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“Sono fiducioso che dal confronto con i partiti e i gruppi e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e con essa capacità di dare una risposta responsabile all’appello del presidente della Repubblica”.

Mario Draghi parla con voce sommessa dal Quirinale. Prima di congedarsi si ferma un secondo, prende la mascherina, “questa me la rimetto”.

Ha accettato con riserva l’incarico di formare un governo affidatogli da Sergio Mattarella. Il suo primo discorso da premier incaricato ricalca quello del Capo dello Stato. Richiama la gravità dell’ora, “la drammatica crisi sanitaria e i suoi gravi effetti sulla vita delle persone, l’economia e la società”, che richiede “risposte all’altezza della situazione”. E un piano d’azione: “Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare le sfide del Paese che ci aspettano”.

Il severo appello di Mattarella nella serata di martedì e quell’invito a scongiurare fino all’ultimo il voto anticipato non devono però ingannare. La strada è in salita, Draghi è il primo a saperlo.

Non a caso dal Colle fa subito riferimento alla centralità del Parlamento, un nervo scoperto per le forze politiche della maggioranza. “Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento, espressione della volontà popolare” dice l’ex numero uno della Bce.

Lo aspettano ore di consultazioni al cardiopalma, ancora una volta dall’esito incerto. Il suo nome è piombato come un fulmine sulla politica italiana che ne è ancora rintronata.

Dal Pd il segretario Nicola Zingaretti conferma l’endorsement, “si apre una fase nuova”. Ma la bomba pronta a implodere si chiama Movimento Cinque Stelle. Il reggente Vito Crimi ha dettato la linea: si va avanti solo con Giuseppe Conte. E a rincarare ci pensa il guru e fondatore Beppe Grillo. Una velina dell’Adnkronos rivela: ai big del partito ha dato una sola scelta, o Conte o il voto. La pattuglia parlamentare, come previsto, è una maionese impazzita, fra chi, come Stefano Buffagni, già apre al Draghi 1 e chi invece ha già messo il veto.

Nel centrodestra il clima non è da meno. Qui è la Lega a rischiare una scissione draghiana. Matteo Salvini dichiara urbi et orbi che di un governo tecnico non se ne parla. Luca Zaia invece richiama le parole di Mattarella, “non si può andare a votare”. Il “Capitano” è in contatto con Matteo Renzi, valuta un appoggio esterno. È stato lui, il leader di Iv, a chiamarlo nella serata di martedì, verso le 19, poco prima di far saltare il banco, rivela una fonte dem. “Io mi sgancio, tu ci saresti?”. “Tu inizia a mollare, poi vediamo”.

Draghi accetta con riserva. Grillo alza la posta, ma il M5S si spacca

Mario Draghi accetta con riserva l’incarico di formare un governo, “sono fiducioso che si troverà l’unità in Parlamento”. Lo aspettano consultazioni in salita. Beppe Grillo ha già calato la scure e dice ai suoi “avanti con Conte”. Movimento e Lega divisi all’interno

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