega è sempre stata assegnata: a Giancarlo Giorgetti (oggi titolare del Mise) nel primo governo di Giuseppe Conte; a Riccardo Fraccaro nel secondo. La stessa scelta è nelle disponibilità dei vari componenti del Comint, che possono decidere se tenere la delega o affidarla a un sottosegretario o vice ministro. Presidente del consiglio e sottosegretario delegato sono su questa materia coadiuvati da un ufficio di palazzo Chigi, finora individuato nell’ufficio del consigliere militare, che opera quale struttura di supporto e segreteria al Comint.

A presiederlo ci sarà d’ora in avanti dunque Bruno Tabacci, presidente del Centro democratico (qui una sua recente intervista all’epoca della ricerca dei responsabili da parte di Giuseppe Conte). Scelto da Draghi quale sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e coordinamento economico, è parlamentare esperto, già DC, poi Udc, Rosa Bianca (2008) e Alleanza per l’Italia (2009). Presidente della Regione Lombardia dal 1987 al 1989, tra gli incarichi parlamentari è stato presidente della Commissione Attività produttive della Camera.

L’agenda spaziale si prospetta piena. Tra i dossier da gestire c’è prima di tutto il ruolo del settore nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), del quale lo Spazio è capitolo importante. Spazio poi ai grandi programmi internazionali, a partire dalla prosecuzione degli impegni sottoscritti alla ministeriale dell’Esa nel 2019 per cui, poche settimane fa, è arrivata l’ufficialità di un secondo volo sulla stazione spaziale per Samantha Cristoforetti. Sulla stessa scia è arrivato venerdì scorso un contratto rilevante per i lanciatori Vega C di Avio, durante la visita del ministro francese Bruno Le Maire al Mise di Giancarlo Giorgetti, dicastero fortemente coinvolto nello spazio.

A inizio marzo al vertice dell’Esa si è insediato il nuovo direttore generale, l’austriaco Josef Aschbacher. Ha promesso il rapido lancio di un’Agenda 2025, in cui saranno ridefiniti i rapporti con l’Ue, desiderosa di accrescere il proprio ruolo, di dotarsi di una sua agenzia (l’Euspa) e di lasciare all’Esa la parte esecutiva. A Bruxelles il dossier è gestito dal commissario francese Thierry Breton, nelle cui competenze rientrano i fondi per Difesa (7,9 miliardi) e Spazio (14,8 miliardi).

Lato americano, l’attenzione è tutta per Artemis, il programma lunare che l’amministrazione di Joe Biden ha già detto di voler sostenere. La recente nomina al vertice della Nasa di Bill Nelson (forte sostenitore dell’agenzia e di programmi rilevanti per il progetto lunare) conferma la linea. Per l’Italia bisognerà far fruttare il posizionamento maturato in ambito Esa e nei rapporti bilaterali con gli Usa, considerando che le ambizioni italiane coprono tutte le fasi del progetto, dalla stazione in orbita, ai moduli in superficie, fino alle telecomunicazioni Terra-Luna.

Sorpresa! La delega per lo Spazio va a Bruno Tabacci

Contrariamente a quanto riportato, Mario Draghi ha assegnato a Bruno Tabacci la delega per le politiche aerospaziali. La scelta ha una valenza politica non da poco: non sarà un tecnico come Roberto Garofoli a guidare il settore, ma un parlamentare con grande esperienza politica. Discontinuità rispetto a Conte, che aveva delegato i suoi due sottosegretari al Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti e Riccardo Fraccaro

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