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La Difesa europea entra nel vivo. Oggi, un evento web della Commissione europea ha ufficialmente lanciato il fondo Edf, dotato di 7,9 miliardi da qui al 2027. Sono 23 le prime “calls for proposals”, pari a 1,2 miliardi di euro tra progetti di ricerca e programmi di sviluppo capacitivo. Plaude il commissario al Mercato interno Thierry Breton, che ha aperto l’appuntamento organizzato dalla “Dg Defis”, la direzione generale “Difesa, industria e spazio” di cui la Commissione si è dotata proprio per coordinare l’azione su tali settori.

AL VIA L’EDF

L’Edf è il frutto di lunghi negoziati, complicati dalla situazione pandemica e dal dibattito sul Next Generation Eu, sbloccatisi alla fine dello scorso anno. Solo ad aprile il Parlamento europeo ha approvato definitivamente il Fondo per 7,9 miliardi di euro fino al 2027 per co-finanziare progetti di ricerca e sviluppo in campo militare. Nella sua esecuzione poggia soprattutto sull’esperienza maturata negli ultimi due anni dai due progetti-pilota: l’Edidp (il programma di sviluppo dell’industria europea della difesa) per 500 milioni 2019-2020; e la Padr, l’azione preparatoria nel campo della ricerca. Con l’Edf lo strumento sarà uno solo, seppur diviso in due finestre, una per la ricerca (2,6 miliardi) e una per i programmi di sviluppo (5,3 miliardi). Parte oggi con i primi 23 bandi, “calls for proposals” a cui bisognerà rispondere entro il prossimo dicembre per accedere ai 1,2 miliardi di euro, erogati secondo l’ormai nota formula del co-finanziamento (serviranno dunque gli investimenti degli Stati membri). Di questi, 930 milioni arrivano dalla dotazioni previste per l’anno in corso, a cui si aggiungono 290 milioni dal budget preventivato per il 2022.

LA CALL FOR PROPOSALS

La fetta maggiore va al settore del combattimento aereo, per cui si prevedono 190 milioni divisi in tre progetti: 40 milioni per la ricerca sulle tecnologie per la nuova generazione dell’ala rotante (sembra aver pesato l’allungo di Parigi sul tema, nonostante la rivoluzione arrivi dagli Usa), e 150 milioni divisi per lo sviluppo di “enhanced pilot environment for air combat” ed “European interoperability standard for collaborative air combat”, sempre nell’ottica dell’aumento dell’interoperabilità. Sul tema del combattimento aereo c’è da notare la presenza al momento dei due progetti alternativi per il velivolo del futuro, il Fcas franco-tedesco (con la Spagna) e il Tempest britannico (con Italia e Svezia). Non si esclude per il futuro una possibile convergenza. Al momento nessuno dei due gode di finanziamenti europei. Potrebbero entrambi rientrare nell’Edf, considerando che è ammessa la partecipazione (seppur vincolata) di Paesi extra-Ue, come il Regno Unito.

DAI MISSILI AI VEICOLI TERRESTRI

Particolarmente rilevante il progetto (100 milioni) per lo sviluppo (concept phase) di un intercettore endo-atmosferico per la difesa aerea e missilistica. Sembra legarsi al programma Twister, uno dei progetti della Pesco dell’Ue, guidato dalla Francia (è a bordo anche l’Italia) per un sistema di sorveglianza dallo Spazio per allerta e intercettazione delle minacce dal cielo. La cooperazione strutturata permanente, quale collaborazione tra Stati, è altro pilastro della Difesa europea, diversa dall’Edf. Tuttavia, i regolamenti approvati prevedono per i progetti Edf che rispondono alle esigenze Pesco delle quote maggiori di finanziamento europeo. Valgono 150 milioni di euro i tre bandi per lo sviluppo nel campo del combattimento terrestre. Sono divisi tra “future modular ground vehicles and enabling technologies, including green technologies”, tecnologie terrestri unmanned e “beyond line of sight collaborative close combat architecture”, all’insegna dell’innovazione che è richiesta al comparto.

