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Una luce in fondo al tunnel, dopo dodici mesi di buio pesto. C’era davvero tanta attesa per le previsioni della Commissione europea sulla crescita per il 2021. Ma anche sul conto finale del catastrofico 2020. E così, mentre i governi europei si affrettano a ultimare i piani di azione grazie ai quali ottenere i fondi del Recovery Fund (l’Italia, per la cronaca, sta formando un nuovo governo), da Bruxelles arriva qualche buona notizia, ma saldamente ancorata al pilastro del realismo.

Il messaggio di fondo è incastonato in una frasetta del documento contenente le stime sul Pil dell’Ue. “Sul breve termine le prospettive per l’economia europea sembrano più deboli del previsto. Tuttavia la luce in fondo al tunnel ora è apparsa”. Da qui può ripartire l’Europa di domani. Poi ci sono i numeri, che di solito lasciano poco spazio all’interpretazione. Stavolta però, è lecito sperare.

Per esempio, guardando proprio all’Italia, la Commissione europea ha rivisto in meglio la previsione sul crollo del Pil dell’Italia, fermando il tachimetro della crisi a -8,8%. Non è poco per un Paese che lo scorso anno ha lasciato sul terreno l’11,4% della produzione nazionale. Nel contempo però Bruxelles ha lievemente smorzato la previsione per il recupero del 2021 al più 3,4%, mentre è migliorata l’attesa sul 2022 al più 3,5%.

Stesso canovaccio per le previsioni sull’Europa: qui la Commissione ha rivisto in meglio la previsione sul crollo del Pil dell’area euro nel 2020, al meno 6,8%, mentre ha limato l’attesa sul recupero del 2021 al più 3,8% e rafforzato quella sul 2022 , anche in questo caso al più 3,8%. Nelle stima dello scorso 5 novembre l’esecutivo comunitario prevedeva un meno 7,8% sul 2020, più 4,2% sul 2021 e più 3% sul 2022.

“Sul breve termine- le prospettive per l’economia europea sembrano più deboli del previsto” a causa della “recrudescenza delle infezioni” e della comparsa “di nuove varianti più contagiose del virus”. Anche il nuovo anno dovrebbe partire “su una base debole. Tuttavia  la luce in fondo al tunnel ora è apparsa. Man mano che le campagne di vaccinazione acquistano slancio e la pressione sui sistemi sanitari diminuisce, le misure di contenimento dovrebbero allentarsi gradualmente”.

Di sicuro gli occhi dell’Europa sono tutti, o quasi, sull’Italia. Lo stesso commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha ammesso di riporre grande fiducia in Mario Draghi. “Con il contributo del Recovery fund alla crescita in Italia siamo comunque di fronte ad una potenzialità di crescita molto importante ed è quindi molto importante che il governo che si formerà, se avrà la fiducia del Parlamento, vada nella direzione giusta e ho fiducia che le capacità e l’esperienza di Mario Draghi possano dare un contributo a un governo efficiente e europeista”.

Ma attenzione a non fare cilecca sul Recovery Plan. La decisione, ha concluso Gentiloni, “spetta non a noi ma alle autorità italiane, al governo quando sarà insediato, certamente noi abbiamo segnalato che le prime bozze vanno nella direzione auspicata e che ci sono diversi punti su cui bisogna lavorare”. Roma avvisata.

L'Europa (e l'Italia) si risvegliano. Ma sul Recovery Plan niente errori

La Commissione Ue pubblica le attese previsioni sull’economia. Nel 2020 il crollo italiano è stato meno pesante (-8,8%) ma quest’anno si faticherà ancora a ingranare la marcia giusta. In ogni caso per Bruxelles la luce in fondo al tunnel, si vede. E Gentiloni si fida di Draghi

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