Skip to main content

Si apre la pista cinese nel caso di corruzione a Malta. Un consorzio di giornalisti investigativi sta dando seguito alle inchieste iniziate da Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata da un’autobomba nel 2017. Gli ultimi sviluppi hanno a che fare con un dirigente di Shangai, un investimento di un’azienda statale cinese, parte integrante della Nuova Via della Seta, e la compravendita di visti residenziali per Malta in Cina.

Caruana Galizia stava investigando una rete di corruzione di altissimo livello, che coinvolgeva direttamente la cerchia vicina all’allora primo ministro maltese Joseph Muscat. La sua morte ha avuto pesanti ripercussioni, culminate l’anno scorso nelle dimissioni di Muscat e nell’arresto di sei persone, tra cui Yorgen Fenech, il tycoon locale vicino al premier, accusato di essere il mandante dell’attentato (martedì la Corte europea dei diritti umani ha rigettato gran parte del suo ricorso contro Malta).

Nel frattempo, la rete internazionale di giornalisti (affiliati a Reuters, Times of Malta, Organized Crime and Corruption Reporting Project e Süddeutsche Zeitung) si è concentrata su due oscure società, Macbridge (o 17 Black) e Dow’s Media, entrambe legate a Malta per vie traverse e oggetto delle ricerche di Caruana Galizia.

Macbridge aveva in programma di pagare due milioni di dollari a una società di facciata panamense controllata da due politici maltesi (come dimostra una e-mail trapelata nel database dei Panama Papers) mentre Dow’s Media aveva ricevuto un milione di euro da un’attività di proprietà di Fenech. Gli ultimi sviluppi hanno rivelato che si tratta di società-fantoccio con base a Hong Kong, rispettivamente controllate da azionisti di maggioranza nelle Seychelles e nelle Isole Marshall.

L’equipe di giornalisti ha ricondotto entrambe le società a Chen Chen, un dirigente di Accenture originario di Shangai che ha negoziato degli investimenti in Malta e Montenegro per conto di Shangai Electric Power, una compagnia di produzione energetica controllata da Pechino.

Gli investimenti maltesi in questione, del valore di 320 milioni di dollari, sono stati descritti da politici cinesi e maltesi come un componente della Belt and Road Initiative, la Nuova Via della Seta, un immenso canale di investimenti e infrastrutture gestito dal Dragone. Consistevano nell’acquisizione di una parte di Enemalta, l’unica compagnia energetica dell’isola.

Nel 2016, un anno prima di essere uccisa, Caruana Galizia aveva identificato il ruolo cruciale di Chen nella negoziazione degli investimenti; il suo nome era comparso tra i documenti di Panama Papers. Non esiste prova di un nesso diretto tra Chen, la Shangai Electric Power o Accenture e l’omicidio della giornalista.

È stato però provato che Chen e la sua suocera, Tang Zhaomin, hanno creato Macbridge e Dow’s Media. Inoltre, il dirigente cinese ha avuto contatti frequenti con i politici maltesi Keith Schembri (ex capo di gabinetto di Muscat) e Konrad Mizzi (ex ministro) per l’affare Enemalta, oltre alla creazione di un partenariato pubblico-privato da controllare attraverso una società offshore nelle Isole Vergini.

Ma non è finita. Una delle piste battute da Caruana Galizia prima del suo assassinio era incentrata sulla compravendita di visti di residenza maltesi da parte di facoltosi clienti cinesi, uno dei business più redditizi a Malta. Il pool investigativo ha scoperto un collegamento diretto tra Chen, Tang e Mao Haibin, CEO di Shanghai Overseas Chinese Exit-Entry Services, ossia la compagnia cinese che vende in esclusiva i visti di residenza in Cina, Hong Kong e Macao per conto del governo maltese.

L’intera investigazione è più complessa e ramificata di quanto descritto finora, coinvolge diversi politici maltesi (di cui alcuni sotto processo) e svariate compagnie dal profilo sospetto. Ma la pista cinese ha aggiunto una nuova dimensione al caso di Daphne Caruana Galizia, gettando luce su un complesso sistema di corruzione internazionale.