TRA PATTUGLIATORI E CORVETTE

Tre sono i bandi in campo navale: 43,5 milioni divisi su due progetti di ricerca, uno per le navi digitali, uno per il monitoraggio “ship structural health”; 60 milioni per lo sviluppo di “multirole and modular offshore patrol vessel”. Nell’ambito della Pesco c’è sul tema il programma “European patrol corvette” (o Epc), guidato dall’Italia con Francia e (adesioni successive) Grecia e Spagna. È il programma a cui punta Naviris, la joint venture tra Fincantieri e la francese Naval Group. Lo scorso febbraio ha siglato sul tema un memorandum con il campione spagnolo, Navantia, rendendo così il possibile raggruppamento industriale perfettamente suscettibile dei finanziamenti europei. A novembre dello scorso anno, la prima edizione della revisione coordinata annuale (la Card, terzo pilastro della Difesa europea) ha individuato 55 opportunità di sviluppo cooperativo e sei capacità definite “cruciali”, tra quest’ultime c’è la “European patrol class surface ship”. Secondo la Card, “sette Stati membri si sono dichiarati interessati a collaborare” per unità da rendere operative entro il prossimo decennio.

TRA CYBER E SPAZIO

Per i nuovi domini di confronto ci sono più di 73 milioni di euro. Di questi, 50 milioni riguardano lo spazio con due progetti di sviluppo: sistemi di sorveglianza spaziale per la navigazione in scenari di guerra (NavWar) e protezioni elettroniche per satelliti. Ci sono poi 13,5 milioni per il rafforzamento della difesa cibernetica tramite intelligenza artificiale (ricerca), e 20 milioni per aumentare l’efficienza di esercitazioni e addestramento in campo cyber (sviluppo). Due call per altrettanti progetti di sviluppo riguardano la superiorità informativa, considerata dagli esperti il vero game-changer nei moderni scenari di confronto. Valgono insieme 70 milioni per “high-altitude platform systems” e per comunicazioni militari robuste e multi-dimensionali.

GREEN E NUOVE TECNOLOGIE

Sono tre i progetti (tutti di sviluppo) nel campo della “transizione ambientale e resilienza energetica”, tematiche che la pandemia ha contribuito a porre al centro dell’agenda europea, anche per la Difesa. Si tratta di 133 milioni di euro per sistemi energetici efficienti per le basi militari e per propulsione e sistemi alternativi per la nuova generazione di sistemi di combattimento aereo. Valgono 60 milioni i quattro progetti di ricerca nel campo delle tecnologie dirompenti. La Commissione ha chiesto proposte su quantistica con impieghi militare, applicazioni di sensori ottici oltre la linea visiva, applicazioni di radar “over-the-horizon” e applicazioni militari di nuovi materiali e tecnologie di manifattura additiva.

IL NUOVO BANDO EDIDP

Non c’è però solo l’Edf. Nell’ambito dell’Edidp, la Commissione ha infatti dato oggi il via libera al finanziamento di ulteriori 26 progetti per 158,3 milioni di euro. Si tratta dei bandi aperti lo scorso anno, dopo quelli da oltre 200 milioni risalenti al 2019. Quindici dei 26 progetti selezionati vedono a bordo entità dell’Italia, che conferma il buon posizionamento già ottenuto in sede Padr e nei primi programmi Edidp (senza contare i progetti Pesco). La fetta più grande va ai progetti marittimi (tre) e sottomarini (tre), rispettivamente pare a 21,5 milioni e 23,5 milioni. Seguono i 14,5 milioni destinati a due progetti in ambito “cyber” e i 13,5 assegnati in tema di “counter Uav”, cioè per tecnologie di contrasto ai velivoli a pilotaggio remoto o guida autonoma.

farmaceutica

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