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Accelerare l’innovazione digitale e lo sviluppo tecnologico del Paese. È l’obiettivo dell’accordo di cooperazione tra Fincantieri e Amazon Web Services, tra il campione italiano della cantieristica navale e la piattaforma di servizi cloud più diffusa al mondo. Guarda soprattutto al piano Italia Digitale 2026, lanciato dal ministro per l’Innovazione Tecnologica Vittorio Colao e inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La seconda linea strategica del dicastero da lui guidato per la transizione digitale prevede “lo sviluppo del cloud per la pubblica amministrazione, in collaborazione, se necessario, con il privato”.

L’ACCORDO

Fincantieri e AWS supporteranno il piano “collaborando alla definizione di una serie di progetti comuni, anche tramite attività di sensibilizzazione e di educazione alle nuove tecnologie e al loro potenziale produttivo per la crescita del Paese”, spiega il comunicato congiunto. Si punta soprattutto sulle tecnologie cloud, “mirando a valorizzarne le potenzialità in termini di affidabilità, efficienza, sostenibilità, sicurezza e scalabilità”. Le aziende collaboreranno alla creazione di un ecosistema per fornire soluzioni tecnologiche e infrastrutturali a istituzioni, pubblica amministrazione, cittadini e aziende, rafforzando il Perimetro nazionale di cyber-security del Paese e la sua sovranità digitale.

LE CAPACITÀ

Fincantieri offre all’intesa le capacità nei settori della difesa, dell’elettronica, della sistemistica avanzata, dell’information technology e della cyber-security. Amazon Web Services, da parte sua, offre l’esperienza di supporto e istituzioni, grandi aziende, Pmi e startup nei rispettivi processi di innovazione attraverso l’utilizzo del cloud computing. Per il colosso del cloud si tratta di una conferma di investimenti in Italia, iniziati a partire dal 2012. Ad aprile dello scorso anno ha aperto la “Aws Europe Region” a Milano, data-center per soddisfare i più alti livelli di sicurezza, conformità e protezione dei dati, consentendo ai clienti di archiviare i propri contenuti in Italia, con la certezza di mantenere la completa proprietà e la sovranità delle informazioni.

INVESTIRE IN ITALIA

“Siamo orgogliosi di avviare questa collaborazione con il Gruppo Fincantieri, simbolo dell’eccellenza italiana”, ha detto Max Peterson, Aws vice president worldwide. “L’infrastruttura cloud di AWS che abbiamo lanciato in Italia lo scorso anno consente la governance sul territorio italiano e rende ancora più facile per le organizzazioni italiane reinventare ed evolvere le esperienze dei clienti e dei cittadini”. Insieme a Fincantieri, ha aggiunto, “il nostro obiettivo è alimentare la trasformazione digitale dell’Italia e la sua crescita economica attraverso l’utilizzo delle più avanzate tecnologie cloud”.

GLI OBIETTIVI DI FINCANTIERI…

L’accordo ha “enorme importanza” per Giuseppe Bono, ad di Fincantieri. “Il nostro gruppo implementerà sempre più capillarmente le nuove tecnologie, sperimentando le soluzioni più innovative e favorendo così in modo decisivo la propria transizione digitale”. Inoltre, ha rimarcato, “insieme avremo l’opportunità di mettere a disposizione il patrimonio di competenze, esperienza e formazione di entrambi a supporto delle iniziative promosse dal governo, tra cui spiccano la modernizzazione della pubblica amministrazione, la cyber-security, e l’intelligenza artificiale”.

…E LA STRATEGIA

Da un paio d’anni il Gruppo di Trieste ha rafforzato la sua azione sui nuovi campi di sviluppo tecnologico. Lo scorso novembre è stato presentato il nuovo sistema digitale per il monitoraggio delle infrastrutture autostradali italiane, sviluppato da Autostrade Tech (gruppo Autostrade per l’Italia), Ibm e NexTech, controllata di Fincantieri. L’ambizione del Gruppo sull’information technology ha preso vigore ad aprile 2019, quando è stata annunciata l’acquisizione della quota di maggioranza del capitale di Insis, secondo alcuni osservatori una risposta all’affare sfumato per Vitrociset dopo la decisione di Leonardo di esercitare il diritto di prelazione. Con l’acquisizione dello scorso anno è diventata Fincantieri NexTech, espressione che di per sé identifica il livello di ambizione sulle nuove tecnologie. L’obiettivo era guadagnare con rapidità “una solida base clienti in un mercato complesso e frammentato” e “un bacino di competenze difficilmente reperibile sul mercato o sviluppabile internamente con tempi particolarmente lunghi”.

L’ACCORDO CON ALMAVIVA

La settimana scorsa è arrivato un ulteriore frammento del puzzle. NexTech ha siglato un accordo di collaborazione con Almaviva, gruppo italiano attivo nell’Ict, con l’obiettivo di “supportare e accelerare il processo di digitalizzazione del settore dei trasporti e della logistica”. In altre parole, mira a “favorire un sistema di mobilità più vicino alle nuove esigenze di spostamento delle persone e delle merci, con un’attenzione particolare all’impatto ambientale e alla sicurezza”. Si parla di connected vehicle e smart road, tutto connesso con i più alti standard di sicurezza e con il ricordo a algoritmi di intelligenza artificiale.

I PRECEDENTI

Quello tra Fincantieri e AWS non è il primo caso di integrazione tra il mondo dell’industria della difesa e il cloud computing. Il 2021 di Leonardo si è aperto con l’avvio delle operazioni nell’ambito della partnership con Aruba, il più grande cloud provider italiano. Le due realtà hanno siglato un’intesa per commercializzare insieme soluzioni cloud sicure rivolte al mercato nazionale ed europeo, in linea (anch’esso) con il Perimetro nazionale di sicurezza cibernetica e con la normativa Gdpr, sfruttando una filiera completamente italiana. Coinvolta soprattutto la divisione cyber-security di Leonardo, con l’obiettivo di intercettare nuovi scenari di business e allargare il perimetro dell’offerta digitale e di sicurezza informatica. In tema di cloud risale a marzo dello scorso anno l’accordo ufficiale tra Tim e Google Cloud (il primo memorandum è del 2019) per “lavorare insieme alla creazione di innovativi servizi di cloud pubblico, privato e ibrido”.

IL VALORE DEL SETTORE

D’altra parte, il Pnrr riconosce piena centralità al cloud, prevedendo di riservare almeno il 10% delle risorse del programma “Transizione 4.0” all’acquisto di beni intangibili digitali da parte delle imprese e dedicando un miliardo di euro dei 6,14 destinati alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione alla migrazione verso tale tecnologia. L’interesse eccede il settore pubblico. Secondo le stime di I-Com, basate su un modello econometrico, l’adozione di soluzioni cloud da parte delle imprese italiane potrebbe generare un aumento di fatturato complessivo fino a 620 miliardi di euro, di cui oltre la metà a beneficio delle Pmi. Per tutti valgono le esigenze di sicurezza, da garantire a massimi standard.

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