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Il ministro Matteo Piantedosi ha usato un aggettivo obiettivamente diplomatico: stupefacente. In effetti, l’affondo del sindaco del Pd di Bologna, Matteo Lepore, contro il ministero dell’Interno è stupefacente. Molto stupefacente.

È stupefacente che un sindaco accusi un ministro dell’Interno di aver coartato la volontà del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza di spostare ad altro luogo la manifestazione di Casapound che si è svolta ieri a Bologna. È stupefacente perché nella comunicazione del prefetto è scritto così: “La Questura, attraverso la Digos, assumerà opportuni contatti con il ‘Movimento nazionale rete dei patrioti dell’Emilia’ al fine di addivenire ad una opportuna modifica del luogo di svolgimento della manifestazione che dovrebbe avvenire al di fuori dal centro storico. Si ipotizza, a tal fine, la zona di Piazza della Pace”. La Digos ha preso di conseguenza contatto con gli organizzatori della manifestazione, ha ottenuto che non avrebbero inscenato un corteo (ragione per cui si ipotizzava lo spostamento in una piazza più lontana dal centro storico) e ha confermato che la manifestazione si sarebbe svolte in piazza XX Settembre.

Impossibile comprendere dove sia, secondo il sindaco di Bologna, lo scandalo. Ma impossibile, soprattutto, è comprendere cosa sarebbe cambiato, secondo Matteo Lepore, se la manifestazione dei neofascisti di Casapound si fosse svolta altrove.

Come documentano le immagini pubblicate sui social, infatti, ad esercitare la violenza non sono stati i manifestanti autorizzati, ma i contro manifestanti non autorizzati. Sono stati i ragazzi dei centri sociali e dei collettivi universitari bolognesi ad attaccare le forze dell’ordine, a lanciare sassi, ad aggredire i passanti. E con tutta evidenza lo hanno fatto nel tentativo di impedire che una manifestazione legalmente autorizzata potesse svolgersi. Pensa forse, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che se la manifestazione di Casapound si fosse svolta in una piazza diversa le violenze non si sarebbero verificate? Se lo pensa è un ingenuo. Se non lo pensa è un ipocrita.

Appare, infatti, piuttosto ipocrita il tentativo di delegittimare il ministero dell’Interno senza, peraltro, spendere una sola parola per criticare chi ha manifestato con violenza e privo di autorizzazione al solo scopo di negare il diritto di parola a chi la pensa diversamente da lui.

I cosiddetti “patrioti” di Casapound fanno orrore, ma il loro diritto di “manifestazione del pensiero” è tutelato dall’articolo 21 della Costituzione. Anche il sindaco di Bologna, naturalmente, può manifestare liberamente il proprio pensiero, e può farlo nonostante il suo pensiero appaia a dir poco “stupefacente”.

Perché il pensiero del sindaco di Bologna Lepore è stupefacente. L'opinione di Cangini

Impossibile comprendere dove sia, secondo il sindaco di Bologna, lo scandalo. Ma impossibile, soprattutto, è comprendere cosa sarebbe cambiato, secondo Matteo Lepore, se la manifestazione dei neofascisti di Casapound si fosse svolta altrove. Il commento di Andrea Cangini

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