“Ciò che è diventato chiaro attraverso questi scandali è che finiscono sempre per ricondurre al coinvolgimento degli stessi gruppi di persone”, ha commentato Matthew Caruana Galizia, il giornalista figlio di Daphne coinvolto nelle investigazioni. “È una chiara indicazione di come, in un brevissimo lasso di tempo, pochi individui siano stati in grado di impossessarsi dell’intero apparato statale di un paese dell’UE e trasformarlo in una nave pirata a proprio vantaggio personale”.

La pista cinese nel caso Caruana Galizia

Investimenti in energia, Nuova Via della Seta, società fantoccio e compravendita di visti: gli ultimi sviluppi del caso portano a Pechino.

Non solo Covid. Dopo la pandemia serviranno nuovi sforzi per contrastare il traffico illecito

La pandemia ha da una parte imbrigliato le organizzazioni criminali dedite al traffico illecito di tabacco, ma dall’altra ha consentito alle stesse di sfruttare nuovi spazi nell’economia e nella società. Per vincere la battaglia serve cooperazione. L’evento organizzato da Ispi, Farnesina e Philip Morris International

L'alleanza tecnologica tra democrazie nel piano di Rasmussen (ex Nato)

Anders Fogh Rasmussen, ex segretario generale della Nato, ha lanciato un appello per una forte alleanza tecnologica tra Ue e Usa

Non solo vaccini. Cosa c'è dietro la lotta tra governo e regioni. L'analisi di Guzzetta

La penuria di approvvigionamenti del siero anti covid, la pressione su Ema e Aifa per accelerare i tempi e il regionalismo incompiuto. Guzzetta spiega perché le questioni sanitarie legate alla riforma del Titolo V esistevano già prima della pandemia.

Visa si tuffa nelle criptovalute. E il Bitcoin schizza

Il colosso globale dei pagamenti elettronici accetterà transazioni a mezzo moneta virtuale, legata al dollaro. E il Bitcoin tocca quota 58 mila dollari

Non braccio di ferro ma stretta di mano. L’alleanza fra Stato e Big Pharma

Di Eleonora Mazzoni

L’intervento dell’Agenzia delle Dogane che ha bloccato una spedizione di vaccini contro la meningite prodotti da GlaxoSmithKline (GSK) porta con sé il rischio di scoraggiare ulteriormente le aziende nei confronti del nostro sistema Paese, introdurre ulteriori gradi di incertezza, e di fatto, portare ad effetti negativi dal punto di vista della politica sia sanitaria che industriale. L’intervento di Eleonora Mazzoni, direttrice dell’area innovazione dell’Istituto per la Competitività (I-Com)

La guerra economica è (anche) questione di intelligence. Lo spiega Gagliano

“È importante utilizzare agenti dei servizi segreti ma anche le imprese, poiché l’intelligence economica ha il compito di raccogliere le informazioni, di elaborandole in modo chiaro per poi trasmetterle nelle mani del decisore politico”. L’analisi di Giuseppe Gagliano, presidente e fondatore del Centro Studi Strategici “Carlo de Cristoforis”, nel corso della sua lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri

L'impatto della sovranità tecnologica nell'economia reale. I top manager al Ced

Lo stato dell’arte della sovranità tecnologica all’interno dell’economia reale attraverso i punti di vista delle principali aziende italiane. Da Leonardo a Tim, passando per Eni, Enel e Tinexta, ecco cosa è stato detto stamattina alla presentazione del position paper del Centro Economia Digitale

Finalmente anche l’Ue si preoccupa del tecnoregime cinese. Parla Arcesati (Merics)

Rebecca Arcesati, analista del centro studi tedesco Merics, spiega come con Biden l’agenda tech Usa sia positiva e improntata al coordinamento con gli alleati. E anche l’Europa inizia a preoccuparsi dell’ascesa cinese. Ma occhio all’asse Pechino-Mosca

La Germania sceglie la Difesa. Ecco i piani di spesa

Dopo Francia e Regno Unito, anche la Germania prevede un aumento del budget per la Difesa nel prossimo anno, fino a 49,3 miliardi di euro. Restano le incertezze politiche in vista del rinnovo del Bundestag tra pochi mesi. Intanto, Berlino cerca di consolidare il proprio ruolo in Europa, con un occhio agli Stati Uniti di Joe Biden

×

Iscriviti alla newsletter